"Lo aspetto o vado a fare la spesa da solo?"
Era la domanda che mi ripetevo mentre guardavo continuamente tutte le direzioni nel caso Shouto spuntasse da qualche parte.Dopo circa un quarto d'ora, mentre ero ancora lì a decidere cosa fare, ecco che dei capelli bicolore apparvero dietro un muretto e notai che il suo aspetto non sembrava affatto di uno che aveva appena finito di correre.
Mi avvicinai velocemente a Shouto che, percependo le mie intenzioni, si fermò e aspettò che lo raggiungessi.
<Buongiorno, Midoriya>
<Hey Todorki! Eri andato a correre?>
<Veramente ero andato a camminare, per il momento non posso correre>
<Per caso è per l'incidente di quando sei arrivato?> chiesi preoccupato.
Annuì leggermente imbarazzato.
<Niente di grave, devo solo evitare di correre.> aggiunse con la solita faccia seria e indifferente.
<Oh, capisco...> dissi un po' triste alla notizia che il suo malessere gli evitava di fare certe cose.
<Dove stai andando?> mi chiese ad un tratto.
<Oh, devo fare delle commissioni per mia madre> risposi, ma vedendo che la situazione si faceva sempre più imbarazzante, aggiunsi frettolosamente :<a-allora vado, ci vediamo a cena!>
<Aspetta, ti accompagno> aggiunse con un volume così basso che quasi non lo sentii.
<Come? Oh, forse non è il caso che fatichi...> aggiunsi gesticolando.
<Non ti preoccupare, non dovrei faticarmi a fare delle commissioni> replicò incamminandosi verso l'uscita del nostro complesso di casette, senza lasciarmi la possibilità di obiettare; così, mi affrettai a raggiungerlo e insieme andammo alla fermata dell'autobus.Una volta arrivati in centro, andai al solito negozio specializzato in dolci e comprai gli ingredienti che di solito erano difficili da trovare nel solito negozio vicino a casa nostra.
<Sai, io e mia madre facciamo sempre una torta durante le festività, soprattutto al Columbus day> spiegai a Shouto.Finimmo di fare la spesa presto e, una volta usciti dall'ultimo negozio, mi venne in mente una cosa.
<Ora che ci penso... ora che abiti in America, non ti manca il tuo paese natale?> la domanda mi uscì spontaneamente e solo dopo mi accorsi che potevo fargli tornare la nostalgia di casa.
<Ah, scusami... non sei tenuto a rispondermi> aggiunsi imbarazzato.
<Non fa niente, non c'erano tante cose a cui ho dovuto rinunciare.> rispose distogliendo lo sguardo.
Anche se voleva nasconderlo, si capiva che avevo aperto una cicatrice.
Dovevo pensare a qualcosa per rimediare, e in fretta.
<Hai mai fatto un giro per il centro di New York?>
<No> rispose tornando a guardarmi.
<M-magari ti mostro un po' i dintorni, giusto per conoscere meglio la città.>
<Va bene, ti seguo>Entrammo nella stazione metropolitana più vicina, percorremmo le diverse scale mobili e tunnel arrivando alla fermata, così colma di gente che ci sentivamo delle sardine.
Salimmo sulla metro e riuscimmo a fatica a tenerci ad un palo.<Sai, qui a New York il traffico è così intenso che è più facile muoversi a piedi o con la metro> dissi ad un tratto.
<Anche in Giappone le stazioni metropolitane sono molto efficienti e ho saputo che ci sono anche dei negozi all'interno> replicò mentre si guardava intorno.
Capii che la risposta era un modo per dirmi che non dovevo preoccuparmi se menzionavo il suo paese natale; quasi mi commossi al fatto che, anche se in modo implicito, cercasse di rassicurami.
<Capisco... per caso ci vai raramente?>
<Sì. Di solito prendevo la macchina per spostarmi.>
Non sapendo come continuare la conversazione, annuii timidamente e distolsi lo sguardo da Shouto.Una volta arrivati alla fermata giusta uscimmo dalla stazione metropolitana e riuscimmo di nuovo a respirare all'aria aperta.
Enormi insegne ed assordanti suoni del traffico ci risvegliarono dal viaggio sottoterra che avevamo appena fatto.<Beh, benvenuto a New York> dissi sorridendogli.
Shouto si guardava intorno con gli occhi più aperti del solito e capii che era stupito, attratto dalla città.
Non riuscii a trattenermi dal sorridere ancora di più perché pensai che, magari dopotutto, si poteva sentire a casa anche in questa nuova città.Fu così che passammo il resto della mattinata a girare per New York per vedere alcuni dei luoghi più famosi della città: il Times Square, l'Empire State, il Flatiron e la Statua della Libertà.
Shouto non disse nulla, ammirava la città in silenzio mentre camminavamo di qua e di là; di sicuro non aveva gli occhi sgranati o la bocca ad "O", ma sapevo che non era rimasto impassibile e vederlo così mi fece sentire molto felice.Ad un tratto io mio cellulare squillò: cliccai "rispondi" e avvicinai il cellulare all'orecchio.
<Pronto? Izuku, dove sei?> rispose mia madre.
<Mamma, sono in centro con Todoroki, gli ho mostrato un po' la città.>
<Oh, hai fatto bene! Prima Natsu mi stava giusto dicendo che fino ad oggi non erano riusciti a mostrargli la città! Ora che ci penso, che ne dici se restate fuori anche per pranzo? Ti avevo comunque lasciato un po' di soldi in più in caso di necessità.> propose con voce squillante.
<È un ottima idea! Ma non hai già preparato il pranzo?>
<Non ti preoccupare, mi fa piacere che tu e Shouto andate d'accordo! E dì a Shouto che ci penso io ad avvertire i suoi genitori.>
<Ok, grazie mamma.>
<Ti voglio bene Izuku. Ci vediamo dopo!>
<A dopo!><Era tua madre?> chiese Shouto mentre chiusi la telefonata.
<Si, ha detto che possiamo mangiare fuori, se ti va bene.>
<Va bene. Devo avvertire i miei->
<Non ti preoccupare, mia madre ha detto che li avvertirà lei> aggiunsi affrettatamente.
<Oh, ok. Dove andiamo?>
Non sentii la sua domanda perché improvvisamente mi ricordai di una cosa.<Todoroki! Ora che mi ricordo, non ho il tuo numero di cellulare!!> dissi ad un tratto, facendolo sobbalzare.
<Ah, scusami se ti ho spaventato... è che me ne sono accorto stamattina e poi me ne sono dimenticato...> farfugliai imbarazzato.
<Oh, ora che ci penso hai ragione, mi dispiace> rispose Shouto <è questo qui> disse per poi mostrarmi dal suo cellulare una serie di numeri.
Salvai il numero e lo ringraziai.<Ah giusto, cosa mi avevi chiesto?> chiesi rimettendo il mio cellulare nella tasca.
<Avevo chiesto dove avremmo pranzato> disse senza batter ciglio.
<Mh... potremo andare a mangiare qualcosa di americano... ma magari i ristoranti tipici
non hanno posti liberi...>
Mentre pensai a dove potevamo mangiare, mi si accese una lampadina.
<Todoroki, qual è il tuo cibo preferito?>
<La soba fredda.>
<Perfetto! Allora ti porto in un posto molto buono.> dissi per poi incamminarci verso il luogo in cui avremmo pranzato.Angolo autrice
Questo capitolo non è proprio venuto come lo volevo, ma spero che vi piaccia! :3
Allora ci vediamo al prossimo capitolo!——>
-Sophie
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Il ragazzo della porta accanto ||Tododeku||
FanfictionATTENZIONE: boyxboy, se non ti piace questo genere o la tododeku, non leggere La trama è percepibile dal titolo :) Spero che questa storia vi piaccia :v Aggiornamenti casuali