Cap. 7

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<D-davvero?!> chiesi sorpreso; dovevo aver esclamato un po' troppo forte, perché Shouto scattò leggermente indietro. Abbassai lo sguardo e mi grattai la testa per l'imbarazzo.

<C-comunque...> continuai <non sembri avere problemi con la lingua inglese...>
<Il mio padre precedente mi faceva fare corsi supplementari di inglese e in estate andavo a studiare all'estero.> rispose facendo rabbuiandosi.

"Wow, la sua vecchia famiglia doveva essere molto ricca." pensai un po' sorpreso.

Mi si illuminò una lampadina: quello era il momento perfetto per porgli la mia domanda: stava parlando di qualcosa di personale e avrei potuto così evitare di chiederglielo di punto in bianco.

<Ehm, se non ti dispiace che te lo chieda...> cominciai leggermente imbarazzato <ti va di essere mio amico?>

Di colpo si fermò e si girò verso di me guardandomi storto.
<Certo....? Devo ammettere che è una domanda una po' strana. A cosa vorresti arrivare?>

Ah ha capito tutto

<Beh, non ti vedo molto incline a fare amicizia a scuola> commentai il più piano possibile.
Si sorprese per la mia risposta e fece un sospiro profondo prima di parlare.
<Ho capito, è la mia espressione che trasmette questo, vero?>
Annuii timidamente.
<Non lo faccio apposta: non sono abituato a fare facce espressive e per quanto riguarda le amicizie, non mi dispiacciono.> affermò incrociando le braccia.
<Quindi.... ti va bene se siamo amici?>
<Credo di sì... ma ti devo avvertire che non ho abbastanza soldi.> disse allontanandosi leggermente da me.
<E perché mai dovrei volere i tuoi soldi?> chiesi assai confuso: cercai una risposta ma mi accorsi da come Shouto sgranava gli occhi che anche lui era confuso.
<Oh...capisco. È arrivato l'autobus> tagliò corto per poi dirigersi a passo svelto sul veicolo.

Durante il tragitto non sapevo cosa fare: dovevo chiedergli spiegazioni? Magari era solo una tradizione giapponese. Ero così preoccupato se fargli domande o meno che non mi accorsi che eravamo ormai arrivati alla nostra fermata.

Arrivati davanti alle nostre case ci salutammo con un gesto alla mano ed entrai in casa.

La casa era vuota e silenziosa: non mi stupii più di tanto, sapevo che mia madre era al lavoro.
Entrai in camera mia, appoggiai lo zaino e mi diressi verso la cucina.
Notai un bigliettino sul tavolo con su scritto.

"Izuku, anche oggi dovrò lavorare più del solito. Stamattina ti ho preparato la cena, devi solamente metterla in microonde.
Non preoccuparti per me, piuttosto pensa a studiare! _
-Mamma
P.S. Ti voglio bene, anche se studiare è importante, non esagerare!"

Un sorriso amaro comparve sul mio viso e andai nella mia stanza ad appoggiare le mie cose.
Erano in momenti come questi che pensavo al mio padre scomparso. A volte immaginavo come sarebbe cambiata la mia vita se ci fosse stato lui: mia madre avrebbe potuto lavorare di meno e la casa sarebbe stata molto meno solitaria. L'unica cosa che mi consolava era Kacchan...e ad un tratto i miei pensieri tornarono a Bakugou e così mi sentii come se mi fossi svegliato bruscamente da un sogno: ero così distratto dall'arrivo del mio nuovo vicino di casa che mi stavo per scordare di lui.
Presi inconsciamente un quaderno che conteneva foto-ricordi di quando ero piccolo, notando ancora una volta, come tutte le volte che scorrevo le pagine di quell'album, che stavo sempre dietro a Bakugou. Mi resi conto che quello che stavo facendo non era altro che il contrario di quello che dovevo fare, ovvero dimenticarmi di lui, così cacciai l'album in uno scatolone dell'armadio e andai in cucina per riscaldarmi la cena: brodo di verdure e un piatto di carne.
Mentre il suono del microonde che si azionava rompeva il silenzio della casa concentrai, i miei pensieri su Shouto e sul mio successo inaspettato di ricevere una conferma sulla sua personalità apparentemente distaccata.

"Beh, alla fine è vero: non si giudica un libro dalla sua copertina" pensai mentre presi il primo boccone, sorridendo.

Qualche settimana dopo
Ormai era l'8 ottobre. La scuola sarebbe stata chiusa per il Columbus day.
Il rapporto che c'era tra me e Shouto era leggermente migliorato: Shouto ancora non esprimeva esplicitamente quello che voleva, ma cominciavo a capire i suoi segnali che faceva inconsciamente con il corpo.

Il sole era già in alto nel cielo quando sentii il campanello suonare.
Corsi subito sperando fosse Shouto, ma quando aprii la porta, c'era Natsu con le sue solite magliette grigie strane; fui comunque contento di vederlo in forma.
<Oh, aspettavi qualcun altro, scusami.> esclamò facendo finta di avere il broncio.
<Su, su> replicai <sono comunque felice di rivederti; come va al college?>
<Bene bene, dopodomani potrò finalmente fare una simulazione di un processo.>
<Ti faccio i miei migliori auguri, allora.> risposi contento.
<Grazie mille! Comunque sono venuto per parlare con tua madre. Sai dov'è?>
<È in cucina, la chiamo subito. Intanto accomodati pure in soggiorno.> detto questo corsi in cucina ad avvisare mia madre che mi seguii in soggiorno e mi mandò frettolosamente a fare delle commissioni.
<Puoi andarci con Shouto, dovrebbe essere già fuori a correre> disse Natsu
<Oh, glielo chiedo subito> risposi e, vedendo che erano molto indaffarati decisi che era meglio non chiedere perché alle 9 di mattina di un giorno festivo si stesse allenando. Mi misi la giacca, uscii di casa e accesi il cellulare per chiamare Shouto. Fu allora che non mi accorsi che nonostante fosse un mio vicino e un mio compagno di scuola non avevo il suo numero.

"Heh, sono proprio un idiota"

Angolo autrice
Bene. So che volete ammazzarmi.
Mi dispiace davvero tanto per non aver aggiornato >.<
Non sapevo come continuare la fanfiction e avevo smesso di guardare Bnha...
Ma ora niente più scuse!
Ora che sono in vacanza cercherò di aggiornare di più.
Se avete qualche domanda o qualche consiglio su come migliorare i capitoli, sarei ben felice di ascoltarvi ^^
Direi che ci vediamo alla prossima!

Il ragazzo della porta accanto ||Tododeku||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora