Gli allenamenti a casa Hargreeves non avevano dato a nessuno il tempo per metabolizzare il lutto.
Le loro vite erano ripartite in apparenza, ma in realtà una parte di quelle era stata sotterrata insieme al corpo di loro fratello Ben. Gli scambi tra loro, che erano andati via via diminuendo col tempo, erano ora diventati quasi totalmente inesistenti.
Klaus non aveva rivelato a nessuno, nemmeno a Sky, di aver evocato Ben, forse perché sapeva che lo avrebbero rimproverato o comunque gli avrebbero posto mille domande, a cui non aveva voglia di rispondere. Continuava ad affogare i suoi dispiaceri in tante fiaschette e, oltre al fatto di doversi nascondere, si era aggiunto suo fratello a rimproverarlo, cosa che rovinava i suoi piani per rilassarsi.
Passavano così tanto tempo a bisticciare su quell'argomento, che una volta Sir Hargreeves spalancò la porta di Klaus di colpo, credendo che stesse, finalmente, parlando con una qualche anima dell'oltretomba. Ed in effetti era così, ma Reginald aveva visto solo suo figlio, che puzzava di alcool, sbiascicare contro la parete davanti a lui.
Per punirlo lo aveva incaricato di mettere apposto il suo ufficio, catalogando tutti i suoi libri, una volta in ordine alfabetico, un'altra volta in ordine cromatico. Qualunque fosse la richiesta del padre, il lavoro di Klaus non andava comunque bene e così, per un motivo o per un altro, veniva rispedito lì a rassettare quasi tutte le settimane. Il ragazzo però non ne fu particolarmente seccato perché almeno aveva qualche ora di pace in cui sapeva che suo padre sarebbe stato lontano da lui e in cui non avrebbe dovuto passare tutto il tempo in compagnia dei suoi fratelli, che stavano diventando sempre più strani col passare dei giorni.
Quei pomeriggi perciò li trascorreva tutti a chiacchierare con lo spirito di Ben, che quando non c'era di mezzo l'alcool era decisamente più amorevole. Perciò per entrambi quello poteva definirsi un vero e proprio paradiso in cui potevano fingere che il loro mondo non fosse mai cambiato e in cui potevano essere totalmente felici. Ma si sa, Klaus ha bisogno di ben altro per essere davvero privo di tutti i suoi incubi e, in assenza di alcool la compagnia di Ben stava iniziando a non essere più sufficiente.
-Mi rincresce che debba ricorrere a questi metodi educativi proprio con te, ma questa storia deve finire!- la voce altisonante di Sir Hargreeves fece saltare in piedi Klaus, che stava per assopirsi sulla comoda poltrona di suo padre. Non aveva distinto bene le sue parole, ma aveva capito che stava per entrare con qualcuno, perciò finse di fare qualche faccenda. La porta si aprì e nella stanza fece il suo ingresso l'ultima persona che Klaus si aspettava di ritrovare in punizione.
-Devi aiutare Numero Quattro a catalogare i libri in ordine per collocazione geografica, magari in due riuscirete a fare un lavoro decente- Sir Hargreeves parlò di nuovo con austera severità -Hai capito Numero Otto?-. Sky annuì e Reginald squadrò un'ultima volta tutti e due, per poi andarsene.
-E tu cosa ci fai qui?- domandò Klaus, lasciando andare la penna che teneva in mano per fingere di essere occupato davanti a suo padre.
-Mi sono arrabbiata perché papà voleva chiudere a chiave le stanze di Cinque e di Ben- sospirò lei, sconsolata, e facendo restare Klaus e Ben di sasso.
-Ma non può farlo!- protestò il ragazzo e la sorella lo guardò come a dire che anche lei la pensava allo stesso modo. Ma, in fondo, se si trovava in quel posto, non era difficile capire quale fosse l'opinione di loro padre.-Sarà meglio che ci mettiamo a lavoro- propose lei, per tentare di non farsi riaccendere dalla collera.
-Si accomodi pure milady- Klaus le fece un inchino -Noi... Emh, io me ne starò qui, bello comodo, come tutte le settimane-. Poi si buttò di nuovo di peso sulla poltrona e poggiò i piedi sulla scrivania. La ragazza lo guardò storto, perché il fratello aveva appena parlato di lui al plurale, ma poi si rispose che probabilmente era solo ubriaco.
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ANOTHER HARGREEVES [The Umbrella Academy]
FanfictionEsiste, da qualche parte negli Stati Uniti, una famiglia decisamente fuori dall'ordinario, in cui i bambini al posto del nome hanno dei semplici numeri, come delle cavie di un folle, seppur straordinario, esperimento. Esso è stato ordito da un assai...