Pioveva forte quella notte.
Tracie Reed aveva sempre avuto una particolare inquietudine per i temporali: i lampi improvvisi le facevano paura e i tuoni assordanti poi la terrorizzavano a morte. In generale si poteva definire una ragazza molto timorosa, cresciuta tra la biblioteca scolastica e la scrivania della sua cameretta. Era sempre sulle sue, rifiutava qualsiasi contatto umano e non aveva fatto particolari esperienze nella sua vita, nonostante stesse per compiere ventinove anni.
Ciò che aveva tra le braccia quella notte, però, era qualcosa che oltrepassava ogni soglia di serenità che gli psicofarmaci le avrebbero mai potuto concedere.
Una bambina di quasi nove mesi, sua figlia.
Lucy Reed era nata il primo ottobre dell'ormai passato 1989. Al contrario di sua madre aveva una fisionomia molto forte e robusta, un ciuffetto di capelli castano scuro e degli occhi, uno di un marroncino molto chiaro, calmo e incandescente allo stesso tempo, e l'altro di un azzurro cielo, con delle note di blu oceano.
In linea di massima proprio una bella bambina, solare e in salute.
L'unico problema era che Tracie non la voleva e non l'aveva mai voluta, perché in realtà non le era stata data molta scelta.
Tracie quel giorno stava studiando, come faceva di solito del resto, ed era impelagata in un libro di biologia, uno degli ultimi esami per conseguire la sua seconda laurea. All'improvviso avvertì uno strano fastidio al ventre, come durante l'arrivo delle mestruazioni. Tracie però era fiscale anche in questo e sapeva bene che le sarebbero dovute arrivare solo fra due settimane e tre giorni. Dapprima ignorò questa strana sensazione, che si tramutò ben presto in un dolore lancinante. Si vide costretta a chiamare un'ambulanza e ad accasciarsi sul pavimento, mentre l'addome le si gonfiava a dismisura.
Quando i paramedici arrivarono era già in fase di travaglio.
Passata un'ora, che sembrò non finire mai, una bambina bellissima urlava a squarciagola la sua venuta al mondo.
I genitori di Tracie, i quali erano sempre stati molto in pensiero per la figlia e che desideravano più di ogni altra cosa al mondo avere un nipotino, non si fecero troppe domande e accolsero la nascita della piccola Lucy, così la chiamarono, con gioia. Sostennero economicamente la figlia e cercarono di farle visita non appena ne avevano l'occasione.
Il problema era la notte.
Tracie non la sopportava, non la teneva quasi mai in braccio, per cui la lasciava piangere a oltranza, dandole talvolta un biberon per calmarla e placare le sue grida. Per i primi sette mesi questa strategia parve funzionare alla perfezione, con l'aiuto di un paio di tappi per le orecchie, anzi Lucy sembrava diventare sempre più docile.
Più di un mese fa però, Tracie iniziò ad essere tremendamente terrorizzata da sua figlia.
La notte, o comunque quando erano sole a casa, ogni tanto si sentiva un tremendo odore di bruciato. Tracie pensava di aver accidentalmente lasciato acceso il gas o che si trattasse di un cortocircuito, ma non aveva mai trovato l'origine di quel tanfo.
Ogni notte i sensori suonavano e Tracie si trovava costretta ad uscire di casa con la bambina, che però non sembrava mai spaventata. Anzi, Tracie giurava che paresse addirittura divertita.Questi episodi si fecero sempre più frequenti fino a quando Tracie non solo sentì puzza di fumo, ma trovò un fuoco accanto al lettino di Lucy. Per quanto non la desiderasse, non voleva che le fosse fatto del male, quindi si sbrigò a prenderla in braccio e ad allontanarla dalle fiamme. Notò che la piccola era leggermente accaldata e la mise sul lettone, per poi andare a prendere un estintore, così da spengere il piccolo incendio.
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ANOTHER HARGREEVES [The Umbrella Academy]
FanficEsiste, da qualche parte negli Stati Uniti, una famiglia decisamente fuori dall'ordinario, in cui i bambini al posto del nome hanno dei semplici numeri, come delle cavie di un folle, seppur straordinario, esperimento. Esso è stato ordito da un assai...