Prologo

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Avevo acquisito conoscenza da poco.

Mi hanno somministrato di nuovo quel maledetto attivatore.

Che cos'è l'attivatore? La mia debolezza.

Nel corso della mia vita sono stata abituata a poche cose: violenza, addestramenti e attivatore.
È una sostanza che offusca i miei sensi.
Quando ne sento l'aroma la mia coscienza e la mia volontà vengono soppresse e sovrastate dal massacro sistematico. La mia mente diventa incontrollabile.

La verità è che non mi considero nemmeno umana. Non sono mai stata capace di provare sentimenti che non siano rabbia, ira, indifferenza, senso di vendetta, commiserazione e non ho mai costruito un legame.
Che cos'è l'amicizia? Una volta pensavo di poter provare almeno questo. Fin quando poi non mi hanno esclusa dagli altri bambini tenuti qui in ostaggio e rinchiusa in una cella imbottita che mi ha fatto passare pure la voglia di vivere.
Non so se l'hanno fatto con l'intenzione di isolarmi o di proteggerli.

Mia madre lavorava lì.
Diceva che se avessi voluto vivere avrei dovuto stare a sentirli.
Hanno fatto su di me quel che volevano, mi hanno trasformata nell'animale che sono oggi, e mi hanno usata come arma per le loro missioni.

Ero stanca.
Avrei voluto farla finita prima o poi.

Mia madre diceva che sarei riuscita a vedere uno spiraglio di luce, ma io non le credetti. Tutti coloro che vivevano lì non ne hanno mai visto uno. Perché proprio io avrei dovuto vederne uno?

A proposito di mia madre, lei si chiamava Taylor Warth ed è era una genetista. Lavorava per la Facility, una task-force segreta di scienziati formatasi con l'intento di ricreare l'originale Arma X e riprodurre il genoma del mutante Wolverine.
Il materiale genetico a disposizione non era sufficiente a riprodurlo così mia madre propose di creare un clone femminile ma la proposta fu bocciata.
Mia madre si iniettò un embrione da lei creato, colmando le lacune genetiche dell'originale con il suo proprio e così rimase incinta. Gli scienziati si ritrovarono obbligati ad accettare la sua proposta ma ad una condizione: Taylor non avrebbe mai potuto avere la possibilità di crescere, educare, coccolare, istruire colei che sarebbe nata come una normale bambina.
Non era nemmeno stata concepita normalmente. Era solo un altro esperimento da laboratorio.
Lei si ritrovò costretta ad ascoltarli o l'avrebbero uccisa.
Sin da quando nacque la bambina fu messa sotto controllo.
Segretamente, Taylor la chiamò Nina, la quale nel corso degli anni fu esposta a diversi tipi di radiazione per attivare il gene mutante che c'era in lei.
Il generale Thorne, il comandante supremo della task-force, non soddisfatto, la sottopose all'ennesimo esperimento decidendo di rinforzare il suo apparato scheletrico con l'adamantio. Lo stesso che rese Wolverine immortale.
Tuttavia Nina era solo una bambina e non aveva speranze di sopravvivere ad un esperimento del genere.
Il fatto che invece riuscì spiazzò tutti. Taylor era così sollevata nel vedere che sua figlia fosse ancora viva, anche se a quale prezzo...

Y, il codice con cui venne soprannominata da Facility, nel corso degli anni venne usata come assassina a pagamento. In una delle tante missioni, travestita da bambina paralitica, Y massacrò il candidato alla presidenza Greg Johnson, la sua famiglia, le guardie del corpo e tutte le persone presenti nell'auditorium.

Tempo dopo uccise il rapitore della cugina Megan, di cui era stata denunciata la scomparsa.

Durante un'altra missione Zander Rice, figlio di uno dei tecnici che parteciparono alla creazione dell'arma X in seguito assassinato da Wolverine, decise di vendicarsi di suo padre e vedendo in lei la progenie decise di lasciare la piccola in una base Hydra piena di soldati. Riuscì a sopravvivere uccidendoli tutti e fece ritorno alla task-force.

Fu di nuovo utilizzata da Rice per sterminare l'intera famiglia Sutter, il quale avevano un figlio nato dallo stesso Rice e la moglie di Sutter, quindi frutto di una relazione extraconiugale.

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