Hydra Lost Mind Sabotage. Part 1.

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Anni orsono...

Gli artigli scintillanti rientrarono lentamente nella pelle fra le mie nocche. Il sangue sgocciolò da esse, ricoprendo le mie mani di sangue altrui. Mi alzai dal pavimento e voltai le spalle a ciò che ne rimaneva dell'uomo che ha tentato di togliermi la vita. Alzai lo sguardo verso l'angolo e notai una telecamera con accanto una spia rossa puntata nella mia direzione. Accennai un sorriso e scioccai la lingua, ero nettamente furiosa; adesso mi toccava fare pulizia nei piani alti. Scattai verso le scale e nel giro di due minuti raggiunsi il quarto piano. Non avevo idea di dove trovare una sala controllo o qualcuno da minacciare in grado di portarmici. Iniziai ad ispezionare ogni stanza che mi si presentava davanti. Ad un tratto sentii un rumore sordo provenire dalla porta a fine corridoio e notai che la porta era accostata: mi avvicinai di soppiatto e poggiai l'orecchio sulla porta ma tutto ciò che riuscii a sentire fu lo sgranocchio di qualcuno e il ticchettio al quanto nervoso contro una superficie, tipico di qualcuno che teme la fine.

- Me voilà, monsieur. - tuonai spalancando la porta con un calcio.  L'uomo scattò dalla sedia girabile e si munì di mitragliette su entrambe le mani. Iniziò a sparare con foga contro la mia figura, che non si mosse dal punto in cui si trovava. Abbassai lo sguardo e potei vedere l'addome bucherellato. Un attimo dopo i proiettili fuoriuscirono dai fori sulla mia pelle e caddero rumorosamente sul pavimento.  L'uomo spalancò la bocca dallo stupore e fece per allontanarsi ma finì per cadere a terra. Tentò di allontanarsi dalla mia figura che si avvicinava lentamente ma ahimè, quell'uomo ai miei occhi appariva come un verme. 

- Chi ti mand-

- Non ci provi nemmeno - lo interruppi accennando una risata isterica - Siete stati voi a tentare di uccidermi e per quale ragione? Lo dica il motivo per cui mi teme. - ringhiai, sbraitando - Se devo morire è giusto che ne sappia almeno la causa, non crede? -

- Ha ucciso un mio uomo al primo piano! -

- Così, perché non avevo niente di meglio da fare giustamente... - risposi ridendo sadicamente. L'aria divertita sparì dai miei occhi e l'uomo se ne accorse. Si affrettò ad alzarsi dal pavimento per rinchiudersi nell'armadietto. Guardai con pena il suo inutile tentativo di fuggirmi, era patetico.

- Andiamo, non mi faccia perdere tempo... - 

Abbozzai un'espressione annoiata e mi avvicinai: tesi la mano e lo afferrai per il colletto, sollevandolo da terra, e lo scaraventai sul pavimento. 

- Abbi pietà! Ti scongiuro! - si disperò l'uomo vedendomi avvicinare. 

- E perché mai? Il suo uomo non ha di certo avuto pietà mentre mi infilzava, o almeno provava a farlo, come se fossi un pollo allo spiedo. - risposi impassibile - A lei piacciono i polli allo spiedo? -

La mia indifferenza lo innervosì sempre di più. L'uomo si alzò da terra e tentò di scappare, cadendo miseramente sulle mattonelle in ceramica.

- Deve rendersi ridicolo fino all'ultimo? La smetta, la prego... - dissi provando compassione e imbarazzo.

L'uomo estrasse un coltello dalla tasca e ne sfilò velocemente la lama. Issò il braccio in perpendicolare e me lo lanciò contro. La sua lama si conficcò nel mio occhio destro. Inclinai la testa e lo guardai con l'unico occhio che al momento mi ritrovavo. Estrassi la lama lasciando che il sangue fuoriuscisse dal orbita oculare e lo buttai ai suoi piedi. Il mio viso venne solcato dal sangue mentre il mio occhio si rigenerò nel giro di pochi secondi. La sua espressione era un misto fra stupore e terrore; sorrisi notando quest'ultimo: mi avvicinai lentamente, mi abbassai al suo livello mentre le lame fuoriuscirono dalle nocche della mano. Guardandole potei vedere su di esse il riflesso di un uomo spaventato ma la cosa non mi toccava neanche. 

- Ultime parole? - 

- Voi mutanti siete solo un errore della genetica, non vi potete considerare degli uman-

Con lo scatto repentino della mano gli sgozzai la gola. Il corpo cadde all'indietro e la testa rotolò come una biglia su quel pavimento, che doveva essere decisamente pulito.

- La donna delle pulizie non ne sarà cosi felice. -

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