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Il tempo passò all'interno della mansione. I ragazzi scoprirono chi ero veramente e di cosa ero capace. Fortunatamente mi accettarono invece di allontanarsi per paura come avevano sempre fatto tutti. Ricordo come mia zia e mia cugina mi facevano sentire diversa e inferiore solo per la mia diversa natura. Non accadrà mai più.

La Professoressa Jean ne rimase sconvolta perché pensava che Wolverine fosse mio padre a tutti gli effetti. Teoricamente avevo solo una madre ma ricordandoglielo inevitabilmente iniziò ad odiarmi come non mai e non so nemmeno il perché. Charles mi consigliò di non farci tanto caso ma era difficile perché meno vuoi vedere una persona più essa ti si presenta davanti ogni singolo giorno.

Passarono quattro anni dal mio arrivo alla mansione e mi sentivo più forte che mai. Ho anche partecipato ad una missione X-Men anche se non ho mai fatto parte della squadra.
Come promesso da Charles, ho imparato a non perdere il controllo in presenza dell'attivatore. Adesso non mi fa più effetto. Se solo avessi imparato prima, mia madre sarebbe ancora viva e io non mi sentirei sola a questo mondo.

Quest'anno si è verificato un evento terribile: il Blip. Mezza popolazione mondiale è stata decimata e scomparsa nel nulla a causa del titano Thanos.
Tiffany, Tyler e Cindy si sono dissolti come la polvere davanti ai miei occhi e non ho potuto fare niente per salvarli. È un evento inspiegabile. Con quale forza è riuscito a fare questo? Come fanno ad esistere creature del genere eppure temere ancora i mutanti? Forse questa è l'occasione di uscire allo scoperto.

- A New York piangono la morte dell'unico mutante che forse poteva aiutarci. Non ci sono delle clip ma si dice che Peter Parker sia scomparso a causa del Blip e che si trovava su Titano quando è accaduto. -

- È terribile... - dissi sospirando - Gli Avengers e i loro alleati si sono dimezzati ma io ho un'idea che potrebbe piacervi... -

- Dì pure, peggio di così non può andare... - rispose Taylor.

- Non dico che gli scomparsi siano sostituibili ma se li sostituissimo?... Non c'è più la loro squadra e di conseguenza non c'è collaborazione. Noi siamo forti e possiamo gestire quello che hanno gestito loro. I gadget non mancano, sono sicura che Charles sarà felice di aiutarci, è per il bene del pianeta. Inizialmente gli umani non saranno felici di averci attorno ma in situazioni disperate imploreranno il nostro aiuto. -

I ragazzi si guardarono con sguardi allibiti.

- Non dovete darmi una risposta subito. So che può sembrare una follia dato che non abbiamo nemmeno l'allenamento adeguato ma se ci lavoriamo su magari riusciamo a mettere su una bella squadra. Mi prenderò io la responsabilità di parlarne con Charles nel caso decideste di accompagnarmi in questa avventura. Non siete obbligati. -

Personalmente non avevo paura di affrontare nessuno, nemmeno le creature più mistiche esistenti. Anche se non posso fare molto contro la magia sicuramente qualcuno dei miei amici sarà in grado di aiutarmi come io lo sarò con loro.

Alla fine parlai comunque con Charles, anche se sola avevo intenzione di aiutare la gente là fuori. Charles mi affidò ad uno dei professori in modo da farmi allenare ininterrottamente.
Qualche giorno dopo Felisia mi comunicò che lei e Taylor mi avrebbero accompagnata con la scusa di uscire dalla mansione dopo tanto tempo. Anche James e due suoi amici si unirono a noi. Infine si decise pure Bob.

- Tu hai avuto un'idea pazza, malsana ma mi piace. Possibilmente finirà con noi morti oppure con noi su tutti i notiziari e giornali e con l'America che ci ringrazia per avergli salvato le chiappe. Non vedo l'ora di provare il nostro momento di gloria. -

Sorrisi, dopotutto non aveva torto. L'America ci odiava solo perché secondo loro siamo contro natura ma non hanno mai realizzato che con i nostri poteri avrebbero potuto vivere protetti. Felisia dice che nel suo paese natale, la Romania, la gente non odia i mutanti, anzi manca poco e li venerano. E invece qui potremmo essere condannati a morte e torturati.

- Inizieremo ad allenarci insieme in modo da sviluppare tecniche di combattimento avanzate e combinate fra di esse. Charles e il Professor Lïgt ci aiuteranno nel raggiungere questo obiettivo e ci aiuteranno con i gadget. -

- È incredulo sapere che invece di fermare questa pazzia ci aiuterà. - disse Giselle entrando in palestra. Giselle era la solita ochetta popolare della scuola con la differenza che anche lei è forte. Riesce a comunicare con gli animali e la vegetazione, un potere straordinario il suo. Ultimamente una gazza ladra mi ha rubato una ciabatta per colpa sua.

- Benvenuta nel club, ci hai ripensato? -

- Non me ne fare pentire. - rispose secca - Perciò che si fa? Combattiamo? -

- Mi piace questo spirito. Hai intenzione di sfidare qualcuno? -

- Proprio te, Y. -

Sgranai gli occhi. Era il codice con cui venivo identificata in laboratorio.

- Scusami? -

- Y. Non mi hai sentita bene? -

- Tu hai solo intenzione di farmi arrabbiare e rovinare questo mio piano. Se non hai intenzioe di collaborare e comportarti a modo puoi anche smammare all'istante. -

I ragazzi si scambiarono occhiate confuse.

- Come sei permalosa. Combatti. -

Dal terreno comparsero delle radici ramificate dietro la sua figura intente a raggiungere la mia. Avrebbe voluto stritolarmi con esse, come fa ogni volta con le sue povere vittime di bullismo.
Ma con me non avrebbe funzionato molto questo trucchetto e non avevo nemmeno bisogno di scaldarmi e scatenarmi troppo.

Non diedi nemmeno tempo alle radici di avvolgermi che le presi e le strappai dalle mie braccia scaraventandole lontano. Erano ridotte a brandelli e potrei giurare di averne tirata una sui capelli di Felicia.

Giselle fece una smorfia di malcontento e ci riprovò. Lei non combatteva per riuscire nell'obiettivo ma solo per dimostrare il suo ego e il suo voler essere superiore. Per questo motivo non aveva speranza di sconfiggere me e nessun altro dei nemici che le si sarebbero presentati davanti in un futuro prossimo.

- Tu lotti perché vuoi dimostrare qualcosa. A nessuno frega niente. Trova dei giusti ideali e combatti per essi. -

Giselle ringhiò.

- Non mi conosci, non parlare. -

Tipica frase che mi dà sui nervi. Mi avvicinai con uno scatto repentino e la scontrai con una gomitata che l'allontanò di una decina di metri.

- Si non so cosa hai passato nella vita e bla bla bla. Tutti abbiamo vissuto delle tragedie nella vita, o almeno tutti coloro che frequentano questo posto. Pensi di essere differente da noi? Abbiamo sofferto tutti, ognuno a suo modo. Io sono qui perché cerco delle persone fidate che non mi volteranno le spalle sul campo di battaglia. Pensaci e poi mi fai sapere. -

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