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Con la moto raggiunsi Times Square.
Vi erano schermi e negozi ovunque.

- Forse dovrei comprarmi qualche vestito. -

Entrai in un negozio di nome Jennyfer e dopo aver passato circa due ore fra i vari reparti optai per alcuni jeans, t-shirt e intimo rigorosamente nero ad eccezione di alcuni capi grigi e bianchi. Non amavo particolarmente i colori. Poco prima di uscire notai una t-shirt crop top blu scuro. Acquistai anche quella.
Non farò spese inutili per un bel po'. Mi limiterò a comprare solo il necessario.

E se la gente trovi strano che io paghi solo con carta? Dovrei prelevare del contante? Penso proprio di sì...
E per fortuna fu facile nonostante non avessi mai utilizzato un bancomat.

Tornai a casa e dopo aver sistemato gli acquisti crollai sul letto.

Il giorno dopo comprai alcuni prodotti per la casa e per la persona, poi mi diressi in una caffetteria dove giurai di aver visto una sosia di Cindy. Purtroppo Cindy era scomparsa nel Blip... Quindi non la rivedrò più. Verso l'ora di pranzo passai dal sushi bar e presi un riso al curry giapponese.

- Ti piacciono molto le pietanze giapponesi. -

Mi voltai alla mia sinistra.

- Anche a te se sei qui. -

- In realtà vengo qui per bere, è raro che mangi cibo giapponese. Non mi fa impazzire. -

- Quindi sei qui all'ora di pranzo solo per bere? -

Non rispose, o meglio, non sapeva come rispondere.

- Allora? C'è qualche problema? Se ti senti in colpa per avermi spaventata ieri sta tranquillo, non è niente. Non mi spavento tanto per così poco. Anche se avrei giurato che sei stato fin troppo violento con questo tavolo. - risi cercando di sdrammatizzare e confonderlo. Qualcosa mi diceva che voleva saperne più su di me.

- Nessun problema, tranquilla. In realtà si, sono qui solo per bere... Non mangio molto. -

- Non si direbbe, sei abbastanza possente... Non so nemmeno se sia il termine giusto, non prendermi per una disperata in cerca di attenzioni. -

Rise leggermente e poi sorrise.

- Si mi tengo abbastanza in forma ma nessuno me lo ha mai fatto notare... Lo prendo come un complimento. -

- Lo è. - sorrisi e presi il vassoio dalle mani del cameriere.

- Se vuoi ti lascio sola. So di non essere un'ottima compagnia e non voglio rovinare il tuo pranzo. -

- Non rovini il mio pranzo, tranquillo. Posso farti una domanda? -

- Certo dimmi pure. -

- Ieri sera non ho potuto fare a meno di sentirvi parlare, mi eravate accanto. Adesso non c'è più un Captain America? Perché il tuo amico Sam ha rifiutato? -

- Per chiedermelo non sei decisamente di queste parti. -

- In effetti no... Scusami se sono sembrata troppo brusca, non volevo intromettermi. -

- Sta tranquilla. Sam ha già molto da fare e ha parecchie questioni da risolvere... E pensa di non essere degno di quello scudo. Lo è se Steve gliel'ha consegnato e la cosa mi innervosisce. Io non l'avrei mai donato. Io ne avrei fatto buon uso. Non avrei ignorato l'ultima volontà di Steve. -

- Doveva essere molto speciale per te. -

- È stato il mio miglior amico sin dall'infanzia, non mi era rimasto altro che lui. -

- Perché dici che ne avresti fatto buon uso? Captain America non lo usava per combattere? -

- Avrei cercato di proteggere il paese come faceva lui. Ho combinato tanti guai nella mia vita e ho bisogno di riscattarmi. -

- Non penso tu abbia bisogno necessariamente di uno scudo per proteggere delle persone. Devi essere portarlo a farlo, devi avere un ideale che ti parte da dentro... -

- Sicura che stai parlando ancora di me? -

Lo guardai. Non seppi rispondere. Mi limitai a guardarlo. Nei suoi occhi blu potevo vedere il mio riflesso.

- Non ci siamo nemmeno presentati. - dissi dal nulla - Io sono Nina. -

- Io sono James Burnes ma tutti mi chiamano Bucky. Il tuo cognome...? -

Non seppi rispondere immediatamente. Non avevo mai utilizzato un cognome perché non avevo un padre e non mi sono mai trovata nella situazione di doverne inventatare uno.

- Il mio cognome è complicato... - dissi sorridendo.

- Sei strana. Non sapevi di essere cliente della Jp Morgan Chase e adesso non sai nemmeno il tuo cognome. -

Lo guardai nascondendo il mio stupore. Ero leggermente arrabbiata.

- Scusami? -

- Non ho bisogno di superpoteri per capire il linguaggio umano. Non sembri conoscere le tue radici. -

- Warth. -

- Che? -

- Il mio cognome è Warth. Cosa diavolo stai vaneggiando? -

Lui mi guardò confuso. Capii che mi parlava solo perché aveva intenzione di scoprirne di più su di me.
Era così evidente che non fossi una comune mortale?

- Conosco benissimo le mie radici, sei tu a non conoscerle. Di cosa diavolo stai parlando? Pensi che io sia una spia o qualcosa del genere? -

- Magari stai cercando qualcuno. -

- Non sto cercando nessuno. Sei solo una persona incompresa. -

Mi alzai e aprii la tasca della giacca, tirai fuori i soldi e li poggiai sul bancone.

- Grazie, era buonissimo. -

Feci per andarmene quando sentii una presa al braccio che tentò di fermarmi.
Lo fulminai con lo sguardo.

- Che diavolo stai facendo? -

Sembrava mortificato ma non mi importava più di tanto dei suoi sensi di colpa.

- Scusami, davvero. Possiamo parlare in un posto più tranquillo? -

- Noi due non abbiamo niente di cui parlare. - dissi scostando il suo braccio. Ebbi una strana sensazione.
Abbassai lo sguardo sul braccio. Non era affatto morbido al tatto.
Mi guardò a malapena in viso. Si sentiva colpevole.
Lasciai che fosse lui a parlare.

- A te interessa saperne di più su Steve Rogers. -

- Penso che ti sbagli e di grosso. - dissi interrompendolo freddamente.

- Allora ti interessa lo scudo. Ti interessa acquistarlo forse? È costituito da Vibranio e un'altra lega molto resistente di cui non ricordo il nome. È molto prezioso ed un pezzo raro, lo comprenderei. -

- Adamantio. L'altra lega si chiama Adamantio. Non comprerei nulla che sia composto in Adamantio. Lo ripudio. Mi fa schifo. -

Bucky mi guardò perplesso.

- Provi odio per un materiale? Hai subito qualche trauma? -

Lo respinsi con una leggera gomitata ma purtroppo arretrò di due metri. Mi guardò sbalordito.

- Insensibile e incompreso. -

Sfrecciai verso casa. Non sarei più tornata in quel posto.

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