"E avendo compiuto quest'atto, il suo agire sembrò così bello, non solo agli uomini, ma anche agli dei, che quest'ultimi, pur essendo molti coloro che hanno compiuto belle imprese, concessero a pochi, che è facile contare, questo privilegio, di lasciar ritornare la loro anima di quella lasciarono, ammirati del suo atto"
-Simposio, PlatoneErano diventati delle macchine.
Niente contatti umani con le persone.
Niente sorrisi.
Niente passeggiate.
Niente usciti con gli amici.
Agli adolescenti era permesso solo andare a scuola e guardarsi da lontano.
Jean e i suoi amici erano fortunati perché nella loro scuola era permesso lo sport, sempre nel rispetto delle procedure anti-covid, ma nulla di più.
"Più tardi hai gli allenamenti di tiro con l'arco?" chiese Jean a Sasha per fare conversazione mentre era il loro turno di andare agli armadietti.
"No, oggi vado da Niccoló" disse
La sua voce squillante era attutita dalla mascherina ma si poteva sentire l'emozione nella sua voce.
"Abbiamo avuto entrambi, questa mattina, il risultato del test anti-covid negativo" disse
"Perciò ci vediamo e stiamo un po' assieme"Jean sorrise sotto la mascherina e si rese conto troppo tardi che Sasha non poteva vederlo.
"Sono contento per te" disse chiudendo l'armadietto
"E tu invece? Che farai?" chiese Sasha mentre tornavano in classe
"Allenamenti di lacrosse e poi andró a casa a studiare" disse alzando le spalle
"Magari io e mamma ci guardiamo un film" aggiunse"Sicuramente una giornata meno promettente della tua" concluse guardandola
Sasha sorrise, sapendo bene quanto, nonostante quando Jean era più piccolo non andassero d'accordo, madre e figlio si amassero.
Sasha era al corrente del fatto che il padre di Jean aveva lasciato la madre quando aveva saputo che era incinta e che non avesse altri parenti al di fuori della madre.
Dopo pranzo, Jean andó verso gli spogliatoi per cambiarsi per l'allenamento.
"Forza, sgobbare!" urló il coach Shadis facendoli correre
Fecero dieci giri di campo e poi Jean, insieme a qualche altro, si fermó per bere un po' d'acqua.
Jean notó che, poco più avanti, delle ragazze si stavano allenando sui duecento metri.
E, ovviamente, Mikasa Ackerman, nonchè sua cotta dalle medie, era lì.
Loro due erano anche amici ma il problema era un altro.
Mikasa era totalmente e inesorabilmente innamorata di suo fratello adottivo.
Jean continuava a osservarla rapito, poco prima che Eren lo colpisse con la sua mazza.
"Idiota! Smettila di guardare il culo a mia sorella" disse
Jean alzó gli occhi al cielo e indossó di nuovo la mascherina.
Mentre metteva apposto la borraccia qualcuno esclamó:
"Ehy di là si stanno allenato con il salto con l'asta!"La scuola aveva un'astista ogni tre anni, nonostante la nostra sede fosse conosciuta principalmente per quello sport.
Erano più unici che rari e avevano sempre l'attrezzatura migliore, ecco perché era un'occasione vederli allenarsi.
Il ragazzo prese la rincorsa, incastró l'asta nell'apposito segno e saltó.
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One shots || attack on titan
FanfictionSemplicemente one shots su attack on titan di ogni tipo❤️