Spie

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Jean era terribilmente distratto da quel vestito.

Mikasa indossava un vestito rosso, corto sopra il ginocchio e senza spalline.

"Stai attirando l'attenzione" gli disse

"Non sono io che mi sono messo un vestito rosso fuoco" rispose lui

Ma lei riusciva a passare inosservata quando voleva.

Anche con i tacchi era silenziosa, se lei non voleva che la guardassero, non la guardavano.

"Si ma stai attirando comunque più attenzione di me" gli mormoró

Poi si divisero, rimanendo comunque in vista.

Jean andó in un angolo della discoteca, da cui riusciva a guardare tutti.

Non sapeva cosa ci facesse lì.

Non era di certo la sua prima missione ma non capiva ancora perché lo portassero.

Lui riusciva a ricordare perfettamente volti e i particolari dopo aver visto solo una volta una persona, e poi riusciva a portarli con estrema precisione su carta.
E poi era addestrato.

Ma non era l'elitè dei soldati come lo era Mikasa, o una tiratrice scelta che ha imparato a sparare a otto anni come Sasha, nè ex butta fuori come Connie e Eren e neanche un attore e manipolatore coi fiocchi come Armin.

Osservó Sasha, al bancone dei drink, fare la civetta con un vecchio e importante, o così sembrava, signore della mafia.

Il vestito bianco le cadeva lungo le gambe, aveva uno spacco laterale poco profondo ed era tutto calcolato in modo da riuscire a nascondere le fondine sulle cosce.

Rideva in modo cristallino e misurato, muovendo la lunga coda e lasciando scoperte le spalle. Era così diversa da come era in realtà.

Connie, seduto a dei divanetti con altri uomini di un certo calibro, beveva Wiskhey di Malto, guardava una ragazza fare una danza sensuale e ogni tanto buttava un occhio alla sua partner sul lavoro, visto che i suoi compari avevano gli occhi troppo occupati con la donna difronte a loro.

Eren, invece, era all'altro angolo della discoteca e si guardava intorno, proprio come lui.

Poco lontano, Armin, parlava con un uomo facoltoso che sembrava rapito dalle sue parole.

Jean ebbe la sensazione che un'altra donazione, di almeno un milione, sarebbe arrivata alla società.

Infine posó gli occhi su quella donna che per lui era un faro.

Il vestito rosso mette a in risalto la figura di Mikasa, slanciata e sensuale, facendogli sentire troppo caldo e distraendolo.

Poi i loro occhi si incontrarono e Mikasa gli fece cenno con la testa.

'tra 5 minuti, nel bagno'

Ecco cosa significava.

Jean si guardó attorno e si rese conto che, sicuramente, Mikasa avrebbe scelto il bagno degli uomini visto che lì dentro c'erano troppe donne.

S'incamminó verso il bagno e quando aprì la porta la puzza e la luce troppo bianca lo accecarono.

Il bagno era sporco, i lavandini rotti, così come le porte dei sanitari.

"Che ti prende?" gli chiese Mikasa quando si chiuse la porta alle proprie spalle

"Niente" rispose Jean

Mikasa era in mezzo alla stanza, con le braccia incrociate, e anche in quello schifo di bagno riusciva a sembrare regale.

"Non è vero" gli disse

One shots || attack on titanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora