Capitolo 18
"Si può sapere dove eri finita?" Chiese impetuoso Leeteukerry raggiungendola velocemente. Era stato tutta la notte con un Jonghodo sofferente. La febbre gli era salita molto e ogni tanto era stato preso dalle convulsioni. Era entrato in panico. Non sapeva come prendersi cura di un malato e la situazione del cugino era tutt'altro che "normale". In più, non era da Giam sparire in quel modo. Soprattutto se questo implicava lasciare da solo Jonghodo.
"Scusami..." Incominciò la ragazza a bassa voce. Leeteukerry l la abbracciò improvvisamente.
"Cosa è successo? Non è da te sparire..." Giam spalancò gli occhi incredula, per poi cingerlo dolcemente.
"Non ti preoccupare... Non sono stata molto bene. Mi hanno portata in infermeria e mi sono svegliata questa mattina lì." Leeteukerry rimase sbalordito da quelle ultime rivelazioni. E lui che si era preoccupato più della sua incapacità nel gestire quella situazione che del perché Giam quella notte non fosse tornata. Si vergognava di sé stesso. Era il più anziano, ma si sentiva così impotente davanti le difficoltà. Il problema era sempre stato quello.
Davanti a delle situazioni più grandi di lui sapeva solo scappare.
Si allontanò leggermente.
"Sei... Stata male?"
La ragazza annuì. Poi sorrise.
"Tranquillo... Ero solo un po' stanca, ma adesso sono nel pieno delle forze. Come sta Jonghodo?"
Leeteukerry si morse il labbro nervosamente.
"In realtà è stato molto male stanotte..." Gli occhi di Giam si spalancarono increduli. L'hobbit notò il senso di colpa farsi strada tra le sue pupille. "Ha avuto la febbre alta e io.. Io.. In realtà non sapevo cosa fare... Ho chiamato l'infermiere, ma mi hanno detto che hanno avuto dei problemi con gli elfi usciti in ricognizione. Ho fatto quel che ho potuto..." Balbettò, aspettandosi una reazione furiosa da parte di Giam.
Tuttavia, la ragazza inspirò ed espirò profondamente due volte e chiese semplicemente:
"Ha ancora la febbre?"
"Credo di si, ma è migliorato...Ho fatto come mi hai insegnato... Gli ho bagnato la fronte con acqua e aceto di mele e l'ho lasciato scoperto per tutta la notte... Tremava come una foglia." Concluse mentre Giam si faceva largo per andare a vedere le condizioni di Jonghodo.
"È normale che tremi, ma quando si ha una febbre alta è l'unico modo per abbassarla. Gli hai dato l'infuso che ti ho lasciato vero?"
"Si..."
Gli poggiò una mano sulla fronte, prese un cuscino dall'armadio in fondo alla stanza e glielo infilò sotto il capo in modo da rialzarlo un poco. Poi gli rimboccò il lenzuolo e gli aggiunse una leggera copertina in cotone.Leeteukerry non era affatto sorpreso della sua naturalezza nel muoversi tra bendaggi, coperte e medicinali. Sapeva esattamente quello che fare e come farlo. Era sempre stato così. Anche tra loro.
"Beh, hai fatto un ottimo lavoro stanotte." Disse sorridendogli.
Il ragazzo arrossì.
"Grazie..."
"Adesso vai a riposarti, ci sono io con lui fino a questo pomeriggio. Poi devo andare agli allenamenti con Francescagorn, ma ho incontrato Keywen nel venire qui e mi ha detto che mi può sostituire lui..."
Leeteukerry annuì e sparì dalla porta della camera. In realtà Giam era rimasta stupita quella mattina di essersi ritrovata nella "vera infermeria". Nonostante le fosse sembrato strano che la stanza di cura dove si trovava Jonghodo fosse troppo piccola per considerarsi un'infermeria, e soprattutto che non ospitasse altri pazienti, non aveva pensato al fatto che effettivamente non lo fosse. Dopo aver spiegato a Keywen i suoi dubbi, le aveva risposto che probabilmente avevano dedicato al suo amico una stanza apposita date le condizioni particolarmente delicate.
Si sedette al suo fianco. Lo osservò con un mezzo sorriso. Le sembrava essere passata un'eternità da quando lo aveva lasciato. Quel viso spigoloso ma delicato, la bocca carnosa, il naso dritto e gli occhi chiusi che delineavano una perfetta linea leggermente arcuata. Le era mancato così tanto. Le mancava la sua voce. Sentirlo parlare con quel tono caldo come la cioccolata calda bevuta davanti un focolare nelle notti invernali più pungenti.Intrecciò le dita alle sue.
"Sarebbe bello sentirti parlare di nuovo.... Anche solo per un attimo..." Sussurrò.
E fu proprio in quel momento che la sua silenziosa preghiera fu esaudita. Dalla bocca di Jonghodo fuoriuscì un piccolo mugugno.
Giam spalancò gli occhi.
No. Doveva aver sentito male.
"G...Giam..."
La voce di Jonghodo era bassa, impastata. Quasi un fievole sussurro, ma era la sua voce! Dopo una lunghissima, interminabile settimana, era uscito dalla sua bocca qualcosa che facesse sperare un suo pronto risveglio.
Giam catturò più fermamente la sua mano, mentre con quella libera gli accarezzò amorevolmente il viso.
"Jong, si... Sono io..." Lacrime di gioia scendevano copiosamente lungo le guance arrossate.
Il ragazzo mugugnò qualcos'altro ed istintivamente si girò vero di lei.
Fu solo un attimo, ma gli occhi di Jonghodo si socchiusero.
"Giam sei qui..." Biascicò.
"Certo! Per te sempre..." Piagnucolò Giam.
Poi, la coscienza di Jonghodo ricadde nell'oblio.

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The amazing Journey
FantasyNella pacifica vita della Contea scende un'ombra oscura. La Terra di mezzo è in pericolo. Smtauron è tornato e le sorti della vita di molti dipendono da una Compagnia. Una storia d'amore e d'avventura si fa largo in un viaggio che porterà i protagon...