A LIE

1.8K 97 5
                                    


Stiles intuì che Erika non avrebbe mollato l'osso anzi avrebbe continuato ad insistere sulla questione, quindi si alzò dicendo "Dovrei andare adesso, mi sento meglio."

Isaac sbuffò un sorrisetto sghembo in risposta e sussurrò cantilenando "Hai detto una bugia".

"Ti accompagno io" si offrì subito Derek prima di prendere le chiavi dal tavolo vicino e lanciando un'occhiata in tralice ad Isaac.

"E' tutto ok, posso andare a piedi non ti scomodare" insistette Stiles scuotendo la testa. L'ultima cosa che avrebbe voluto era rimanere da solo in auto con Derek.

"C'è un branco di alfa là fuori, non dovresti andare da solo" ringhiò Derek. Non aveva la pazienza di battibeccare adesso.

"Non sono un lupo mannaro, non sono una minaccia" ribatté Stiles raggiungendo la porta.

"Sei un emissario" scattò Derek infastidito.

Stiles si voltò di scatto, il suo tono tagliente "Non lo sono." Rispose lapidario.

La mascella squadrata di Derek si serrò. Si era dimenticato di quanto potesse essere testardo e petulante quel ragazzino.

"Potrei avere una piccola scintilla di mangia o qualsiasi diavolo di cosa essa possa essere ma non sono un emissario. Non so nemmeno quali abilità ho o se è stato solo un fuoco di paglia" disse Stiles indicandosi e non credendo in se stesso.

"Allora come facevi a sapere che hai dei poteri?" Erika inclinò la testa su una spalla alzando un sopracciglio dubbioso.

Stiles deglutì "come ho già detto: è stato solo grazie a Deaton." Tecnicamente quella non era una bugia.

"Stiles, passi ogni giorno con i lupi mannari; hai il nostro odore addosso, sarebbe un suicidio uscire da solo non essere cocciuto."

L'umano si passò una mano tra i capelli, non voleva restare solo con lui e cercò in tutti i modi il coraggio per dirglielo ma fallì miseramente e si rassegnò.

Infondo voleva solo tornare a casa. "Bene" berciò alla fine sconfitto.

"Ciao, Stiles" fece le fusa Erika con un piccolo cenno di saluto e un sorrisino malizioso a dipingerle le labbra.

Stiles annuì bruscamente premendo le labbra fra loro per evitare di essere sgarbato, poi seguì Derek fuori dal loft. I suoi piedi erano come piombo mentre scendeva le scale e raggiungeva la macchina.

Una volta che i due si furono seduti nella Camaro e Derek l'ebbe avviata quest'ultimo si voltò verso Stiles "Ovviamente sei più a disagio adesso di quanto non fossi dentro. Hai smesso di esserlo con me settimane fa, cosa è cambiato?"

Stiles sapeva che Derek aveva sentito il modo in cui il suo battito cardiaco era impazzito alla domanda e ne ebbe conferma quando gli occhi del lupo si spostarono velocemente sul suo petto.

"Non è cambiato niente" Bugia.

"Adesso sei nervoso."

"No, non lo sono." Bugia.

"Hai paura di me?" chiese esitante Derek quasi non volesse conoscere la risposta.

"No, non più di quanto dovrei averne" scosse la testa Stiles convinto delle sue parole.

"Bene" Derek si voltò di nuovo verso il volante. Con suo grande sollievo quella risposta non era stata una bugia. "Non ti farei mai del male."

Stiles mormorò incerto "Mai direi mai."

Derek aggrottò la fronte.

"Andiamo, ho l'immunità solo perché sono amico di Scott. Se gli succedesse qualcosa..." Stiles si interruppe lasciando intendere quelle parole non dette.

"Non è vero." Il tono di Derek fu basso e deciso mentre parlava e non distolse lo sguardo dalla strada. "Ora fai parte di questo mondo, se mai dovesse succedere qualcosa a Scott, c'è sempre un posto per te nel mio branco."

La bocca di Stiles si aprì leggermente. "Non capisco. Cosa è successo al tuo non voglio un emissario?"

"Non lo so, ma per me ci sei stato più di una volta quindi sono propenso a fidarmi di te." Ci fu una pausa. "Inoltre, so cosa vuol dire essere soli a questo mondo. Non lo augurerei a nessuno."

Stiles annuì pensieroso ma non rispose. Ecco spiegato il motivo per il quale Derek aveva aiutato Scott dopo il morso.

"Mi dici cosa nascondi?" Chiese Derek dopo pochi minuti.

"C-cosa?" rispose Stiles balbettando e facendo scattare la testa verso l'altro.

"Hai mentito per tutta la sera. Immagino che ci sia qualcosa che riguarda questa tua scintilla di cui non ci stai parlando. "

Stiles ingoiò a vuoto il nodo che si era formato nella sua gola. Il segno sotto la sua maglietta bruciava intensamente come se volesse disintegrare il tessuto per potersi finalmente mostrare. Avrebbe potuto parlare. Erano soli e bastavano pochi gesti. Iniziò a prendere la camicia tra le dita ma si fermò impaurito ricordando ciò che Derek aveva detto sul non volere alcun emissario. Le sue dita sfregarono il segno sotto il tessuto sottile. Non poteva farlo così la sua mano ricadde mollemente in grembo.

"Non è affar mio. Ma presumo che tu lo stia tenendo nascosto anche a Scott dato che l'hai mandato via prima. Potrei suggerirti di non tenerti tutto dentro a lungo. I segreti possono ferire le persone." L'ultima frase fu detta con una tale intensità che Stiles fu sicuro che non fosse destinata a lui.

"Lo farò, ho solo bisogno di tempo" rispose tranquillamente Stiles; i suoi occhi non si staccarono mai dalle ginocchia. Si sentiva come un bambino che aveva ricevuto un rimprovero. Si chiese come facesse Derek a sapere che non stesse dicendo tutta la verità. Sperava che non avesse intuito quale fosse il pezzo mancante di quell'intricato quanto assurdo puzzle o perlomeno pregò che così fosse.

Con grande sollievo di Stiles in quel momento Derek entrò nel vialetto.

"Grazie per il passaggio" Stiles rivolse a Derek un sorriso incerto.

"Grazie per il tuo aiuto nelle ricerche" annuì il maggiore in risposta.

"Certo, ogni volta che hai bisogno che io faccia qualche ricerca o cerchi qualcuno, fammelo sapere" Stiles si accigliò leggermente mentre le parole gli uscivano di bocca. Perché lo aveva semplicemente proposto come se lui e Derek fossero amici?

"Lo farò" Derek aveva su un lieve cipiglio.

Stiles chiuse in fretta lo sportello della Camaro e si fece strada verso la porta d'ingresso. Con suo grande sollievo suo padre non era in casa, quindi avrebbe avuto un po' di tempo per elaborare tutto quello che era successo durante quella lunghissima giornata.

Salì le scale e si gettò sul letto con un gemito. Perché la sua vita era sempre stata così caotica?

Derek nel mentre rimase seduto immobile per un momento. Lui e Stiles avevano sempre avuto una relazione strana, ma oggi era stato diverso. Derek si era preoccupato per lui in un modo che non aveva mai fatto in passato. Certo, era sempre un po' preoccupato per Stiles,  forse più di quanto avrebbe mai ammesso, ma oggi lo era di più. Era come se facesse parte del suo branco, come se fosse una sua responsabilità. Ed il modo in cui Stiles era rimasto indietro e aveva lavorato per aiutarli a cercare i membri sopravvissuti. Sembrava ... tutto così naturale. Avrebbe voluto attribuirlo al fatto che Stiles fosse uno pseudo emissario e lui un alfa, ma come poteva saperlo con certezza? Alle sette di sera, Deaton sarebbe stato ancora nel suo ufficio. Forse da lui avrebbe avuto delle risposte.

For the love of ChaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora