Capitolo 2

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Arrivo al giardino senza un minimo di fiatone così controllo il perimetro e notando che non c’è nessuno tiro fuori la spada e la matto davanti a me e chiudo gli occhi visualizzando una possibile situazione che potrebbe crearsi in una battaglia così apro gli occhi e inizio a colpire i miei bersagli immaginari ruotando su me stessa facendo dei fendenti e affondi con spazzata di gamba dietro da come mi sono visualizzata i miei obbiettivi mi manca solo un avversario che si trova esattamente dietro di me che sta alzando la spada per colpirmi sulla parte scoperta del collo così mi giro e punto la spada al suo collo ma quando sento qualcuno gemere mi blocco sul posto e le mie “visioni” si spengono e mi ritrovo davanti lei con la mia spada appoggiata al suo collo con un po' di sangue che cola dal suo collo

L: o mio dio, mi scusi, non volevo, io non- non so che
C: è molto bravo devo dire
L: io non dovrei essere qui mi scusi
C: il giardino è mio o no?
L: si ma è vietato entrare nel suo giardino e non doveri essere qui
C: ma io non chiamerò nessuno per farla arrestare
L: ma io l’ho ferita e ora mi sento in colpa; mi faccia controllare quanto è profondo il taglio che le ho procurato
C: faccia pure sigor
L: Jauregui, e che resti tra noi signorina Jauregui, Lauren Jauregui

Mi avvicino al suo collo e il taglio non è molto profondo come speravo ma lo è abbastanza da lasciare una cicatrice

A: chi è lei!?
L: sono Lorenzo Jauregui, signore, figlio di Michael e Clara Jauregui
A: cosa ci faceva all’interno del giardino di mia figlia in più a una distanza ravvicinata alla suddetta
L: stavo passando per tornare a casa da una consegna e mi sono fermato a armeggiare con la mia spada signore
A: e come mai era così vicino a mia figlia
L: perché distrattamente l’ho colpita con la mia spada e stavo controllando se stesse bene
A: guardie portate quest’uomo nelle segrete che lo puniremo per aver infranto le legge e aver attaccato alla vita di mia figlia
C: no padre non fate questo, non voleva fare del male
A: non contradirmi figlia e torna da tua madre
C: non fatele del male vi prego padre
A: DINAH!... DINAH!
D: si mio signore
A: accompagnate mia figlia hai suoi alloggi
D: Lo, cosa ci fai tu qui!?
A: lo conosce signorina
D: si
A: per sua informazione ha infranto la legge e ha attentato alla vita di mia figlia; e ora medicate Camila e preparatela per la cena
D: si signore, andiamo Mila

Le guardi mi spintonano e mi guidano nelle segrete dove mi infilano in una stanza buia con una misera finestrella

A: spogliatelo lasciandogli solo camicia e pantaloni, controllate che non abbia armi
Iniziano a spogliarmi e quando mi tolgono la camicia notano il corsetto per rendere poco visibile il mio seno
A: non abbiamo un uomo qui ma una donna, come vi chiamate allora
L: Lauren non Lorenzo
A: bene mia cara Lauren ora verrai punita; mani al muro

Appoggio le mani al muro e esso inizia a frustarmi la schiena lo fa fino a quando cado a terra senza forze ormai.
Mi lasciano li chiudendo la porta con tre giri di chiave dopo avermi messo un po' di pane e acqua e la mia camicia

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