CAPITOLO 3 - L'INIZIO O LA FINE DI TUTTO?

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Un anno prima

Aprii gli occhi guardandomi intorno spaesata. Non capivo dove fossi e da quanto tempo mi trovassi lì. L'infermiera che si stava prendendo cura di me chiamò immediatamente i medici per avvisarli del mio risveglio. Provai a parlare ma mi costò molta fatica, il medico appena giunto mi disse di non sforzarmi, che ero intubata e che avrei dovuto pazientare fino a quanto non mi avrebbero liberato da quel terribile tubo che mi opprimeva la gola. Mi spiegò inoltre brevemente, senza entrare troppo nei dettagli, che ero reduce da un terribile incidente stradale che mi aveva causato parecchie lesioni interne e che per sanarle avevo subito un delicato intervento chirurgico. Mi disse inoltre che ero stata ricoverata con una forte commozione celebrale e che avevano dovuto ridurmi chirurgicamente l'emorragia che l'urto mi aveva provocato. In quel momento mi stavo risvegliando dal coma farmacologico nel quale ero stata posta per dare modo al mio corpo e alla mia mente di riprendersi dai traumi subiti. Mi disse che in corridoio c'erano i miei famigliari, desiderosi di vedermi. Mi chiese se fossi pronta, se me la sentissi di riceverli, altrimenti avrebbero fatto entrare solo i miei genitori e spiegato al resto dei presenti che non ero ancora in grado di ricevere visite. Dissi che me la sentivo e così fece entrare tutti quelli che sostavano da giorni in corridoio in attesa di notizie. C'era mia madre, mio padre, mia sorella Leyla, il suo capo Emre, così diverso in volto dall'ultima volta che lo avevo visto. E poi cosa ci faceva in quella camera in quel momento? Tutti si sporsero verso di me per tranquillizzarmi e per trasmettermi calma, era palese nei loro sguardi che il mio risveglio fosse un sollievo che aspettavano da parecchio tempo. La mia attenzione fu attratta dal fondo della stanza, un bellissimo uomo dai lunghi capelli castani legati perfettamente restava appoggiato alla porta, sembrava volesse mantenere le distanze dagli altri. Lo scrutai attentamente, poi passai oltre, cercando di capire cosa fosse successo. Tornai a guardare il ragazzo dai lunghi capelli castani, aveva cambiato espressione improvvisamente, ora, mentre a passo svelto lasciava il corridoio adiacente alla mia camera, i suoi occhi erano pieni di lacrime. Mi dispiacque vederlo in lacrime, pur non avendo idea di chi fosse, lo chiesi ai presenti ma mi risposero che non c'era nessuno ...

Era chiaro a tutti tranne che a me, che quell'uomo appena descritto seppur presente solo nella mia fantasia o forse no, non fosse un estraneo. L'incidente mi aveva procurato oltre ad un sacco di problemi fisici risolti con interventi chirurgici, una forte amnesia, avevo dimenticato una parte della mia vita. Secondo il dottore la mia memoria sarebbe potuta tornare pian piano, con il tempo. Magari un ricordo, un luogo, una situazione mi avrebbe aiutato a recuperare il mio passato.

Cominciai un lungo e difficile percorso di riabilitazione sia fisica sia mentale, un po' alla volta venni a sapere più dettagli dell'incidente verificatosi mentre percorrevo a folle velocità una strada trafficata di Istanbul Ero stata centrata in pieno da un mezzo pesante che proveniva dalla corsia opposta. Ero viva per miracolo ... Perché mai stavo percorrendo quella strada in auto, a quell'ora? E con quale auto poi se non ne possedevo una?

LA FIAMMA DEL RICORDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora