CAPITOLO 14 - BRUTTE NOTIZIE

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METIN

Con mio grande rammarico ho dovuto abbandonare le ricerche di Can e tornare in Turchia. I giorni a mia disposizione sono terminati velocemente, un'importante causa richiede la mia presenza in tribunale. Proseguirò le ricerche di Can non appena mi sarà possibile. Nel frattempo, appena terminata l'udienza in tribunale, farò visita a Sanem.

Sono intento a programmare i miei appuntamenti giornalieri quando sono interrotto dalla mia segretaria che mi annuncia che in linea c'è la guardia costiera francese. Non capisco ma accetto la chiamata. M'informano che al largo di Plage des Canebiers è stata ritrovata incustodita la barca del Signor Divit, di lui nessuna traccia. Non escludono né il rapimento né il suicidio ma per il momento non hanno rinvenuto nessun cadavere. L'interno dell'imbarcazione presenta evidenti segni di colluttazione. Hanno preso contatto con me perché unico nome rintracciato all'interno dell'imbarcazione; il cellulare rinvenuto è rotto e la scheda al suo interno è stata rubata. M'informano inoltre che sono stati ritrovati numerosi ritratti a carboncino raffiguranti una certa Sanem, ma non hanno informazioni sufficienti per rintracciarla.

Mi chiedono un numero di un parente da contattare, ringrazio spiegando che sono il suo avvocato e che mi occuperò personalmente di avvisare la famiglia. Chiudo la chiamata e un brivido mi percorre la schiena. Non può finire così. Che cosa hai fatto? Non posso credere che tu abbia scelto di farla finita ...

Recuperata la capacità di ragionare con chiarezza, mi rendo conto di dover avvisare la famiglia. Can se ne era andato e da più di un anno non comunicava notizie di sé ma i suoi famigliari avevano il diritto di sapere che cosa gli fosse successo e spettava a me farlo, prima che lo facesse la stampa.

Si era già occupata di lui recentemente e c'era il rischio che pur di far notizia collegassero i due avvenimenti. Avrei dovuto chiamare Aziz il padre, sarebbe stato più corretto ma conoscevo le sue condizioni di salute e sapevo che aveva lasciato la Turchia per curare una brutta infezione polmonare a Cuba. Aveva informato soltanto me, non voleva che la famiglia lo venisse a sapere, ero stato io a sua insaputa a informare Can, altrimenti non avrebbe mai acconsentito a sostituirlo al timone dell'azienda. Composi perciò il numero di suo fratello Emre che rispose immediatamente ignaro dell'argomento della telefonata. Senza tanti giri di parole gli illustrai i fatti comunicatimi dalla capitaneria di porto francese, relativi al ritrovamento dell'imbarcazione di Can, non gli nascosi nulla, compresa l'ipotesi che si fosse tolto la vita. Sconvolto, m'informò che avrebbe lasciato immediatamente l'ufficio per raggiungermi.

EMRE

Immerso nel traffico, piango mentre cerco di raggiungere velocemente l'ufficio di Metin. Mi sento in colpa per quanto potrebbe essere successo. Se Can è arrivato a tutto questo in parte è colpa mia. Io ho spinto Sanem a mentirgli, all'inizio l'ho ricattata e le ho fatto credere che mio fratello fosse il cattivo solo per raggiungere il mio scopo, quello cioè di screditarlo e mettermi a capo dell'azienda. La verità però è che mio padre aveva ragione. L'ho odiato quella sera in cui l'ho sentito dire a Can che io non ero in grado di dirigere l'azienda ed ho agito contro di lui per dimostrargli il contrario. Purtroppo però papà ci aveva visto giusto. Non sono all'altezza di Can, tanto è vero che, ora che se ne era andato da più di un anno, l'agenzia è sull'orlo del fallimento. Non sono stato in grado di portare avanti il progetto di mio padre, non sono neppure stato in grado di difendere mia cognata, ho fatto tanto male a Sanem in passato e ho indirettamente contribuito al rischio mortale occorsole perché le ho permesso di sottrarmi le chiavi dell'auto. Ho tante cose da farmi perdonare da Can, come il matrimonio di Sanem per esempio, e forse non ne avrò più la possibilità. Saputo della proposta di nozze di Yigit all'insaputa di tutti, l'ho cercato ovunque, solo lui avrebbe potuto fermarla, solo rivedendolo avrebbe riacquistato la memoria ed evitato di commettere un terribile errore ma non sono riuscito a rintracciarlo. La famiglia di Sanem era favorevole a questo matrimonio. Pensavano che ricostruendosi una nuova vita avrebbe dimenticato del tutto il suo recente passato e avrebbe vissuto un futuro sereno accanto a Yigit. Non la pensavo come loro ma ovviamente ero di parte, non mi restava altro che fare buon viso a cattivo gioco e sperare in un suo ritorno.

LA FIAMMA DEL RICORDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora