CAPITOLO 18 - E' GIUSTO NASCONDERE LA VERITA?

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Le riprese sono finalmente terminate, alla fine ci siamo dovuti dirigere in Spagna per ricreare degnamente la location necessaria per soddisfare le esigenze del cliente. Per tutto il periodo delle riprese, il pensiero di Can non mi ha mai abbandonato. La sofferenza che traspariva dal suo sguardo era troppa anche per me. A qualche settimana di distanza mi chiedo se il mio silenzio sia stato corretto. È vero che siamo stati interrotti ma io non ho fatto niente in mio potere perché quella conversazione continuasse anzi, quando mi sono allontanato definitivamente dalla Francia, ho tirato un sospiro di sollievo, però mi sbagliavo. È stato un sollievo breve. Continuo a chiedermi se sia stata la mossa giusta. Can ha capito di aver fatto un grosso errore a scappare ed ha inoltre capito che l'amore che prova per Sanem non scomparirà mai. Dopo più di un anno dalla sua partenza sulla barca ho visto disegni che la ritraggono, a memoria traccia ancora perfettamente i suoi lineamenti nonostante la lontananza. Se è ancora così presente nella sua mente tanto da riuscire a disegnarla figuriamoci quanto è presente nel suo cuore; poi, sono certo che ormai lo faccia inconsciamente, stringe spasmodicamente nella mano sinistra una bandana, non gli ho chiesto nulla ma l'ho riconosciuta. Quella bandana appartiene a Sanem, la portava sempre legata alla borsa già ai tempi in cui si usciva spensierati per bere tutti insieme un the nel nostro quartiere.

Che cosa succederebbe se io parlassi? Se Can conoscesse le reali condizioni di Sanem, forse tornerebbe a casa, - probabilmente ammazzerebbe di botte quell'arrogante di Yigit, finirebbe in carcere a vita e non al fianco di Sanem com'è giusto che sia - ma, non sono certo che sia corretto non informarlo della realtà. Per Sanem la sua presenza sarebbe importante, la aiuterebbe a ricucire quello strappo che c'è ora nella sua vita. È uno strappo molto doloroso certo, l'incidente è stato la conseguenza diretta dell'abbandono di Can ma forse rivederlo le farebbe tornare la memoria.

Chissà come sta ora Sanem. Lei per me è come una sorella, la sua famiglia si è presa cura di me e di mia sorella Ayhan quando i nostri genitori sono venuti a mancare, siamo cresciuti insieme e abbiamo condiviso migliaia di avventure. Ho capito subito, forse anche prima di lei, che provava qualcosa per il suo capo, pensavo però che non potesse essere possibile che proprio lui Can Divit, bello, ricco e famoso potesse innamorarsi della mia sorellina. Pensai a un capriccio da ricco dal quale la mia amica ne sarebbe uscita distrutta. Mi dovetti ricredere. Il sentimento che li univa e che li unisce tuttora è amore vero, come vera era la sofferenza che provava Can. Era arrivato il momento di agire, non mi sarei mai perdonato se per causa mia la loro vita sarebbe stata infelice.

Appena atterrai, chiamai Leyla, anche se la nostra storia era finita, tra di noi era rimasto un ottimo rapporto. L'affetto che ci legava non era mutato nonostante il nostro fidanzamento fosse naufragato, del resto come si dice: "Al cuor non si comanda" e il suo da tempo batteva per Emre. L'avevo sempre saputo, anche se era stata dura ammetterlo.

"Osman che sorpresa"! – mi disse Leyla non appena riconobbe il mio numero.

"Ciao Leyla, spero di non disturbarti, ho un po' di tempo libero e volevo sentire la tua voce".

"Osman, non mi disturbi per niente, sai che per me è sempre un piacere sentirti".

"Ho incontrato Can" – dissi tutto d'un fiato, senza preamboli.

"Oh Osman, quanto vorrei poterti credere ma purtroppo non è possibile che tu l'abbia fatto ora".

"L'ho incontrato un mese fa al porto di St. Tropez, io ero lì per uno spot pubblicitario, lui per fare rifornimenti prima di ripartire. Sta da cani Leyla, mi ha chiesto di Sanem e non ho avuto il coraggio di raccontargli la verità ma ... non sono certo di aver fatto bene a tacere".

"Osman fermati, fammi capire, quando esattamente hai visto Can?"

"Leyla non ti capisco, che importanza può avere sapere esattamente quando l'ho visto?"

"Perché è sparito Osman, la sua barca è stata ritrovata vuota poco lontano da Plage des Canebiers, s'ipotizza un rapimento o addirittura un suicidio ma a oggi il cadavere non è ancora stato rinvenuto e quindi per il momento escludiamo questa terribile ipotesi". "È dura far finta che non sia successo nulla, ogni informazione ci potrebbe essere di aiuto, stiamo cercando di parlarne il meno possibile per non rischiare di turbare Sanem". "Gli inquirenti non riescono neppure a spiegarsi che cosa ci facesse nei pressi di quella spiaggia, è un luogo pressoché deserto, non certo frequentato da chi ha necessità di fare rifornimenti".

"Stava cercando me". – le dico con certezza.

La paura mi assale, e se avesse vissuto il non trovarmi come un'ennesima sconfitta e avesse deciso di farla finita?

Non me lo sarei mai perdonato.

Chiamo immediatamente il mio manager e gli spiego che ho bisogno di un paio di giorni liberi, devo risolvere dei problemi personali tornando a casa.

Prenoto poi un posto sul primo volo diretto in Turchia. Sanem e la sua famiglia hanno bisogno di me. Ora.

LA FIAMMA DEL RICORDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora