Un silenzio assordante accompagna il mio arrivo alla tenuta, è proprio ciò che volevo. Ho bisogno di restare sola e di riordinare le idee dopo le emozioni provate in questa giornata. Non entro nemmeno in casa, mi dirigo verso il giardino, verso la mia sedia in vimini compagna di mille serate di malinconia. La mia mente s'illumina di tante immagini come il cielo durante un temporale estivo. La giornata appena trascorsa è stata proprio un temporale. Risate, gioia, chiacchiere, verità, lacrime, urla e rabbia. Mille emozioni diverse in poche ore.
In quella casa ho recuperato la memoria, è stato lì che ho detto a Can di amarlo per la prima volta, mentre una pioggia artificiale inzuppava i nostri abiti. E' sempre lì che Can ha chiesto la mia mano, almeno una delle mille volte che ci ha provato, è lì che mi ha detto di andarmene la prima volta che ha scoperto una mia bugia ed è sempre in quella casa che mi ha regalato la pietra d'ambra per il mio compleanno. Avrebbe dovuto consegnarmela in precedenza ma Fabbri aveva rovinato tutto organizzandomi una festa a sorpresa e mandando Can su tutte le furie.
Quante incomprensioni durante il nostro cammino, quanto male ci siamo fatti e quanto ne abbiamo ricevuto dalle persone che avevamo intorno soprattutto da membri della sua famiglia, persone che avrebbero dovuto amarlo e non pugnalarlo.
Mi sento tradita anche dalla mia di famiglia, capisco che abbiano agito a fin di bene ma in questo momento non riesco ad accettare che mi abbiano permesso di sposare Yigit. Can non si era mai fidato di lui, ha cercato in tutti i modi di farmelo capire ma non ho mai voluto ascoltarlo, reputavo la sua ostinazione nei confronti di Yigit una mancanza di fiducia nei miei confronti. Sembrava non mi ritenesse in grado di badare a me stessa e di prendere da sola le mie decisioni o almeno, era quello che pensavo allora.
Ora so che aveva ragione lui. Non ero arrivata in tempo per fermarlo quella sera dopo l'addio in ospedale ma, già allora, avevo capito che non poteva essere stato lui a bruciare il nostro diario, doveva essere stato per forza Yigit o se non lui un caso fortuito, come un colpo di vento che però lui aveva usato a suo favore, com'era solito fare. Come con la nostra storia, aveva approfittato della situazione, la mia amnesia per lui era stata una benedizione, il percorso riabilitativo da affrontare insieme per gli incidenti, che solo ora capisco non furono una coincidenza, avevano fatto il resto.
Sono ancora assorta nei miei pensieri quando sento le ruote di un'auto fermarsi davanti alla tenuta, mi chiedo chi possa essere e mi sporgo dalla sedia per controllare, è un taxi che riparte dopo aver lasciato un cliente. Un volto famigliare si avvicina alla tenuta, in mano ha una borsa da viaggio. È Osman, il mio amico fraterno, il forte sentimento che ci lega deve avergli fatto capire che avevo bisogno di lui.
Mi si avvicina e mi avvolge in un caldo abbraccio rassicurante. Avevo proprio bisogno del suo affetto e del suo supporto, mi era mancato, tanto quanto la mia amica Ayhan, con lei vicina tutto sarebbe stato più facile.
Lo faccio accomodare in salotto subito dopo avergli offerto una tazza di caffè, che però rifiuta educatamente e poi cominciamo a parlare, proprio come ai vecchi tempi quando le nostre chiacchiere finivano spesso alle prime luci dell'alba. Gli racconto quindi del pranzo a casa di Emre e della ritrovata memoria grazie ad esso, ma soprattutto gli parlo della delusione provata nello scoprire che i miei non avevano impedito il mio matrimonio con Yigit. Non gli nascondo nulla, tranne i dettagli dei miei sogni, tra me e Osman non ci sono mai stati segreti ma è pur sempre un uomo e me ne vergognerei troppo. Lui è stato uno dei primi a capire quali sentimenti provavo per Can e quindi è giusto che gli racconti tutto perciò, omettendo i dettagli più intimi, gli espongo anche i dubbi nei confronti di mio marito, raccontandogli della discussione avuta relativa ai nostri risparmi e soprattutto della reazione che ha avuto alle mie domande.
Osman mi ascolta senza interferire, lascia che il fiume di parole che sta uscendo dalla mia bocca sgorghi senza interruzioni. Quando finalmente termino, mi sento sfinita, svuotata ma serena, felice di avere accanto qualcuno che mi può capire senza giudicare.
Osman, di fianco a me non ha mai lasciato la mia mano durante tutto il racconto. Ora però tocca a lui raccontare la sua verità, che già sa che mi farà soffrire.
OSMAN: "Sanem, ho incontrato Can alcuni mesi or sono, in Francia a St. Tropez. Mi trovavo lì per uno spot pubblicitario. Durante una pausa di registrazione ho fatto una passeggiata e mi sono seduto su una panchina vicino al porto, sul ponte di una barca, c'era un uomo che assomigliava tantissimo a lui. Ho pensato che la mia immaginazione si stesse prendendo gioco di me invece era proprio Can, è distrutto Sanem, l'ombra dell'uomo che ricordi. Mi ha raccontato tra le lacrime come gli sia stato impossibile dimenticarti, abbiamo bevuto qualcosa insieme sulla sua barca e lì ho visto i suoi disegni. Sanem ti disegna perfettamente anche dopo tutto il tempo che è passato da quando ti ha lasciato, il tuo volto è ancora scolpito nella sua mente come nel suo cuore. Ti ama davvero Sanem e sono certo che se non fosse impossibilitato a farlo tornerebbe sicuramente da te ora.".
SANEM: "Pensi che sia a conoscenza del mio matrimonio con Yigit e che questo pregiudichi il suo rientro a Istanbul perché sa che non potrei più essere sua?"
OSMAN: "No Sanem, ti ama così tanto che credo riuscirebbe a superare anche questo pur di tornare al tuo fianco, purtroppo ora non è libero di farlo".
SANEM: "Che cosa può impedirglielo? Il suo orgoglio anche questa volta?"
La reazione di Osman a questa mia domanda mi fa capire che sono ancora parecchie le cose che devo sapere e che, se non me ne fossi andata, oggi la mia famiglia mi avrebbe raccontato. Forse.
OSMAN: "Can è stato rapito".
SANEM: "Come sarebbe a dire è stato rapito? Che cosa stai dicendo Osman? Spiegati meglio, non sto capendo più nulla!".
OSMAN: "Calmati Sanem, calmati e ti spiego tutto". "Can è stato rapito ma è già stato liberato, tranquillizzati, non gli è successo nulla".
SANEM: "E ora dov'è? Sta tornando a casa? Devo vederlo!"
OSMAN: "No Sanem, non sta tornando, non può farlo, è stato arrestato, sulla sua imbarcazione è stato ritrovato un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, è ovviamente stato incastrato ma la sua innocenza è ancora da provare, Metin è volato in Francia per assisterlo legalmente".
SANEM: "Ma quanto deve soffrire questo nostro amore? Perché il fato si accanisce contro di noi in tutti i modi?".
Osman non sa rispondere a questa domanda, può solo dare conforto alla sua cara amica stringendola in un caldo abbraccio fraterno.
Lascia la tenuta a notte fonda, dopo aver coperto Sanem che si è finalmente addormentata. È stata una giornata veramente difficile e colma di emozioni per tutti ma soprattutto per lei.
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LA FIAMMA DEL RICORDO
Fiksi PenggemarNon sempre tutto è come sembra. A volte le persone che appaiono buone forse mentono, si fanno vedere per quelli che non sono. Come sarebbe andata a finire tra Can e Sanem se non fosse stato lui a perdere la memoria ma qualcun altro?