MEVKIBE
Guardo mio marito cercando in quegli occhi azzurri che tanto amo la risposta ai miei tormenti.
"Nihat, ma come abbiamo potuto?" – gli domando senza preavviso. Sa a cosa mi riferisco, per una volta non ha bisogno di spiegazioni, ci stiamo ponendo lo stesso quesito.
"Veramente siamo riusciti a credere che Sanem avesse dimenticato Can al punto tale da portare in grembo un figlio di Yigit? Stiamo parlando di Sanem della nostra bambina, come abbiamo potuto essere così ciechi? Abbiamo voluto credere alle parole di Yigit solo per zittire la nostra coscienza, noi con i nostri pregiudizi, con le nostre tradizioni abbiamo permesso che nostra figlia sposasse un uomo che non ama solo perché poteva essere il padre di quel figlio che per giunta non c'è più? Perché abbiamo permesso tutto ciò?"
Nihat abbassa lo sguardo, vorrebbe parlare ma le parole non gli escono dalla bocca. È provato dai sensi di colpa, lui avrebbe dovuto proteggere il suo erkenci kus, lui che la amava più della sua stessa vita, lui che aveva visto in Can chi l'avrebbe protetta dalla tempesta al suo posto, lui che l'aveva tradita.
Non era stato in grado di prendersi cura di lei e di capire che in quel momento il matrimonio non era la scelta più giusta da fare. Non l'aveva fatto, non aveva capito, o forse sì ma era già così grato ad Allah per non averlo privato della sua figlia prediletta che non aveva avuto il coraggio di chiedergli di più andando contro a quel destino che sembrava volerla separata da Can.
NIHAT
Lo sguardo di mia moglie mi trafigge. Due splendide pietre preziose nere come la pece mi fissano in attesa di risposte. Difficile rispondere quando non lo sai fare nemmeno a te stesso.
"Non lo so Mevkibe, abbiamo sicuramente preso la decisione sbagliata, ci siamo fidati più delle parole di quell'estraneo che di quelle di nostra figlia. Avremmo dovuto supportarla, fidarci di lei e della persona che era prima dell'incidente spingendola a non prendere decisioni affrettate e invece ... dobbiamo essere onesti Mevkibe, abbiamo sperato che sposandosi avrebbe dato un taglio netto al passato e non avrebbe più sofferto. Come abbiamo potuto pensare che non avrebbe ricordato mai più? Ti ricordi quanto si amavano lei e Can? La sentivi l'alchimia che sprigionavano quando erano vicini?
Se i suoi sentimenti sono veri, sarò sempre riconoscente a Yigit per quanto ha fatto per Sanem, ma ora comincio ad avere dei dubbi sulla sua sincerità. E se ci avesse mentito per far leva sulla nostra coscienza e portarla via a Can per sempre? Che Allah ci perdoni, se così fosse, siamo complici del suo piano diabolico. Sanem non ci perdonerà mai e noi non meritiamo il suo perdono".
Sento che le forze mi abbandonano e per la prima volta in vita mia so che non è a causa di un calo di zuccheri, ma della consapevolezza di aver fallito come padre.
Guardo mia moglie negli occhi e la invito a seguirmi. Non esita, non fa domande, ha già capito tutto. C'è solo un posto in cui possiamo andare, una cosa sola ci rimane da fare: parlare a cuore aperto a Sanem e sperare nel suo perdono.
SANEM
Decido di rifugiarmi in giardino, tra i miei animali, devo fare ordine tra i miei pensieri, troppi ricordi stanno riaffiorando nella mia mente e troppe informazioni acquisite ultimamente mi fanno vacillare. Non riesco a odiare i miei genitori ma non riesco nemmeno a capire come abbiamo potuto permettere il mio matrimonio con Yigit! Conoscevano il profondo amore che legava me e Can, cosa li ha spinti a cancellare tutto con un colpo di spugna? Non hanno voluto forzare i miei ricordi ma almeno avrebbero potuto consigliarmi di ritardare quel matrimonio affrettato trovando qualche scusa. Non capisco il loro comportamento ma devo vederci più chiaro.
Sono talmente assorta nei miei pensieri da non sentire avvicinarsi il taxi che ha portato alla tenuta i miei genitori. Ora sono qui davanti a me, ogni mio dubbio sarà finalmente chiarito.
Tante domande mi frullano per la mente, molti punti necessitano di risposte ma ancor prima di rivolgere a loro qualsiasi domanda leggo nei loro occhi tanta sofferenza, una muta richiesta di perdono per una colpa che sentono di avere.
Amo troppo i miei genitori per credere che abbiano tramato contro di me, sono certa che abbiano una spiegazione.
Mio padre si avvicina esitante: "figlia mia, mio piccolo Erkenci Kus, perdonaci. Non era nostra intenzione ferirti o importi un matrimonio che tu non volevi. Sembravi felice di quella proposta, finalmente eri tornata a sorridere e per noi questa era la cosa più importante. Abbiamo temuto di perderti in quel maledetto incidente e quando Allah ti ha restituito a noi abbiamo accettato di buon grado tutto quanto avesse da proporci per te.
Sappiamo di aver sbagliato, non abbiamo tenuto conto del forte sentimento che legava te e Can e siamo stati ciechi e sordi di fronte alle parole di Yigit che si professava padre di quel bimbo che non ha avuto la fortuna di nascere. Abbiamo barattato la tua felicità con la tua vita e di questo non finiremo mai di chiederti scusa. Ti chiediamo di comprendere se puoi, Can se ne era andato da tanto tempo ormai, nessuno aveva avuto più sue notizie, nemmeno suo fratello, abbiamo pensato quindi che era giunto il momento di metterci una pietra sopra e cominciare a scrivere con te le pagine di questa nuova vita".
Li osservo mentre mio padre mi sta parlando, i miei genitori sono brave persone con un cuore puro, forse troppo legati alle tradizioni e alla loro cultura poco incline al modo di vivere delle nuove generazioni ma non certo cattivi e calcolatori al punto di farmi sposare Yigit per zittire il vicinato. Se hanno agito così è sicuramente perché pensavano che fosse la cosa giusta da fare in quel momento.
Con le lacrime agli occhi mi avvicino a loro e li circondo entrambi in un caldo abbraccio. Non servono parole.
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LA FIAMMA DEL RICORDO
FanficNon sempre tutto è come sembra. A volte le persone che appaiono buone forse mentono, si fanno vedere per quelli che non sono. Come sarebbe andata a finire tra Can e Sanem se non fosse stato lui a perdere la memoria ma qualcun altro?