Into the fire

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Buonasera!
Devo ammettere di aver scritto questo capitolo
ascoltando questa musica in loop
ed è la stessa musica presente
nella scena in cui i Clegane si affrontano
nella serie tv.
Non me ne vogliate, please.
Premesso ciò vi invito a non abbandonare la lettura!
Un saluto e un abbraccio

P.S. Ascoltatela anche voi in loop per entrare nel mood ;)


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Sandor era a pochissimi passi da lui, da quel fratello che disprezzava, da colui che aveva rovinato il suo aspetto, la sua vita, colui che aveva dato inizio a un'esistenza fatta di sguardi negati o carichi di disgusto, quello che aveva preso tutto fino a quel momento. Era arrivato il turno di Sandor di prendere: la sua vita.
Estrassero contemporaneamente le spade che cozzarono con una violenza terribile, il Mastino ruotò su se stesso e fece per colpire Gregor, ma questi era protetto dall'armatura che fu appena scalfita dal feroce attacco del fratello. Gregor affondò la lama verso il petto di suo fratello che scansò abilmente il colpo, Sandor colpì nuovamente la Montagna, ma stavolta lo fece alle spalle e fece per affondare la lama, ma Gregor fu più veloce e riuscì a fermare suo fratello con l'arma a mezz'aria e lo spinse via. Il Mastino retrocesse e il fratello attaccò nuovamente mirando stavolta al collo del primo, Sandor schivò ancora e colpì il fratello a un braccio; l'armatura si scalfì e Gregor urlò.
Era esattamente come lo ricordava: una bestia. Quando stava perdendo o quando qualcosa di suo si rompeva, Gregor urlava e iniziava a pestare a sangue chi aveva osato strappargli via l'oggetto che lui possedeva.
Gregor si strappò l'armatura di dosso e, sebbene non avesse più alcune protezione, a Sandor parve ugualmente gigantesco e mostruoso. Violento e micidiale come sempre.
La Montagna fece roteare nuovamente la sua lunga spada e tentò di colpire di nuovo suo fratello, ma Sandor si allontanò e il colpo del primo andò a vuoto. Gregor urlò e buttò via la spada, si avvicinò al fratello e, cogliendolo di sorpresa, lo colpì alla mandibola forte. Sandor cadde a terra sotto quel violento colpo, Gregor prese a colpirlo ancora, ancora, ancora e ancora.
Il volto del fratello più piccolo divenne una maschera di sangue, ciononostante Sandor urlando lo colpì con una violenta testata che fece retrocedere il maggiore dei due: il primo ne approfittò per rimettersi in piedi e riprendere la spada, ma l'altro gli diede un calcio talmente forte sul fianco destro che Sandor cadde a terra e sputò sangue.
Il Mastino non intese arrendersi, non così. Prese la spada di nuovo e si allontanò correndo, era ben conscio che Gregor non l'avrebbe mai lasciato andare via: l'avrebbe inseguito. Infatti, come previsto, la Montagna con la sua spada prese a seguire di corsa suo fratello.
Sandor corse lungo quei corridoi che ricordava molto bene, svoltò prima a destra, poi a sinistra e poi di nuovo a destra, suo fratello lo seguiva e quando il primo svoltava, Gregor tentava sempre di colpirlo con la spada alla testa, ma inutilmente.
Fuori intanto la guerra continuava a infuriare, di tanto in tanto si udivano scoppi, urla, e il cielo era squarciato dalle fiamme e dalle frecce. Imperversava una violenta guerra dentro e fuori la Fortezza Rossa.
Sandor salì una scala a chiocciola in legno e mentre stava salendo, la lama di Gregor trapassò con violenza uno dei gradini, mancò al primo tentativo, ritentò, ma fallì, al terzo colpo prese – seppur di striscio – la gamba del primo che gemette senza cedere. La Montagna tentò altre volte, ma i suoi colpi andarono a vuoto. Sandor era arrivato quasi in cima quando realizzò che quella scala non portava da nessuna parte, si fermò e vide che l'unica via d'uscita era una finestra laterale alle scale.
Gregor lo raggiunse e i due diedero inizio ad un altro scontro a colpi di spada, colpi a cui Sandor rispose colpo su colpo. Vigliaccamente Gregor colpì suo fratello con un pugno sulle labbra e poi lo colpì, là dove anni prima aveva impresso irrimediabilmente la sua firma.
Sandor urlò e indietreggiò, il fratello maggiore fece per colpirlo e trapassargli il cuore, ma Sandor fu più veloce del massiccio fratello e lo colpì violentemente al petto con un calcio che lo fece retrocedere di qualche passo. Il Mastino si rimise in piedi e la Montagna riprese terreno, ma il primo sapeva cosa fare, sapeva di essere più veloce con la spada rispetto al fratello che desiderava solo ucciderlo, non importava come: le loro spade cozzarono tante, ma tante volte che alla fine si spezzarono entrambe e fu allora che Sandor prese alla sprovvista suo fratello, lo afferrò con tutta la forza che aveva e lo spinse contro la finestra. Questa s'infranse e Gregor cadde, ma afferrò il fratello che cadde assieme a lui...

● ● ●

Quella mattina, quando la sua dama di compagnia venne ad aprire le tende, un timido raggio di sole baciò la stanza di Sansa e il suo delicato viso. Sansa era da tanto che non vedeva più il sole, nemmeno così debole, perciò sorrise alla sua vista.
La dama restò in silenzio, la ragazza lo notò e la guardò preoccupata "Che cosa è successo?"
"Vostra madre ha appena ricevuto un corvo..." Sansa udì solo quelle parole, il resto non lo sentì, aveva indossato in fretta e furia un mantello ed era uscita dalla stanza.
Quando entrò nella sala grande c'era un gran chiacchiericcio, ma quando si accorsero della sua presenza, tutti tacquero: la Stark avanzò verso il tavolo grande in legno in fondo alla stanza e raggiunse la sua famiglia.
La madre piangeva, "Madre? Cosa è accaduto?"
"Tuo fratello, Robb." rispose tirando su col naso "è scomparso. Quale altra disgrazia deve sopportare la nostra sventurata famiglia?"
"Dice niente di Sandor Clegane?" chiese Sansa con gli occhi pieni di lacrime.
Sua madre scosse la testa "Hanno trovato solo il suo elmo, ma non sanno neanche lui che fine abbia fatto. Tutti e due spariti." Catelyn tirò su col naso "Non so che cosa fare..."
Sansa scoppiò in lacrime: sua madre aveva ragione, la sua famiglia ne aveva passate già tante, lei si illudeva che avrebbero potuto avere finalmente un po' di serenità, ma a nessuno a quanto pare importava della serenità della loro famiglia già tanto dilaniata. Corse via nella sua stanza e si chiuse dentro, si gettò sul suo letto e pianse, pianse così tanto che dopo la testa le doleva tanto e gli occhi a stento li riusciva a tenere aperti.
La dama di compagnia, la giovane Aerys, le portò la cena alcune ore dopo. Sansa abbracciava il suo cuscino fissando la finestra da cui non si vedeva altro che oscurità. "Mia Lady" cominciò lei "so che è un brutto momento, ma dovete mangiare. Almeno la zuppa. C'è della carne che vi sosterrà e vi permetterà di pregare affinché vostro fratello torni."
Sansa la guardò "Ma quali dèi?"
Aerys esitò per un istanti "I vostri. Gli antichi e nuovi dèi. Quelli che pregate, insomma."
Sansa si mise a sedere posando il cuscino sulle sue cosce "Io non credo più in nessuno. Se davvero gli dèi ci fossero come hanno potuto permettere che mio padre morisse? Come hanno potuto permettere che mio fratello Bran cadesse? Come hanno potuto permettere che fossi aggredita nei boschi e quasi stuprata? Come hanno potuto permettere che Ramsay Bolton mi usasse violenza?
Come hanno potuto permettere che Robb scomparisse? Come possono non dare una seconda possibilità a chi la merita?" Sansa tacque "Ce li siamo creati noi e basta gli dèi." chiuse gli occhi e scosse la testa "Mi sembra di impazzire. Avrei voluto ricevere notizie felici... avrei addirittura preferito sapere che mio fratello era ferito, ma stava tornando! Avrei voluto sapere Sandor Clegane sulla via del ritorno... magari anche lui ferito, ma vivo." si alzò dal letto e andò alla finestra "Invece ciò che gli dèi ci hanno dato è silenzio e morte."
"Mia signora" proseguì Aerys "siete in un momento di profondo sconforto e lo capisco..."
"La tua famiglia è stata decimata e divisa nel continente?" le chiese Sansa interrompendola.
"Mia madre è morta quando avevo 5 anni, mio padre... beh, lui non l'ho mai conosciuto. Mia madre mi ha detto che aveva combattuto durante la Ribellione di Re Robert e che nel corso di essa era stato assassinato, quindi capisco la tua disperazione e anche il tuo bisogno di avere buone notizie."
Sansa sospirò pesantemente, poi si sedette e mandò giusto un paio di cucchiaiate della sua zuppa.
Era notte quando sua madre entrò di corsa nella sua stanza gridando "Hanno trovato Robb, è ferito, ma sta bene! E' a mezza giornata da qui! Io vado a far preparare da mangiare, avviso Maestro Luwin e faccio accendere il camino nella loro stanza. Gli dèi hanno ascoltato le nostre preghiere!" esclamò Catelyn, Sansa aveva sollevato il capo speranzosa, quando la madre uscì, lei si mise seduta e se fu da un lato contenta nel sapere suo fratello di ritorno, dall'altra aveva anche sperato che Sandor fosse con loro.
Scosse la testa, forse nessuno poteva esaudire una preghiera tanto complessa! 




La Principessa del Nord e il MastinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora