Nuove alleanze

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Sansa andò a trovarlo tutti i giorni da quel giorno, ma più passava il tempo e più lui sembrava infastidito dal vederla lì. Alla fine lei si convinse che quello che lei sentiva fosse soltanto un suo sogno, lui non la amava né aveva il desiderio di volerla accanto a sé.
Divenne cupa, triste. Passò molto del suo tempo a leggere fino a quando la luce del Sole glielo consentiva o passava il suo tempo sotto l'albero-diga nel giardino di Grande Inverno.
Una luna passò e Sansa sembrava sfiorire lentamente sotto gli occhi del fratello Robb, che invece stava meglio e sorrideva di più, e sotto gli occhi di sua madre, la quale non sapeva come aiutare in modo appropriato sua figlia.
"Dobbiamo fare qualcosa." un giorno la sentì Sansa parlare con il fratello.
"Cosa proponi di fare, madre? Sansa non è più una ragazzina."
"Potremmo... darla in sposa a Loras Tyrell, è un bel giovane e poi questo ci darebbe ulteriore controllo nell'Altopiano contro i Lannister.
Qualcuno mi ha riferito che stanno facendo di tutto per riportare molte casate sotto il loro comando. Sansa per questa alleanza è fondamentale."
"Madre, ma avete visto Sansa! E' così magra, pallida, non sorride neanche più! Come potete pensare alle alleanze in questo momento!" sbottò quasi Robb.
"Lo faccio per la nostra famiglia. Ma non capisci che se non giochiamo d'anticipo, i Lannister ci faranno decapitare come tuo padre!"
Sansa strinse gli occhi nell'ascoltare questa frase e tutte quelle successive, di nuovo si sentì un oggetto che da casa sua passava nelle mani di un altro. Era questo il suo destino? Sposare Loras Tyrell?
Le piaceva una volta, era stato coraggioso. A modo suo.
Le sarebbe piaciuto di nuovo? Lei era cambiata, tanti aspetti del suo carattere erano mutati: prima lei ci teneva molto alla cura del suo aspetto, ai capelli, ai gioielli, ai vestiti, ai modi di porsi verso gli altri, alle parole da usare che variavano da circostanza a circostanza; in quei giorni lei si specchiava a malapena, mangiava quel tanto che bastava per non svenire, ma vedeva pochissime persone e andava da sola nel parco o al massimo nel corridoio presso la sua stanza.
Il cuore le faceva male, le doleva. Pulsava ogni giorno più dolorosamente.

Vagò come un fantasma nel parco attorno al castello, il suo lungo vestito rosso porpora lasciava dei profondi solchi nella neve e il vestito rosso a contrasto con il candore della neve sembrava sangue.
Si sedette ai piedi dell'albero-diga ancora e ancora e chiuse gli occhi, vedeva il suo futuro già tutto deciso ancora prima di poterlo vivere e costruire. Quel futuro improvvisamente la oppresse, le sembrò di avere un macigno sul petto e l'aria sembrò mancarle di colpo.
Riaprì gli occhi e si trovò di fronte Sandor che la osservava preoccupato "Sembravi morta, cazzo!" imprecò lui e si sedette accanto a lei, nel farlo una smorfia di dolore gli contrasse il volto.
Lei lo guardò semplicemente, ma poi abbassò di nuovo il capo e lasciò che fosse il fruscio del vento a occupare quel posto; Sandor dal canto suo la osservò, era diversa. I suoi bei capelli rossi sembravano essersi schiariti, i suoi occhi erano tristi, il volto cupo.
"Vuoi prendere il mio posto?" le chiese.
"Come?" chiese lei alzando lo sguardo su di lui.
"Sei malata?"
"No. Perché me lo chiedi?"
"Sei... cupa, silenziosa, triste. Cosa c'è che non va?" le chiese.
Lei gli lanciò una rapida e gelida occhiata "E a te cosa importa?"
"Mi dispiace se stai male." le rispose in modo stranamente gentile.
Lei accennò un vago sorriso, poi gli rispose "Mia madre vorrebbe darmi in sposa a Loras Tyrell."
Sandor la guardò e sorrise piano "E non era il tuo sogno? Ricordo quanto ne parlavi bene ad Approdo del Re, il Cavaliere di Fiori di qui, il Cavaliere di Fiori di là... ne parlavi anche troppo! Di colpo non ti piace più?" le chiese.
"Come ti dissi qualche tempo fa, io sono cambiata. Tante cose che un tempo mi piacevano, oggi le trovo inutili."
"Per esempio?"
"Per esempio, cucire... non mi piace più. Vestirmi... lo trovo superfluo, insomma non ci tengo più ad apparire sempre perfetta o bella, so di non esserlo." abbassò lo sguardo la ragazza, mentre Sandor audacemente posò una mano sulla sua e lei alzò gli occhi sul volto dell'uomo.
Sandor allora le disse "Tu sei bellissima. Solo un matto direbbe che non lo sei. Il tuo Cavaliere impazzirà per te quando ti rivedrà." le disse, ma in cuor suo l'idea che lei sorridesse a quel ragazzetto, gli rivolgesse parole tenere o che lui la potesse sfiorare, gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
"Sono io che non voglio conoscerlo. Prima, ripeto, avrei dato qualunque cosa pur di conoscerlo, di passare del tempo insieme a lui, ma... ora no." lo guardò "Nel mio cuore e nella mia testa ci sei solo tu." gli confidò, ma poi abbassò rapida lo sguardo "Perdonami, so come la pensi, ma dovevo dirtelo. Se non l'avessi fatto, sarei impazzita." lei poi a testa bassa proseguì "Conoscerò l'uomo che mia madre intende farmi sposare, accetterò il mio destino. Quello di una principessa del Nord.
Sarò al suo fianco se è questo quello che devo fare, ma non amerò mai qualcuno perché devo." gli occhi dell'uomo divennero tristi, avrebbe voluto farla tacere baciandola, avrebbe dato qualunque maledetta cosa, ma ormai i giochi sembravano fatti.
"Mi riaccompagni dentro?" gli chiese alzando lo sguardo, i loro occhi si incatenarono in un'espressione di muto dolore, poi lui le offrì il braccio e la guidò dentro fino alla sala grande dove di lì a poco avrebbero pranzato tutti insieme.

Il pranzo fu particolarmente abbondante quel giorno, c'erano zuppe varie, frittelle, pane, strani frutti che venivano dal continente orientale dal sapore particolarmente dolce, tutto quel cibo e l'allegria che provavano un po' tutti, strideva con l'umore di Sansa, ma anche di Sandor che se ne stava in un angolo a bere assieme ad altri soldati particolarmente allegri.
"Un attimo di silenzio, per favore!" esclamò Robb e nella sala scese il silenzio, tutti gli occhi erano puntati su di lui inclusi quelli della sua famiglia "Abbiamo sino ad oggi ottenuto grandi e varie vittorie, i nostri nemici sono caduti, ma ce ne sono altri ancora che non accennano a farlo.
Voi sapete di chi sto parlando. Abbiamo dunque bisogno di creare un'alleanza forte e duratura, un'alleanza con qualcuno che ha potere nell'Altopiano e che ci consenta di tenere sempre sotto controllo Approdo del Re, ecco perché mi è stato saggiamente consigliato di favorire questa alleanza con un matrimonio. E quale migliore unione tra la mia dolce sorella Sansa e l'erede di Alto Giardino, Loras Tyrell." molti uomini batterono le mani sui tavoli provocando rumori stridenti e facendo vibrare i loro piatti e bicchieri "Domani Loras Tyrell sarà qui. Quindi... Sansa devi essere magnifica per domani." aggiunse Robb guardando sua sorella negli occhi, lei assunse un'espressione angosciata per poi abbassare lo sguardo.
"Dovresti dire qualcosa." le disse la madre posando una mano su quella della figlia.
Sansa chiuse gli occhi e commentò dicendo semplicemente "Se questo è il tuo volere, Robb, lo accetterò." seguirono altri battiti di mani e qualche esclamazione carica di entusiasmo da parte dei commensali.
"Ora, ho un altro annuncio da fare. Sandor Clegane, avvicinati." disse Robb, Sandor si alzò dal suo posto e avanzò come gli era stato chiesto, si fermò dinanzi al tavolo "Hai combattuto valorosamente nel corso delle ultime lune e devo, dobbiamo a te il ritorno a casa di Sansa, ma anche il ritorno di mia madre, di mia moglie e il mio qui a Grande Inverno. Ecco perché ti conferisco la nomina di Guardia del corpo di Sansa e Cavaliere di Grande Inverno."
"Grazie, mio signore. Sono lieto di questi titoli." disse inchinandosi e abbassando il capo, quando lo rialzò, incrociò gli occhi di Sansa che avevano una strana espressione.
Alla fine del pranzo, Sandor seguì e scortò Sansa nella sua stanza.
"Se hai bisogno di me, principessa, io sono qui fuori." disse lui fermandosi dinanzi alla porta della ragazza, lei lo guardò in volto poi gli disse "Avrei voluto che mio fratello ti nominasse cavaliere e ti desse la possibilità di scegliere qualcosa."
Sandor la guardò, allora lei riprese "Se fosse andata così, tu cosa avresti voluto? Cosa avresti scelto?"
Lui indugiò a lungo sulla risposta, sapeva bene che cosa avrebbe chiesto: lei. Avrebbe chiesto di poterla portare con sé e lasciarla libera di scegliersi da sola il proprio fato, ma Sandor sapeva anche che se avesse detto quelle parole, l'avrebbe solo illusa: la realtà era ben diversa.
"Avrei chiesto la libertà, la libertà di andarmene. Farei qualunque cosa pur di lasciare questo posto."
L'espressione di Sansa mutò, poi abbassò lo sguardo e quando parlò la voce le tremava appena "Spero che prima o poi la tua preghiera sia esaudita. Ci vediamo più tardi." poi entrò nella sua stanza e si sottrasse alla vista dell'uomo.

La Principessa del Nord e il MastinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora