Con sommo disgusto di Arya, il Mastino fu liberato: i fuorilegge avevano curato il braccio ustionato di Sandor Clegane, gli avevano restituito spada, armatura e cavallo, l'unica cosa che si erano presi era stato il suo oro.
Arya provò una grande e fortissima rabbia nel vederlo andare via, mentre Sansa una grandissima disperazione: la sua unica, anzi la loro unica possibilità di ritorno stava sfumando e lei era di nuovo prigioniera assieme a sua sorella che però la detestava."Sei proprio stupida allora!" inveì Arya contro la disperazione di sua sorella.
"Smettila!" la implorò Sansa con gli occhi lucidi.
"Piangi per quel mostro! Un assassino! Sei pazza." Sansa tirò su col naso "Piantala di piangere, sei patetica!" proseguì Arya "Quello non si preoccupa di niente e nessuno se non della sua sporca pelle!"
"Non è vero." replicò Sansa tra i singhiozzi "E' rude, ma... mi ha salvata, mi ha portata via con sé da Approdo del Re, avrebbe potuto abbandonarmi al mio destino, ma non l'ha fatto, come si può chiamare mostro una persona che ti salva la vita?" poi Sansa proseguì il suo racconto narrando alla sorella tutto quello che lei aveva vissuto, ma Arya non si scompose, anzi i suoi lineamenti divennero ancora più duri e le labbra si stirarono in una linea dritta carica di rimprovero verso la sorella maggiore.
"Sei una stupida, Sansa, oltre che bugiarda. Prima hai difeso Joffrey e mi hai costretto a lasciar andare via Nymeria, con le tue parole hai condannato a morte Mycah e ora stai difendendo quel... lurido assassino. Sei il disonore della nostra famiglia!" sentenziò Arya con disprezzo.
Sansa perse il controllo di sé e dimenticò le buone maniere, schiaffeggiò sua sorella che l'aggredì con veemenza graffiandola e picchiandola, fu Gendry a separare le due sorelle, qualcun altro si affacciò incuriosito da quella scena.
"Ma che vi prende si può sapere?" intervenne il ragazzo dagli occhi chiari e dai capelli scuri strappando Arya che si era lanciata con impeto su sua sorella.
"Mia sorella è matta, ecco cosa c'è." rispose Arya furiosa.
Sansa respirò affannosamente, poi si rannicchiò in un angolo e iniziò a piangere.
"Tutto quello che sa fare è piangere." continuò Arya "E mentire."La odiava, odiava sua sorella.
"Dai, lasciala stare. Calmati" disse di nuovo Gendry per poi trascinare via la piccola Stark da Sansa.
Sansa si portò le ginocchia al petto e pianse silenziosamente.
Voleva che lui tornasse da lei, che trovasse il modo di mantenere la sua promessa, ma i giorni passarono, il Sole sorgeva e tramontava e lui se n'era andato.
Forse era veramente stupida come diceva sua sorella Arya!"Ti ho portato qualcosa da mangiare." le disse Gendry quando di nuovo la Luna fu alta nel cielo.
Gli occhi di Sansa erano gonfi, le facevano male ed era sicura di avere un aspetto decisamente grottesco, ma ormai la giovane Stark non ci badava neanche più molto al suo apparire.
"Grazie." disse Sansa.
Lei prese il piccolo piatto in legno da cui prese con le mani una patata cotta e dei pezzetti di carne, non mangiava da tanto questi cibi che le sembrarono una vera e propria delizia al palato.
"Non far caso ad Arya." le disse "E' arrabbiata, ha visto... tante cose brutte che non dimenticherà mai."
Sansa annuì "Lo so, so cosa sente. Ma lei non mi sopporta. Non lo faceva prima di... non lo farà ora che ho preso le parti del Mastino che disprezza con tutta se stessa. Io e Arya non ci vorremo mai bene, neanche sforzandoci. Siamo tanto giovani eppure abbiamo così tanto rancore già l'una verso l'altra."
Gendry posò una mano sulla sua delicatamente assumendo un'espressione dispiaciuta "Spero che vi comprendiate e riusciate a parlare serenamente prima o poi." le disse prima di allontanarsi da lei e lasciarla da sola.Sansa rimase sola per i successivi giorni, si sforzò di dormire e mangiare, ma ormai stava facendo l'abitudine anche a non mangiare né dormire più, il sesto giorno – quando si rialzò – ogni muscolo le doleva, doveva mantenersi. Trovò in un angolo poco lontano da lei Arya che fissava il fuoco, aveva un'espressione rabbiosa, quando si avvicinò a lei, la sua sorellina la guardò velenosa in viso "Anche Gendry se n'è andato! Le tue preghiere si sono esaudite. Sono anch'io da sola. Solo che io ho perduto un amico, tu... uno schifoso assassino!"
"Dove è andato?" chiese Sansa.
"La Fratellanza l'ha... venduto." rispose Arya gettando con rabbia una manciata di polvere nel fuoco.
"Perché?"
Arya non rispose "Non ci possiamo fidare di loro. Potrebbero fare lo stesso con noi in cambio di qualche moneta d'oro! Dobbiamo..." Arya si guardò intorno prima di aggiungere "...fuggire." Sansa la guardò a lungo "Sei capace di farlo? O ti metterai a piangere e chiedere aiuto?" la rimbeccò Arya.
Sansa si limitò a guardare sua sorella, niente da fare non l'aveva perdonata per la perdita del suo meta – lupo, non la perdonava per aver sostenuto Joffrey, non la perdonava di essere stata lì e non aver fatto niente per evitare la morte del padre, non la perdonava per sostenere il Mastino.La notte venne e assieme ad essa molti uomini andarono a dormire, ma né Sansa né Arya dormivano. Erano sveglie e pronte a fuggire. Arya aveva una luce strana negli occhi, pensò Sansa che invece si limitava a fissare l'uscita nella speranza di vedere Sandor Clegane entrarvi, prendere le due Stark e fuggire, ma ciò non accadde. Il Mastino doveva essere ormai a molte leghe da lì!
"Guardie Lannister a un centinaio di piedi da noi!" urlò qualcuno, quello fu il segnale che le due sorelle stavano aspettando, le due nella confusione generale riuscirono a superare facilmente i due cavalieri posti a guardia della caverna. Sansa e Arya fuggirono a perdifiato nel bosco buio, Sansa arrancava, ma non si fermò. Fu afferrata improvvisamente mentre correva, colui che la strattonò era forte e aveva un'armatura che si distingueva chiaramente alla luce della luna, lei scalciò e si dimenò, ma quando sentì la sua voce smise di farlo "Per i Setti Inferi, smettila!" Sansa si voltò, era il Mastino.
Avrebbe voluto abbracciarlo, sorridergli, ma lui le chiese bruscamente: "Dov'è quel mostriciattolo?"
"Ha continuato a correre."Non si è nemmeno fermata a controllare per vedere dove fossi...
Il Mastino la lasciò lì dicendole "Nasconditi in questo cespuglio e non emettere neanche un suono, capito?" poi corse e corse nella speranza di non fare troppo rumore.
La Stark correva, era veloce.
Eccome se lo era, ma Sandor fu più veloce. La colse da dietro circondandola per un braccio e poi le disse all'orecchio "Scalcia quanto vuoi, lupacchiotta, non ti servirà a niente."
Sandor avrebbe voluto che la piccola fosse docile quanto Sansa, ma se Sansa era docile quanto un agnello, Arya era incontrollabile, un vero e proprio lupo selvatico, lui, per il loro bene, fu costretto a colpirla e così, caricatasela sulle spalle e recuperata Sansa, i tre si allontanarono dal Bosco dei Sussurri.
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TOC, TOC c'è nessuno?
Buonasera, scusatemi per l'immenso ritardo!
Vi ricordate ancora di me e della mia storia?
Beh, allora siamo al punto in cui quando Sansa sembrava essersi rassegnata nello stare
con sua sorella Arya, ecco ritornare il Mastino che - a quanto pare -
era rimasto lì nascosto in attesa di fare la sua mossa...
Dite che la convivenza tra Sansa, il Mastino e Arya sarà facile?
Come avrete anche notato libro, fantasia e serie tv qui si sono praticamente intrecciate...
diciamo che mi piaceva l'idea di poter inserire qualcosa del libro e della serie,
soprattutto in questo capitolo che considero di transizione.
Mi chiedo come sarebbe andata se
per davvero Sansa fosse stata assieme
ad Arya e al Mastino,
cosa avrebbe fatto, cosa avrebbe detto,
quali avventure avrebbe vissuto...!
Termina qui il mio sproloquio,
grazie per avermi letta,
come sempre - e se vi fa piacere - lasciatemi un commento.
Alla prossima!
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La Principessa del Nord e il Mastino
FanfictionSansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re... STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE...