ENIGMA

142 6 0
                                    

Trascorsero attimi, che poi divennero ore. Ma nulla. Si nascose il viso tra le mani, come vergognandosi di non essere stata in grado di capire, di adempiere quell'unico compito che aveva.

Oramai si era fatto tardi ed erano tornati quasi tutti a casa propria, eccetto Lucrecia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oramai si era fatto tardi ed erano tornati quasi tutti a casa propria, eccetto Lucrecia. Lei e Samuel si erano spostati nell'altra stanza per lasciarla riflettere in tranquillità e senza pressioni.

In quel momento arrivò Lu, appunto per domandarle se ci fossero novità. Carla non rispose, limitandosi a scoprirsi il viso e ad alzare lo sguardo verso l'amica. Che gli occhi siano lo specchio dell'anima, tanti lo suppongono ma soltanto pochi lo sanno per certo. Ebbene, Lu avrebbe potuto affermare di essere parte di quell'élite: si sedette accanto alla sua marquesita e tentò di confortarla:

-No pasa nada, tranquila. Solo poco fa ti hanno dimessa dall'ospedale, e tu sei venuta subito qui ad aiutare. Hai fatto del tuo meglio, ne sono certa. E ricorda, non devi dimostrare nulla a nessuno. Io credo in te, Carla. Samuel crede in te, tutti crediamo in te. Direi che è giunta l'ora che pure tu creda in te stessa.

In quel momento giunse Samuel, volendo offrire tutto il proprio supporto e sostegno. Si sedette accanto a Carla senza proferire parola, e la abbracciò forte per confortarla.

Carla non disse nulla, ma qualcosa nei suoi occhi mutò. Nonostante il particolare frangente in cui si trovava, una situazione di rischio e pericolo per le Cantine e il suo futuro, l'appoggio e l'affetto dimostrati da Lu e Samuel avevano fatto sorgere una sensazione di pace e di serenità quasi paradossale in quel momento. Per ritrovare la concentrazione quindi spostò gli occhi sui documenti sopra al tavolo, e lo sguardo le cadde in particolare sulle foto dei vigneti. In quell'istante si accese una scintilla nella sua mente. Unendo sentimenti e razionalità, era stata in grado di risolvere l'enigma: quella pace e quella serenità che ora stava sentendo, erano le medesime emozioni che un determinato vigneto le faceva provare. Il vigneto che i genitori le avevano dedicato al momento della nascita, in cui aveva trascorso felici giornate d'infanzia, e nel quale, dinnanzi ad un suggestivo tramonto, aveva dato il suo primo bacio a Polo, quand'erano piccoli e innocenti. Come si collegava tutto ciò a come comprendere lo schema seguito da Francisco? Ogni vigneto possedeva un numero identificativo, una sorta di codice che permetteva di risalire a quel determinato terreno (molto utile per ragione pratiche). Quel vigneto nello specifico aveva un codice particolare: la sua data di nascita. Quindi la spiegazione era matematica. 

Riprese in mano i documenti, le carte e i file, nei quali poteva facilmente rinvenire i codici dei vigneti distrutti e verificò la sua ipotesi. La speranza si riaccese in lei, gli occhi le brillarono. Spiegò a Lu e Samuel, che la stavano guardando confusa:

-La successione di Fibonacci. Ecco come operano, è questo il principio. In matematica la successione di Fibonacci indica una successione di numeri interi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti. Il problema è trovare i due numeri iniziali da cui partire. Scelgono i vigneti da distruggere in base a questo.

-A parte che mi offende non poco il fatto che tu pensi che io non sappia cosa sia la successione di Fibonacci, credo possa funzionare. Anzi, ne sono certa: da quel che ho visto hai già verificato, e confido in te. Ma quali sarebbero i due numeri?

Domandò Lu.

-La mia data di nascita. Il vigneto zero possiamo dire, è quello associato al codice corrispondente alla mia data di nascita. Ma se avessero colpito direttamente quello avrebbe potuto rivelarsi sospetto. Per cui lo hanno usato solo come punto di partenza, per depistare. Controllate anche voi, per favore. Voglio esserne sicura.

I calcoli risultarono esatti.

Carla sorrise, felice. Felice di essere stata in grado di disvelare quel mistero, contando solo sulle sue capacità. Il risultato ottenuto era merito suo, e questo non aveva prezzo.

DesaparecidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora