L'OSPEDALE

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XI

Ora erano tutti in ospedale, in attesa che Carla si destasse.

Ad Ander quell' ambiente suscitò dolorosi ricordi, memore della malattia che lo aveva fatto tanto soffrire, ma che gli aveva anche fatto comprendere il vero valore della vita... è fuor di dubbio: non capisci a fondo quanto sia importante una cosa finché non sei sul punto di perderla. Omar, che era in grado di leggerlo come un libro aperto, gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, intuendo i suoi pensieri, per dargli coraggio.

Rebeka e Cayetana, una accanto all'altra, tentavano di confortarsi a vicenda

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Rebeka e Cayetana, una accanto all'altra, tentavano di confortarsi a vicenda. Entrambe erano solite vedere Carla come una persona quasi invincibile, quasi ad un livello altro: sembrava tenesse sempre tutti in pugno, e li manovrasse a proprio piacimento, senza curarsi degli altri, semplici comuni mortali. Ma ora, osservandola in quel frangente, distesa sul letto d'ospedale, in quell'ammasso aggrovigliato di fili e macchinari ospedalieri, si resero conto di quanto fossero in errore.

Valerio si avvicinò loro, si sedette, tenendosi il capo tra le mani, assorto nei suoi pensieri, pensieri che gli frullavano nella testa come un uragano

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Valerio si avvicinò loro, si sedette, tenendosi il capo tra le mani, assorto nei suoi pensieri, pensieri che gli frullavano nella testa come un uragano... pensava alle cantine e alla loro proprietaria, a cosa sarebbe accaduto al suo risveglio. Perché si sarebbe svegliata, di questo ne era certo.

Ma il nemico non era ancora stato sconfitto: Francisco era ancora in libertà, la polizia lo stava cercando, ma lui aveva troppi contatti... con buone probabilità sarebbe riuscito a scappare. Pertanto, dovevano essere pronti per fronteggiare la sua prossima mossa.

Alzò la testa e vide Lucrecia, le mani appoggiate al vetro (vetro che li separava dalla stanza dove stava Carla), le lacrime agli occhi, che guardavano l'amica addormentata

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Alzò la testa e vide Lucrecia, le mani appoggiate al vetro (vetro che li separava dalla stanza dove stava Carla), le lacrime agli occhi, che guardavano l'amica addormentata. Allora andò da lei e poggiò la propria mano sul quella della sorella, e la fissò intensamente come per dirle "andrà tutto bene".

 Allora andò da lei e poggiò la propria mano sul quella della sorella, e la fissò intensamente come per dirle "andrà tutto bene"

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Guzman e Nadia erano vicino alle macchinette, si erano concessi un caffè per superare quella notte difficile. Nadia era preoccupata per Lu, mentre Guzman era in pensiero per Samuel, che, dopo essere stato medicato e aver deposto presso la polizia, non aveva più dato sue notizie. Era certamente molto scosso e provato, e Guzman temeva per ciò che avrebbe potuto fare...

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