𝐢𝐢. - qualcosa di diverso

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-ALEX!-

Lady Sif continuò a battere il pugno sulla porta in legno massiccio della camera della ragazza, fino a quando lei non decise finalmente di alzarsi dal letto.

Aprì la porta, dedicando a Sif un "buongiorno", quasi tutto smorzato da un grande sbadiglio.

-Vedo che neanche ieri sera hai dormito- commentò, togliendole una ciocca di capelli neri dagli occhi.

Alex annuì, allungando le braccia in un gesto felino per stiracchiarsi.

-Un altro incubo?-

E si, era stato proprio un altro incubo.

Lady Sif, Lisbeth e Jason erano praticamente gli unici a saperlo.

Alex non aveva avuto neanche la forza di raccontarlo a Thor, suo zio.

Continuava a sognare Peter, insieme a suo padre, che le chiedevano disperatamente aiuto per liberarsi dalle catene che li legavano entrambi a un enorme masso.

Lei, però, era come incollata al terreno, e tra le lacrime diceva loro di non poterli aiutare.

Sapeva benissimo che né la morte di Loki né quella di Peter erano colpa sua.

La cosa che più delle altre la faceva stare male, però, era pensare che l'artefice di tutto quello era ancora vivo.

Alla fine annuì, abbassando lo sguardo.

-Alex, so che ti mancano molto. Lo vedo nei tuoi occhi. Ma...-

-Sto bene- l'interruppe la ragazza, risollevando lo sguardo.

Incrociò gli occhi altrettanto chiari di Sif.

Sperò con tutto il cuore di sembrare convincente.

Se non fosse stata abbastanza forte, sarebbe crollata.

E aveva promesso ai suoi genitori e anche a Peter di resistere.

-Lisbeth e Jason ti stanno aspettando- continuò Lady Sif, facendo segno di andarsene.

-Allenamento anche oggi?- chiese Alex.

-No, oggi avevo in mente qualcosa di...diverso- rispose l'altra, per poi allontanarsi per i corridoi del palazzo reale.

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Alex si incamminò verso le stalle del palazzo, che si trovavano molto vicine a una grande foresta di arbusti.

Salì in groppa a un meraviglioso stallone nero, accarezzandogli il dorso.

Aveva scoperto, grazie agli allenamenti, di essere particolarmente portata per l'equitazione.

Anche se, ovviamente, preferiva combattere con i piedi per terra.

-Buongiorno Alex- lo salutò Thor, apparso da chissà dove.

-Buongiorno a te, zio- rispose, sorridendo.

Il dio mise una mano sul dorso dell'animale.

-Sai, questo cavallo era il preferito di tuo padre. Nonché il più veloce di tutti quelli di Asgard, dopo il mio ovviamente-

Alex si lasciò sfuggire una risata.

Riuscì, con l'occhio della mente, a vedere suo padre, alla sua età, in groppa a quello stesso animale, con i lucenti capelli corvini che svolazzavano al vento.

-Alex, oggi ho affidato a te, Lisbeth e Jason la vostra prima missione- disse Thor all'improvviso, cogliendola totalmente alla sprovvista.

-La nostra...prima missione?- ripeté, credendo di aver sentito male.

-Esatto, proprio così. So che tu e Lisbeth avete ancora sedici anni, e che le missioni si affidano solo e unicamente ai maggiorenni, ma Sif mi ha detto che siete i migliori del corso, e non voglio che le vostre abilità vadano sprecate- spiegò lui, mettendo una mano sulla spalla della nipote.

Lei lo guardò negli occhi.

-Andrete a Jotunheim, il pianeta natale di tuo padre-

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 ❞ || 𝑷𝒆𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒂𝒓𝒌𝒆𝒓 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora