Dopo che Alex, insieme a Zemo e a suo fratello, camminò per quella che sembrò un'infinità nel buio più totale, si iniziò a intravedere una porta circondata di luce.
-Come siamo arrivati qui?- chiese la ragazza a suo fratello, che continuava a camminare silenzioso come un gatto accanto a lei.
-Sai sorellina, non sei l'unica a saper creare dei portali. Ho ereditato anche io questo dono- rispose Jason, con un sorriso luminoso che gli illuminava il viso.
Sembrava diverso da quando erano ad Asgard, pensò Alex.
Sembrava fatto di porcellana, con le guance rosee, gli occhi che sembravano diamanti luminosi e i capelli biondi arricciati all'altezza delle orecchie.
Ma c'era qualcosa di duro nella linea della mandibola, negli zigomi alti e affilati e nella postura diritta e fiera.
Qualcosa che non c'era poche settimane prima.Alex pensò che dovesse sembrare bello, bellissimo agli occhi delle altre ragazze.
Se non fosse stato per il fatto di essere uno psicopatico, persino la stessa Alex sarebbe stata felice di averlo come fratello.
-Quando regnerai su Jotunheim, Alex, io sarò al tuo fianco- riprese Jason, facendo gelare il sangue nelle vene della sorella.
Lei si girò di scatto, incrociando il suo sguardo.
Zemo continuò a camminare, incurante dei due che si erano fermati.-Cosa vuoi dire?- chiese, mentre il fratello le sorrideva nuovamente.
-Ci sono due troni, ad aspettarci. Uno per me, e uno per te-
Alex sentì un vuoto allargarsi nel suo petto.
-Ma papà ha lasciato a me il trono. Ha detto a me di uccidere il figlio di Laufey e prendere il suo trono...-
-Si, perché pensava che al tuo fianco potesse rimanere lui- l'interruppe Jason, posandole una mano sulla spalla.
Lei dovette sforzarsi per non prendergliela e cacciarla via da lei.-Ma poi è successo quello che è successo, perciò l'unico che rimane della famiglia sono io- continuò, mentre Alex abbassava lo sguardo.
-Guardami Alex. Guardami- disse, in tono quasi dolce.
Lei si impose di guardarlo dritto negli occhi, quegli occhi così simili ai suoi.
-Io e te regneremo su Jotunheim. È il nostro destino. Non c'è niente che possiamo fare per raggirarlo-
E così dicendo, iniziò a camminare velocemente verso Zemo, che sembrava particolarmente spazientito.Alex si affrettò a seguirlo, cercando di rimettere a posto i pensieri.
Sembrava troppo, troppo da sopportare.
Non voleva regnare su Jotunheim da sola, figuriamoci a fianco di suo fratello.-Ce l'hai fatta, Alexandra- commentò il Barone, rivolgendole un sorrisetto compiaciuto.
Lei non rispose, solo varcò la porta che le si parava davanti, senza neanche reagire quando Jason le fece scivolare una mano nella sua.Le sue dita erano fredde, sembravano quelle di un cadavere o di una statua di ghiaccio.
Completamente diverse da quelle calde e confortanti di Peter.Peter
Il ragazzo aveva camminato davanti a loro per tutto il tempo, senza proferire parola.
Alex non gli aveva rivolto neanche uno sguardo, per evitare di dover soffocare l'impulso di correre tra le sue braccia e rimanervi stretta, come se tutto il mondo le stesse crollando addosso e quelle braccia fossero l'unica cosa che continuavano a farla rimanere ancorata a terra.E il mondo le stava veramente crollando addosso.
L'unica differenza è che non aveva nessuno davanti a lei da cui sarebbe potuta correre tra le braccia, nessuno che l'avrebbe confortata.
Era sola.Proprio in quel momento, Peter si voltò verso di lei.
Alex avrebbe quasi giurato di vedere un lampo nei suoi occhi color nocciola, un ricordo, veloce, ma c'era.
Era sicura di averlo visto.-Alex...- mormorò, così piano che nessuno lo sentì.
Tranne lei.Tolse la mano da quella di Jason, e corse verso di lui.
Il fratello, sorprendentemente, la lasciò fare.-Peter? Peter, riesci a sentirmi?- disse, prendendo una mano del ragazzo e posandosela sul cuore.
-Alex...- ripetè nuovamente lui.
Allungò una mano, e le sfiorò delicatamente i capelli, spostandole una ciocca ribelle che le era finita davanti gli occhi.-Sei davvero tu?- le chiese, con il viso che sembrava aver riacquistato un po' del suo colore.
-Si! Si Peter, sono io. Ti ricordi di me?- rispose lei, col fiato soffocato dall'emozione.
-Ho sentito Jason e il Barone Zemo parlare di te. Mi sono ricordato di te. Ma non ho tutti i ricordi, solo una parte. Una piccola, minuscola parte. Ma se ne andranno via anche quelli, una volta che Zemo ripeterà la formula- decretò lui, continuando ad accarezzarle i capelli con sguardo distante.
Lei deglutì forte, lanciando uno sguardo alla porta aperta.
-Vieni con me, Peter. Risolveremo tutto, te lo prometto- gli disse, lasciandogli un delicato bacio sullo zigomo destro.
-Ne sono sicuro- rispose lui, per poi seguirla come in sogno oltre la porta.
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❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 ❞ || 𝑷𝒆𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒂𝒓𝒌𝒆𝒓 ✓
Fanfiction[ 𝐚 𝐩𝐞𝐭𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐤𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐧𝐟𝐢𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 ] ↴ ༄ sequel di "Philophobia"* ╔═.✵.══════════╗ ➤ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 - from Greek χαίρω, (to rejoice) and φοβία, (fear) is a phobia in which a person...