𝐢𝐢𝐢. - non hai idea di cosa sia possibile

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Avvicinandosi sempre di più al Bifrost, Alex iniziò ad intravedere la chioma dorata di Jason, che risplendeva alla luce del caldo sole mattutino.

Accanto a lui, sua sorella Lisbeth era impegnata a legarsi i capelli rossi in una lunga treccia, che le ricadeva su una spalla.

Non appena vide Alex, Jason le rivolse un grande sorriso. Avanzò verso di lei, in groppa a un grande cavallo dal manto color miele.

-Buongiorno, Alex- la salutò, scendendo dall'animale. Una guardia reale prese le redini, pronto a riportarlo nelle stalle.

Guardò la ragazza, come aspettandosi che anche lei sarebbe scesa dal cavallo.

-Oh, si...- mormorò.

Stava per saltare giù e atterrare sul Ponte dell'Arcobaleno, ma Jason fu più veloce.

Le tese una mano, che lei afferrò.

Quando ripoggiò i piedi a terra, si ritrovò a pochi centimetri di distanza dal ragazzo.

Si accorse di quanto fosse più alto di lei.

Neanche se si fosse messa in punta di piedi sarebbe arrivata all'altezza del suo naso.

Si affrettò ad allontanarsi, non senza notare lo sguardo deluso del ragazzo.

-Allora, voi due, vi sbrigate?- commentò Lisbeth, che intanto era già accanto a Heimdall.

Alex fece esattamente come le era stato chiesto, con Jace al seguito.

-Buongiorno, lady Alex- disse Heimdall, senza staccare gli occhi dalla sua spada.

Lei sorrise.

-Buongiorno anche a te, Heimdall. Ti ho già detto di non chiamarmi "lady". Mi fa sentire vecchia-

Lisbeth si lasciò sfuggire una risata.

-E va bene, Alex, cercherò di ricordarmelo-

Heimdall era stato una delle prime persone che l'avevano accolta davvero ad Asgard. Aveva passato tantissimi pomeriggi con il Guardiano, che le aveva mostrato delle vecchie foto di suo padre. Avevano riso insieme quando ne era comparsa una di Loki sotto forma di un serpente verde, che aveva appena morso Thor, lasciandogli un grande segno rosso sul braccio.

-Siete pronti?- disse, risvegliandola dai suoi pensieri.

Alex guardò gli altri due ragazzi, che annuirono.

-Siamo pronti-

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-Non pensavo che facesse così freddo, qui- disse Jason, sfregandosi le mani.

-Che ti aspettavi, genio? Jotunheim è letteralmente "il pianeta DI GHIACCIO"- rispose Lisbeth, che invece sembrava non sentire nemmeno un pò freddo.

Per Alex, ovviamente, le bassissime temperature del pianeta non erano affatto un problema.

Quando era tornata ad Asgard, le avevano fatto trovare una perfetta copia della vecchia armatura di suo padre, solo più piccola. La vecchia era rimasta su Midgard e, a dirla tutta, non aveva molta voglia di tornare su quel pianeta.

Con un movimento quasi impercettibile della mano, Alex estrasse i suoi due pugnali dall'armatura.

Ora capiva perché Lisbeth aveva preferito legarsi i capelli.

Su Jotunheim infuriava un vento gelido, che le aveva scomposto la chioma corvina.

Ora, se provava a fissarsi i capelli dietro le orecchie, se li ritrovava in meno di un secondo di nuovo davanti gli occhi.

-C'è troppo silenzio- mormorò, mentre avanzava con le armi sguainate.

Jason si mise avanti a lei e alla sorella, come faceva sempre.

Essendo il più grande tra i tre aveva sempre sentito il bisogno di proteggere le due ragazze.

Una profonda risata fece tremare le pietre congelate ai lati dei ragazzi.

-Alexandra, figlia di Loki- disse qualcuno, facendo voltare Alex dal lato opposto.

E, nonostante fosse per metà gigante di ghiaccio, quella fu la prima volta che ne vide uno.

Era enorme, grande almeno tre volte di più di un essere umano.

Era completamente blu, con due grandi occhi rossi che la scrutavano.

-Chi sei tu?- rispose lei, con tutto il coraggio che riuscì a trovare.

La creatura rise di nuovo.

Non era una risata divertita, ma più di scherno.

-Davvero non mi riconosci?- continuò, avanzando di appena un passo.

Alex in realtà sapeva benissimo chi si trovava davanti.

Solo non riusciva a pensarci.

-Tu sei Laufey- disse, mentre Jason e Lisbeth spalancarono la bocca dalla sorpresa.

Sembrò quasi che Laufey sorrise.

-E sai perché tuo zio ti ha mandato qui?- continuò.

Alex, come spinta da una forza invisibile, si ritrovò fin troppo vicina al gigante.

Sentì dietro di lei Jason che urlava il suo nome, ma in qualche modo fu bloccato.

-Non mi ha mandato qui per combattere- disse.

-No, perché i nostri popoli sono in pace. Ti ha mandato qui per qualcos'altro...- continuò, iniziando a girare intorno ad Alex.

Lei deglutì.

-Che genere di cose?-

Gli occhi colo rubino di Laufey si fermarono di nuovo su di lei.

-Non hai notato quanti giganti ci sono su questo pianeta?-

Dopo queste parole, una moltitudine incalcolabile di creature identiche a Laufey uscirono dai loro nascondigli.

Alex indietreggiò, benché sapesse benissimo che nessuno di loro era intenzionato a farle del male.

-Thanos ha dimezzato tutta la popolazione- disse Alex, a voce più alta.

Lo sguardo di Laufey si illuminò.

-Forse, allora, i tuoi amichetti supereroi sono riusciti a rimettere tutto a posto-

Il cuore di Alex fece una giravolta.

-Ma...è impossibile- riuscì a dire, mentre una moltitudine di emozioni iniziavano a invaderle la mente.

-Oh, Alexandra, tu non hai idea di cosa sia possibile- rispose Laufey, prima che la luce accecante del Bifrost invase il campo visivo della ragazza.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 ❞ || 𝑷𝒆𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒂𝒓𝒌𝒆𝒓 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora