𝐱𝐯𝐢. - il destino reclama

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-Morgan, hai visto Alex?- chiese Tony alla figlia, che era appena entrata nel salone.

-Lexi? No, non la vedo da quando era venuta a cercare te- rispose la bambina, sedendosi sul divano accanto a Bucky.
Quest'ultimo sembrava particolarmente turbato.
Continuava a picchiettarsi le dita sul ginocchio, con lo sguardo fisso sul disegno che Morgan teneva sulle gambe.

-Queste siete voi due?- le chiese, e lei annuì.

-Vorrei tanto che Lexi fosse mia sorella. Ci divertiremmo tantissimo insieme-

Bucky sorrise, o meglio, incurvò le labbra in quello che somigliava a un sorriso.

-Era venuta a cercare me? Ma io ero fuori...-

Tony si guardò intorno.

-Chi le ha detto che ero sopra? Bucky? Steve?-

-Noi due eravamo entrambi qui sotto, a guardare la tv con Morgan- rispose Steve, mentre la diretta interessata sorrideva.

-Glielo ha detto Nat. Era con me nella stanza di Lexi- disse dopo un momento di silenzio.
In un attimo, tutti gli sguardi furono puntati verso di lei.

-Ma Nat ha accompagnato me in ospedale, per dare un'occhiata all'ingessatura del braccio. Non è ancora tornata...-

-Jason- disse Bucky, alzandosi di scatto dal divano, facendo cadere la confezione di pastelli di Morgan, che iniziò immediatamente a raccoglierli.

-Jason? Chi è Jason?- chiese Tony, con la fronte aggrottata per la confusione.

-Il fratello di Alex- rispose Steve, sospirando.

Tony lo guardò con una mano nei capelli.

-Quindi due giganti di ghiaccio? Direi che siamo a posto...-

-Non è quello il problema, Stark- lo interruppe Bucky.

-Alex può assumere le sembianze di chiunque, proprio come il padre. E se lei ci riesce, quasi sicuramente ci riesce anche Jason-

Tony e Steve si scambiarono un'occhiata.

-Vuoi dire che secondo te Jason ha preso le sembianze di Nat e ha convinto con l'inganno Alex a salire di sopra-

-Beh, loro padre era letteralmente il dio dell'inganno, quindi sarebbe molto probabile- commentò Tony.

Bucky gli lanciò un'occhiataccia, poi continuò.

-Spero solamente che non le abbiano fatto del male. Avete visto con i vostri occhi di cosa è capace Peter corrotto dall'Hydra. E non sappiamo se c'era qualcuno con lui. Parlo per esperienza personale, vi assicuro che non è per niente bello avere la mente controllata e non poter fare nulla di spontanea volontà...-

Abbassò lo sguardo sulle due targhette militari che portava sempre appese al collo.

-Andiamo di sopra-

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-Dove stiamo andando, Zemo?- chiese Alex, che continuava a camminare dietro il Barone sa quelle che sembravano ore.

-Da tuo fratello- rispose lui, senza guardarla negli occhi.

La ragazza sentiva, dietro di lei, la presenza di Peter.
Continuava a tenere il fumetto in mano, e la pistola era tornata al suo posto.

Si girò per un solo secondo, cercando di incrociare il suo sguardo.
Tutto quello che vide, però, furono due occhi vuoti, privi di espressione.
Quelli di una bambola, di un burattino comandato da qualcun altro, incapace di compiere un solo movimento in totale autonomia.

-Ti ha parlato di me?- chiese a Zemo, pentendosene un attimo dopo.

Lui si fermò, voltandosi verso di lei.

-Certo che mi ha parlato di te. Tutti i soldati creati con il Libro Rosso continuano a parlare e a parlare della persona a cui tenevano di più prima di essere trasformati...-

-Il Libro Rosso?- lo interruppe Alex, desiderosa di saperne di più.

Vide Zemo storcere il naso, lanciando uno sguardo a Peter.

-Ora siamo alleati, Zemo. E tra alleati si parla di piani malvagi, se non lo dovessi sapere-

Stava per aprire bocca e iniziare a parlare, quando fu interrotto da una risata, proveniente da dietro.
Alex si girò immediatamente, ma non riusciva a vedere altro che buio.

-Ciao, sorellina- disse la voce di Jason, che chissà come era comparso al suo fianco.

Alex stava per mollargli un pugno in pieno volto, quando si ricordò che tutto ciò che stava facendo doveva risultare esattamente normale, come se fosse veramente loro alleata.

-Ciao, Jason- lo salutò, sforzandosi di guardarlo dritto negli occhi.

-Vedo che alla fine la tua remota parte razionale è venuta fuori. Ho sempre saputo che il tuo unico desiderio era passare dalla parte dei vincenti-

Alex deglutì forte, lanciando uno sguardo a Zemo.

-Cos'è il Libro Rosso? Stava per spiegarmelo lui, ma poi sei arrivato tu a rovinare tutto-

Suo fratello rise di nuovo, anche se nella sua risata non c'era nulla di divertente o felice.

-Avresti dovuto chiederlo al tuo amico Bucky, lui ne sa molto più di noi-

Alex ripensò a ciò che le aveva raccontato Bucky, la notte in cui lo aveva trovato fuori dal letto, seduto a fissare il vuoto nella cucina.

Jason si avvicinò a lei, mettendole entrambe le mani sulle spalle.

-Ora capisci, vero? Abbiamo reso Peter più veloce, più forte. Lo abbiamo reso migliore. Quando il soldato Barnes era stato trasformato nel Soldato d'Inverno, l'unica persona che continuava a ricordare era Steve Rogers. E l'unica persona che ricorda Peter...-

Fece una pausa, durante la quale lanciò uno sguardo allo stesso ragazzo.

-...sei tu-

Alex si allontanò dal fratello, usando la scusa di sistemarsi i capelli per voltarsi e asciugarsi quelle poche lacrime che non era riuscita a trattenere.

-Ok, molto commovente. Ma ora passiamo all'azione. Mi serviranno i miei pugnali per andare su Jotunheim. E lo scettro di papà...-

Proprio in quel momento, Jason estrasse l'oggetto da dietro le spalle.

-Come hai fatto a prenderlo?- esclamò Alex, prendendolo tra le mani.

Lui ignorò la domanda con un gesto della mano.
Fece segno a Peter di consegnargli qualcosa.

-Ed ecco i tuoi pugnali. Considerali un regalo in ritardo per tutti i tuoi compleanni-

Lei li prese tra le mani.
Erano asgardiani, lo capì non appena li guardò.
Con le lame dorate, le impugnature in pelle verde petrolio e delle rifiniture argentate, che formavano delle spirali per tutto il tessuto per poi continuare sulle lame.

-Sono...bellissimi- disse, infilandoseli nella cintura che portava in vita.

-È il minimo che posso fare per la mia sorellina- rispose Jason, per poi iniziare a camminare.

Un senso di profondo disgusto, quasi di nausea, si formò nel petto di Alex, che dovette reprimere a fatica l'impulso di usare quegli stessi pugnali per piantarli nella schiena del fratello.

Aveva un piano, e non poteva farsi fermare da lui, come da nessuno.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 ❞ || 𝑷𝒆𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒂𝒓𝒌𝒆𝒓 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora