𝐱𝐯. - patti e promesse

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-Siccome pensavo che ti mancasse...- disse l'uomo, girandosi verso la figura appena entrata nella stanza -...l'ho portato qui-
A quel punto, Alex riuscì a vedere in viso la sagoma.
Era Peter.
O meglio, il ragazzo che ora indossava la maschera di Peter.

-Lui non è Peter- disse la ragazza, stringendo i denti per trattenere le lacrime.

-Alex?- la interruppe lo stesso ragazzo, avvicinandosi a lei.
Sussultò, portandosi una mano alla bocca. Tra le mani, Peter portava un fumetto, con il titolo in stampatello: "STAR WARS".

-Ti avevo promesso che te lo avrei fatto conoscere- disse, porgendole il fumetto.
Alex serrò la mascella, combattendo con l'impulso di allungare il braccio e afferrarlo.

-Peter, guardami- disse invece, sperando che la sua voce risultasse ferma e decisa.
Lui, sorprendentemente, fece come gli era stato chiesto.

Alex gli si avvicinò, poggiando la sua fronte contro quella del ragazzo.
Il sangue le pulsava incessantemente nelle vene.
Una parte del suo cervello le diceva che era folle, che Peter avrebbe potuto ucciderla in un solo momento.

-Chi è quell'uomo? Cosa ti sta facendo?- sussurrò, allungando una mano e posandogliela delicatamente sulla guancia.
Percepì la pelle inumidita dalle lacrime sotto al suo tocco, cosa che le fece stringere il cuore nel petto.

-Zemo. Lui, quell'uomo, è il barone Zemo- le rispose Peter, con la voce spezzata dalle troppe lacrime trattenute.

-Come si fa a farti ritornare come prima? Come...?-

-Soldato- l'interruppe Zemo, alzando la mano destra in un gesto teatrale.

Peter scattò sull'attenti, come un soldatino telecomandato.

-Eseguire missione- decretò, e l'altro annuì.

Alex fu abbastanza veloce da abbassarsi immediatamente, sfiorando il pavimento con i capelli neri.
Il braccio di Peter era scattato in avanti, chiuso in una morsa mortale.

Lo vide arretrare, non vedendola più.

-È SOTTO DI TE, SOLDATO! SOTTO DI TE!- urlava intanto Zemo, indicando Alex.

Peter sferrò un calcio ben assestato, che avrebbe come minimo provocato alla ragazza un trauma cranico.
Se solo lei fosse stata ancora lì.

Arretrò sulle braccia, sforzandosi di rialzarsi per raggiungere Zemo.
Dovette reprimere a fatica il suo istinto da guerriera, quello che le diceva di attaccare Peter, altrimenti lui avrebbe attaccato lei.
Ma non riusciva neanche a pensare di poter fargli del male.
Quel ragazzo che, dopo il loro primo incontro, l'aveva vista ferita e l'aveva immediatamente portata al sicuro, nonostante in quel momento fosse una sua nemica.

-FALLO, ALEX!- urlò Zemo, mentre Peter si preparava per un nuovo attacco.

-COMBATTI CONTRO DI LUI! UCCIDILO, SE NECESSARIO. PRIMA CHE LO FACCIA LUI-

-NO!- rispose Alex, stringendo gli occhi, tentando di non ascoltare le sue parole.

-Io non gli farò del male! Lui è...-

-Il ragazzo che ami? Oh, povera piccola Alex, sei ancora convinta che tu possa sistemare tutto? Peter non c'è più. È come se fosse morto. E sai benissimo che non c'è rimedio alla morte...- fece una lunga pausa teatrale, facendo segno al suo soldato di non attaccare ancora.

-Altrimenti il tuo amato padre sarebbe ancora qui-

Quella frase arrivò dritta al cuore di Alex.
Un fuoco sembrò divampare per tutto il suo petto, avvolgendola e rendendole difficile persino respirare.

Ma quello non era fuoco.
Tutto il contrario.

Era ghiaccio, talmente freddo da sembrare bollente sulla sua pelle.
Non servì neanche guardarsi le mani.
Sapeva già di aver assunto il colorito bluastro dei giganti di ghiaccio.

-Mio padre è morto da eroe- disse, fredda come il ghiaccio che era iniziato a fuoriuscire dalle sue mani.

-Cosa che non succederà nel tuo caso-

Senza aggiungere altro, indirizzò la più violenta delle fitte congelate contro Zemo.
Rimase incastonato del ghiaccio, con le spalle inchiodate al muro.
Tutte i tentativi di liberarsi erano inutili.

-Dimmi come resettare Peter- disse, avvicinandosi all'uomo e guardandolo con disgusto.

-O ti lascerò qui a congelare fin quando di te non rimarrà che una statua di ghiaccio-

La ragazza si aspettava di vederlo supplicare perdono, magari anche di resettare lui stesso ciò che era rimasto di Peter.

Rimase a bocca aperta quando Zemo scoppiò in una risata.

-Aspettavo che lo facessi, e ora eccoti qui- disse, facendo segno con la testa a Peter di avvicinarsi.

-Questa sei tu. Un gigante di ghiaccio che non si limita a vivere insieme agli Avengers, combattere al fianco di Iron Man e Captain America e piangere guardando la foto del sua ragazzo ormai morto. Ma una guerriera, la più spietata tra quelle del tuo popolo-

Fece una pausa, nella quale rimase a fissare gli occhi rossi di Alex.

-Vieni con me. Alleati con me e tuo fratello. Ti porterò io stesso su Jotunheim, dove ucciderai il sovrano e prenderai il comando del regno, come ti spetta da diritto di nascita. Diventerai ciò per cui sei nata-

Alex notò che Peter era arrivato al suo fianco. Stringeva in mano una pistola, carica e pronta a sparare.

Restò in silenzio, ragionando attentamente su cosa dire.

Alla fine un improvviso, folle piano le balenò in testa.

-D'accordo- rispose, lanciando uno sguardo al ragazzo al suo fianco.

-Verrò con voi e ucciderò il figlio di Laufey. Merito io quel trono, e nessuno potrà rubarmelo-

Un ghigno soddisfatto comparve sul viso di Zemo, mentre il ghiaccio intorno a lui iniziava a sciogliersi.

-Sapevo che non eri una ragazza così stupida, Alexandra. Sarò felice di lavorare con te-

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 ❞ || 𝑷𝒆𝒕𝒆𝒓 𝑷𝒂𝒓𝒌𝒆𝒓 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora