La ragazza era seduta al tavolino del bar. Si era accomodata al posto più esterno, dove aveva una perfetta visuale della chiesa. Un frappé alla fragola era posato di fianco al computer portatile, sui cui stava scrivendo degli appunti. I capelli castano sbiadito le incorniciavano il volto con dei riccioli disordinati e gli occhi grigio ferro fissavano il monitor. Così sembrava almeno.
In realtà era lì per vedere chi si presentava al funerale. Chi sarebbe venuto del vecchio gruppo, a rendere omaggio alla povera Zoe, cui di era fermato il cuore un giorno di primavera, in un lurido autobus? Chi?
Vide una macchina grigia, a pochi minuti dalla funzione, da cui era scesa Teresa Volti. Non era cambiata negli anni ed era fasciata in un tubino nero. Coco Chanel diceva che con un tubino nero non si sbagliava mai e aveva ragione. Teresa era davvero bella. Gli occhi nocciola si vedevano anche da quella distanza e i capelli castani erano vaporosi e riflettevano la luce del sole. Era sempre stata davvero bella e questo la faceva arrabbiare tanto. A Teresa era andato tutto bene, mentre a lei...
Non importa, un passo alla volta.
Adesso doveva capire se il piano procedeva bene.
<<Ciao splendore!>>
Un uomo coi capelli cortissimi le sorrideva dietro agli occhiali da sole.
La ragazza lo guardò con fredda sorpresa.
<<Ci conosciamo?>> chiese con le sopracciglia inarcate.
<<Non proprio.>> rispose lui sedendosi <<Eravamo sullo stesso autobus, quando hai ucciso la ragazza di cui oggi fanno il funerale in quella chiesa.>>
La giovane lo scrutò per qualche istante. Lui fece un cenno al cameriere e ordinò un frappé al cioccolato, poi tornò a guardare gli occhi grigio ferro che lo avevano così incantato. Si tolse gli occhiali da sole, mostrando le sue iridi di ghiaccio.
<<Non ho intenzione di denunciati, tranquilla.>> le sorrise.
Lei si sedette più dritta e guardò verso la chiesa. Era arrivata Miriam Cappelli. Le sfuggì un sorriso, ma si riprese e tornò a guardare il visitatore.
<<Quindi cosa vuoi da me?>> chiese secca e seria.
Il cameriere aveva portato il frappé e si era allontanato come un fantasma. Forse percepiva l'aria strana tra i due clienti.
Lui aspirò un sorso con la cannuccia.
<<Mi hai colpito. Sono un uomo che crede molto nel proprio istinto e sono certo che quando ti ho visto è scattato qualcosa in me e non posso ignorarlo.>> non smetteva di sorridere, era irritante.
<<Ho chiesto: cosa vuoi da me?>> ripeté lei.
<<Per ora due cose: sapere come devo chiamarti e un appuntamento con te.>> dichiarò con semplicità.
La ragazza lo guardò sempre più sorpresa.
<<Perché dovrei accontentarti? Sennò mi denunci? È un ricatto. E il mio nome non te lo direi comunque.>>
<<Non ho nessun interesse nel denunciati. Credo nella chimica tra due persone e so che tu sei la persona giusta per me. Infine, non ho chiesto il tuo nome, ma come devo chiamarti. Scegline uno di fantasia.>> e bevve un altro sorso di frappé.
La ragazza guardò di nuovo la chiesa e vide Delia Pulli e Natalia Belviso scendere da una Rolls Royce laccata nera con autista.
Quello stupido velo in testa a Natalia la rendeva ridicola! Si stava arrabbiando a vederla, ma se il piano andava bene...
<<Solo un nome e un appuntamento. Poi, se vorrai ci rivedremo e se non vorrai sparirò per sempre.>> disse lui finendo il frappé.
La ragazza rifletté con attenzione. Del resto avrebbe potuto denunciarla. Sapeva di non aver lasciato prove, era tranquilla. Sì, poteva vedere cosa succedeva.
Prese dalla borsa carta e penna e scrisse alcune parole e consegnò il foglietto all'uomo.
<<Ci vediamo lì, questa sera alle 20.30. Puoi chiamarmi Clara.>> disse prima di mettersi a scrivere al computer.
L'uomo lesse il foglio e sorrise.
<<Va bene. A questa sera... Clara. Io sono Lorenzo.>>
Si allontanò con un sorriso ebete e lei poté guardare chi altri arrivava alla funzione. Ecco il carro funebre.
Prese il frappé alla fragola e ne aspirò un abbondante sorso dalla cannuccia, mentre i genitori di Zoe seguivano la bara, la madre non stava dritta da quanto piangeva.
Alla ragazza dispiaceva per i genitori, ma la loro figlia aveva un segreto ed era per quello che era morta. Come lei, anche se respirava e camminava, era morta dentro.
Aveva provato a uscire con molti ragazzi, ma dopo essersi tolti i vestiti erano tutti malmostosamente uguali, della partner non importava. Loro godevano dei loro corpi e lei no. Li odiava e aveva smesso di uscirci, ma questo Lorenzo valeva un tentativo. Si era mostrato coraggioso, dato che le aveva visto uccidere Zoe, e aveva scelto di non denunciarla.
Scrisse sul computer altri due dettagli del piano che le erano saltati alla mente, pensando a Lorenzo.
"Prepara la macchina e metti tre siringhe nascoste."
No, non per lui. Lorenzo gliele aveva solo ricordate, ma erano un'altra parte del piano, più avanti nel tempo.
Vide il suo riflesso nel monitor e pensò che dopo la funzione doveva andare dal parrucchiere. Non per Lorenzo, neanche questo era per lui, doveva cambiare aspetto e un taglio corto era molto meglio.
Bevve un altro sorso di frappè. Il liquido denso e freddo le scese nella gola e lei inspirò con energia. Avrebbe atteso ancora un po', voleva vedere.
Ecco, dopo ancora un po' di tempo, le porte della chiesa vennero aperte e le persone vestite di abiti scuri uscivano, quasi tutti con gli occhiali da sole che coprivano il rossore del pianto.
Miriam stava tornando a passo spedito verso la macchina e le tre bullette la seguivano. Le vide parlare e Miriam reagire stupita alle cose che le dicevano. Sì, dovevano parlare.
"Ditele delle minacce di morte." pensò la ragazza dagli occhi di ferro.
Ecco, ora Natalia dava un biglietto da visita a Miriam. Ecco.
"Ora il gioco ha davvero inizio." chiuse il computer e andò via, doveva andare dalla parrucchiera.***
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Una vita (im)perfetta
Mistero / ThrillerMiriam ha una vita equilibrata. Un lavoro che ama, un uomo che vuole trascorrere il resto della sua vita con lei. Cosa manca? Niente. Nella vita, per arrivare dove voleva, senza farsi schiacciare da nessuno, ha fatto delle scelte ed è scesa a comp...