capitolo 2

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Dopo aver camminato a lungo per le strade di una Londra, chiaramente, affollata, raggiunsi finalmente quello che io personalmente ritenevo il mio "posto felice".

Raggiunsi la mia panchina preferita, una delle tante che si trovano lungo il Tamigi,  e mi fermai ad ammirare il riflesso delle nuvole sull'acqua.

Quella ormai da 3 anni era la mia panchina, un tempo era stata anche condivisa con lui...che mi aveva fatto soffrire.

Tre anni prima avevo incontrato un ragazzo a scuola, eravamo diventati subito amici. Mi fidavo di lui, credevo che la nostra amicizia fosse unica e perfetta. Purtroppo però nel mio caso l'amore non ha fatto fiorire un bel niente. Quel ragazzo,Matthew Miller... L'unico che ho veramente amato. L'unico con cui ero me stessa e non dovevo fingere, ma che l'amore mi ha portato via.

FLASHBACK

- Matt dove mi stai portando? - chiesi ridendo

- ora vedrai

Matthew si fermò e sciolse la sciarpa che aveva usato per bendarmi.

- eccoci.. voglio regalarti questa panchina ..

- scusa ? - Cioè non che non mi piacesse , ma non ne capivo il senso... non era il mio compleanno e non era una delle nostre strane ricorrenze.

- siediti e guarda l'acqua... la luce che si riflette sull'acqua ... ipnotizza, ti rilassa e ti fa dimenticare i problemi... così potrai venire qua quando dovrai studiare quella roba.. sui fiori ..

- Ehm ..intendi la botanica ?

- si quella .. qui potrai venire quando vorrai pace .. anzi guarda ...

Matthew prese un pennarello e scrisse i nostri nomi sulla panchina.

-tu sei pazzo !

FINE FLASHBACK

Passai le dita sul mio nome e poi guardai dove un tempo era scritto "Matt".

Lo avevo cancellato io. Non ce la facevo a vedere il suo nome così vicino al mio . Perché ? Matthew, poco tempo dopo avermi regalato la panchina , mi chiamò chiedendomi di incontrarci per parlare. Mai avrei creduto che avesse scoperto cosa provavo per lui veramente. Così , ci incontrammo sulla nostra panchina , dove tutto il mondo mi crollò addosso, dove Matthew mi disse che mai avrebbe potuto amare una come me , né provare nulla ... che la nostra amicizia era falsa e un errore e che non lo avrei più dovuto cercare. E così è stato.

Mi accorsi che era passata un 'ora dal suono del Big Ben e che sarebbe stato il caso di tornare a casa o per lo meno di fare qualcosa, che non fosse flagellarmi con i miei ricordi e pensieri , rovinandomi il compleanno. 

Quando mi alzai, restai incantata a guardare il Tamigi... ma senza accorgermene e senza che potessi fare nulla sentii una lacrima scendermi e bagnarmi il viso. Mi asciugai le guancie e feci per avviarmi in fretta verso casa, quando andai a sbattere con una colossale massa in movimento.

Odiavo i maleducati e non mi trattenni.

- Hey tu !

Quando il ragazzo che mi era venuto addosso si girò lo trovai bellissimo: due bellissimi occhi verdi spiccavano su di un viso un po' pallido , che era incorniciato da dei capelli ricci abbastanza lunghi. Nonostante la sua bellezza , non mi frenai.

- ma insomma fai attenzione ! Mi hai praticamente sradicato la spalla !

Il ragazzo si limitò ad alzare la mano e se ne andò ... lasciandomi insoddisfatta... non mi immaginavo questa reazione, probabilmente mi aspettavobuna risposta , chi lo sa.

-bene- dissi tra me- la giornata direi che è cominciata bene.. -

Presi le cuffie e me ne tornai a casa.

Piaciuto?  Spero solo non risulti noioso ... Se avete consigli , lasciatemeli in un commento o anche con un messaggio... sarò felice di leggerli.
Grazie mille per i voti al primo capitolo :)
Andrò presto avanti ;)
Baci

Il linguaggio dei fiori (Harry Styes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora