Fissavo l'interno semivuoto della dispensa da un bel po'. Continuavo a sperare in un apparizione divina di nutella, gocciole o qualsiasi altra schifezza di mio gusto.
Non appariva nulla eppure io me ne stavo con la testa infilata dentro e con una forte presa sulla maniglia dello sportello. Stavo pensando!
Non facevo altro da qualche giorno a questa parte, non ostante io fossi venuta in vacanza per non pensare mi ritrovavo sempre a farlo. Avvolte per cose futili come quale latte sarebbe meglio comprare e perché altre volte invece a come stava proseguendo la mia vita in questa nuova città.
Era passata esattamente una settimana al mio arrivo eppure era tutti così diverso, riuscivo a distinguere i punti salienti del carattere di ognuno di loro, tutti tranne uno: Dylan! Era ancora un grosso punto interrogativo.
Dopo l'uscita di scena di quella domenica si comportò come se non esistessi, mi ignoró completamente. Questo atteggiamento mi urtava il sistema nervoso, alla fine io non avevo fatto niente non sapevo quale fosse il reale motivo della distanza che metteva fra noi due.
Non era di certo mio interesse ritrovarmi nel suo stesso letto ma almeno qualche scambio di parole avrebbe reso felice la nostra migliore amica e reso a me la vita più semplice.
Forse c'era qualcosa in me che non andava, semplicemente non gli stavo simpatica.
Scossi la testa per riprendermi dal trans, presi gli ultimi cereali rimasti e li mangiai direttamente dal cartone. La scelta della Djami di farsi accompagnare da Massi a fare la spesa era stata un ottima idea, non potevo continuare senza il mio té, mi sentivo vuota.
*dein*
Il suono fastidioso del mio telefono mi fece sussultare, lo affarai per vedere chi mi stava cercando. Lèssi velocemente ad alta veloce le parole digitate da Matilde: "stasera festa in spiaggia tema bianco, vi voglio carichi" .
A quel punto non sapevo se saltare di gioia o se sprofondare sul letto ed evitare di fare altre figure. Alla fine però ne la bionda ne il castano mi avrebbero lasciato a poltrire sul divano.
La porta si aprì di colpo e i passi feroci della mia migliore amica si facevano strada verso di me, aveva due bustone gialle in mano stracariche di roba. Mi avvicinai per aiutarla e chiudere la porta ancora spalancata.
Era incazzata lo potevo notare dall'acciglio del suo sguardo non so cosa fosse successo in quelle due ore insieme a Massi ma lo avrei scoperto a tutti costi.
Sbatté la busta rimasta sul tavolo della cucina sperai dentro di me che non fosse quella contenente le uova o il barattolo di nutella.
«sono una stupida! Perché credo sempre alle favole? Devo smetterla di crederci!» gesticolava in piena alla rabbia fissandomi attentamente sperando in qualche mia approvazione, ma ancora io non stavo capendo. Mi avvicinai a lei cautamente e gli afferrai le mani, che ancora stavano volando da una parte all'altra, le strinsi con le mie. Infine gli sorrisi dolcente.
«cosa è successo?» gli accarezzavo con il pollice la sua pelle bianca e soffice, sospirò profondamente poi prese coraggio schioccando la lingua al palato.
«il signorino mi ha chiesto di uscire, no aspetta ti dico le sue testuali parole: lunedì ti va di uscire io e te come amici ovvio. Capisci? Mi ha detto ovvio, nulla è ovvio okay?» la rabbi si stava trasformando piano delusione, la voce si ruppe e le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhioni azzurri.
Spostai una sua ciocca bionda, caduta antecedentemente sul suo viso, portandogliela dietro l'orecchio «ascoltami io so bene quello che provi per lui ma non pensi che almeno ha fatto un passo avanti? Magari si è fatto prendere dal panico e vuole andarci piano»
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unconditionally
ספרות חובביםFinita la maturità Rebecca è pronta a godersi l'ultima estate da teenager, pronta a mettersi alla prova e a superare i dolori provati nell'ultimo anno. È una ragazza piena di speranza, genuina e piena di vita ma anche molto testarda . Crede in un am...