10. Frullati & fazzoletti

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«Ei guardate questo» Mavi tirò fuori da uno degli stender del negozio un body blu con una scollatura vertiginosa.

«dovresti provarlo perché sennò ti escono le boobs che non hai» alla Djami piaceva mettere in qualche frase delle parole in altre lingue, si sentiva internazionale in questo modo.

«ragazze che ne dite?» Matilde uscì dalla tendina bianca mostrando dei pantaloni rossi eleganti che le donavano perfettamente riuscendo a valorizzare le forme. Alzai il pollice in su in segno di approvazione sorridendo.

«Reb questo?» mi girai verso la più piccola del gruppo che teneva fra le piccole manine un top floreale «mi piace un sacco» ero felicissima nel vedere che chiedevano anche un mio consiglio, un mio parere.

Mentre le tre ragazze erano dentro al camerino per provare le ultime cose io mi affiancai alla bionda. Noi eravamo state più veloci, tenevano fra le braccia due buste piene di roba.

«allora è promosso questo negozio?» mi chiese dopo che stamattina avevo storto la bocca dopo aver saputo che per qua non c'erano i miei negozi di fiducia come Zara. Annuì soddisfatta del negozio e delle mie compere.

«quale dovrei prendere? Sono indecisa» Mavi teneva fra le mani due gonne del tutto identiche, cambiava solamente il colore. Indicammo tutte verso quella nera, a quel punto fu costretta a riporre sulla cruccia quella verde, quel colore non le stava affatto bene.

Uscimmo dal negozio Felici e spensierate, amavo fare shopping per di più se in compagnia. Non rispecchiavo di certo la classe delle ragazze "diverse" che odiavano lo shopping, ma al contrario mentre giravo fra i vestiti mi sentivo Blair Waldorf, mi ispirai molto a lei per creare il mio stile.

«i ragazzi ci aspettano al Lemon Bar» mati teneva gli occhi fissi sul display del cellulare, doveva esserci lo zampino di Matteo. «lemon cosa?» chiesi ignorantemente.

«lemon bar, è un bar dove ti vendono frullati, granite e altre bevute squisite» spiegò Mavi aprendo la portiera della 500 rossa della riccia. Salimmo a bordo del "bolide" così era stata battezzata dalla proprietaria, era una femminuccia e compieva gli anni il 9 aprile, un giorno prima di lei. Aveva un rapporto abbastanza strano con le auto, pensai che aveva bisogna di un bravo psichiatra.

«ah quasi dimenticavo, questo è un piccolo pensiero che ti abbiamo fatto» Mati prima di mettere in moto mi porse un piccolo sacchettino rosa, rimasi alquanto sorpresa.

Djami fece della finta tosse per far correggere la Riccia «okay va bene, più che regalo è un obbligo che devi fare» a quel punto mi guardai attorno spaventata, accettai il sacchettino un po' titubante.

Lo aprii lentamente per paura che potesse fuoriuscire un qualche strano animale. Tirai finalmente fuori il contenuto: era una chiavetta. Guardai l'oggetto fra le mie mani affusolate per capirne l'utilità, poi alzai lo sguardo verso le ragazze che mi circondavano.

«è una chiavetta con dentro tutte le canzoni del Carnevale, dovrai saperle a memoria entro febbraio» mi spiegò Mavi «la ferverò anche a me quando mi trasferì qui da Perugia» il suo sguardo si sposta all'amica che aveva di fianco.

Quella ragazza era veramente fissata.

Riposi la chiavetta nel sacchetto ringraziando per aver perso del tempo a farmela, fu una cosa carina. Questi voleva dire che mi volevano con loro anche a Febbraio, stavo costruendo delle amicizie. Delle nuove amicizie.

Le ragazze iniziarono a conversare sugli acquisti appena fatti e su quanto fossero eccitate di indossare i nuovi vestiti in discoteca o ad una festa il prima possibile. Io ammiravo il display del cellulare, mi era appena arrivata una notifica da Instagram.

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