09. Vinti e vincitori

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Cercai di capire il suo comportamento così freddo, semplicemente non ero nessuno per lui.

«penso che chi di speranza vive disperato muore, comunque signorina mi hai fatto due domande quindi salti il turno» scrollò le spalle rigettando la sua foga sul panino, stava cercando di sviare il discorso. Decisi di assecondarlo, era meglio per tutti e due.

«come mai questa scelta dell'università?» La prima sera che ci siamo conosciuti abbiamo tirato fuori questo argomento e non andò a buon fine, pensai che fosse stato stupidì da perte sua ma decisi di non polemizzare.

«cerco di realizzare i miei sogni, questo però non significa che devo essere un ochetta» citai il nomignolo che mi diede quella sera provocando una risata da parte sua.

«hai ragione, quella sera sbagliai a giudicarti!» si scusò, voleva riniziare. «quindi sei una di quelle perfettine a cui interessa solo la carriera?» roteai gli occhi al cielo alzando però un angolo della bocca, quel ragazzo riusciva comunque a strapparmi mezzo sorriso.

«vorrei ricordarti che la nostra migliore amica è proprio una di queste "perfettine"» disse finendo le patatine che si trovavano nella confezione di cartone rossa. Dylan invece stava lottando con la vaschetta di maionese, era finita ma sperava in un apparizione divina.

«ti mancherà quando andrà a Trieste?» era riuscito a reculare dall'angolo della vaschetta un pizzico di maionese e se la stava godendo con gusto.

«eh eh eh il tuo turno è finito» scherzai indicandolo con una patatina, si mise a ridere alzando le mani in aria in segno di resa «comunque sì, mi mancherà da morire» continuai abbassando lo sguardo.

Il ragazzo si accorse subito del mio strano comportamento così iniziò a fare battutine sulla bionda raccontandomi alcune scene esilaranti di qualche anno fa.

A quanto pare per prendere una palla, facendosi vedere dal ragazzino che li piaceva a quel tempo, era finita in mezzo a un cespuglio di rovi. Sua mamma ci mise due giorni per toglierle definitivamente tutte le spine.

«al mio compleanno dell'anno scorso invece tirò una manata contro uno specchio attaccato ad una delle cabine. Si è frantumato in mille pezzi e siamo scappati via per non farci vedere dal controllore che stava giusto passando» i suoi occhi non erano più offuscati, potevo intravedere uno spiraglio di luce.

«non credevo che tu fossi nato in estate, avrei scommesso fossi nato in pieno inverno» scherzai. Il ragazzo scosse la testa in segno negativo «per la precisione il 26 agosto!» disse fiero di lui.

«uhh quindi il signorino O'brien compierà ben 20 anni, sei vecchietto eh» mi allungai verso di lui mettendo una mano fra il suo ciuffo spettinandolo, il ragazzo si frettò a rimetterli perfettamente al loro posto. Risi per il suo strano comportamento.

Restammo lì, seduti a quel tavolo per tutta la serata chiacchierando e conoscendoci meglio.

Entrai in casa felice per la serata appena passata, dovevo ricredermi su Dylan. Non era così male.
Decise anche di accompagnarmi dentro casa e aspettare la bionda insieme, era curioso di sapere se l'uscita fosse andata a buon fine.

La tv era accesa, la Voce di Christian Grey risuonava per tutta la stanza. Il moro mi guardò scettico anche se sapeva benissimo cosa volesse dire: l'appuntamento non era andato come volevamo noi.

Ci affrettammo a raggiungere la nostra migliore amica in soggiorno, era distesa occupando tutto il grosso divano color panna posto al centro della stanza. Sul tavolino in legno di fronte ad esso si innalzava una grossa vaschetta di gelato.

«Ei cos'è successo?» chiesi abbassandomi alla sua altezza mentendomi quindi davanti al televisó in modo che la sua concentrazione si focalizzasse su di me e non sui pettorali del plurimiliardario Grey.

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