capitolo 27

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Finalmente avevamo trovato qualcosa!
A quanto pare Mirko possiede una proprietà non molto distante da Peachmond, la nostra città, ed è messa sotto nome di Hanna Green, la sua presunta cognata morta. Bel casino eh!

Senza perdere altro tempo, papà prenota un volo di ti ritorno per oggi e io chiamo Berta.
In questi giorni ci teniamo direttamente informati, in caso uno dei due abbia novità, proprio come adesso.

'Lucas, come stai?'
'Berta abbiamo trovato una pista'
'Oddio davvero? Che cosa sapete?'
'C'è una casa, non molto distante dalla città, che dovrebbe appartenere a lui, quindi forse lei è lì'
'Oh grazie al cielo! State tornando?'
'Si abbiamo prenotato un volo tra qualche ora'
Ci salutiamo e vado a mettere i miei panni nello zaino con cui sono venuto.

-

'Avete l'indirizzo?' domanda un poliziotto

Siamo arrivati in città e ci siamo diretti alla stazione di polizia, dove si trovavano già la madre della mia ragazza e i nostri amici.

'Si tenete' dice mio padre porgendogli un biglietto con su scritto ciò che aveva chiesto
'Andiamo?' domando io totalmente impaziente
'Ragazzo, oltre il signor Nott, non puó venire nessuno'
'Io vengo, si tratta della mia ragazza'
'Lucas lasciagli fare il loro lavoro' Berta cerca di farmi ragionare
'Non vi preoccupate, lui verrà con me, è sotto la mia responsabilità' interviene papà e l'agente davanti a noi annuisce titubante.

Io e Erick andiamo nella sua macchina e, dietro di noi, ci sono tre macchine della polizia con due poliziotti dentro per ciascuna.
40 minuti dopo siamo arrivati difronte alla casa e noto che è completamente abbandonata, o così sembra. È deserta, intorno non c'è nulla di nulla. Solo questa casa distrutta, rotta, a tre piani.

Restiamo lì per ore, totale silenzio. Nessun movimento, nessun rumore, niente di niente.
Dio questa situazione mi sta mandando fuori di testa! Che cazzo stiamo aspettando eh? Che cosa? Spiegatemelo
Ed eccolo! Me la sono proprio tirata. Lo vedo passare davanti una finestra
Mirko Green è dentro quella casa ed ora tutti i nostri sospetti sono confermati.

'Eccolo, lo vedi?' domando
'Si' -mi risponde mio padre prendendo un walkie talkie -' Il soggetto è stato avvistato' dice
'Avvistato anche da noi' rispondono le altre pattuglie presenti sul posto
'Allora? Che stiamo aspettando?' sono impaziente
'Figliolo non possiamo entrare così' mi risponde guardandomi
'Ma come, e perché? Cosa dobbiamo aspettare?' continuo ad agitarmi
'Ci sono complicanze. Il soggetto ci ha visti, l'ho abbiamo perso' esce una voce dal walkie talkie
Lui ci ha visti? Dio santo chissà cosa farà ora, chissà cosa le farà. Nono nonono non posso permettere anche questo. Devo fare qualcosa, devo intervenire.
Scendo di corsa dalla macchina e, come una furia, incomincio a camminare verso la casa. Mio padre mi segue
'LUCAS FERMATI. LUCAS NON FARE COSE AVVENTATE, LA METTI ANCORA PIÙ A RISCHIO' mi urla dietro. Non riesco a fermarmi, lo ignoro. Devo fare solo una cosa: salvarla.
Anche la polizia si accorge di me, si accorge che non mi fermo e che non ho intenzione di farlo, perciò interviene. Mi seguono e mi sorpassano mettendosi davanti alla porta d'ingresso. Irrompiamo dentro.
È tutto silenzioso, proprio come lo era da fuori, tutto vuoto. Non c'è nessuna traccia di qualcuno, nessun mobile e tutti i muri sporchi.
Dov'è?
Ci dividiamo per controllare da tutte le parti: chi controlla fuori, chi il piano terra e chi i piani soprastanti; io e papà ci ritroviamo con due agenti che hanno il compito di ispezionare la parte in cui ci troviamo già. Vaghiamo per un paio di stanze ma nada, continua a non esserci nulla, fino a quando...
Boom
Un rumore riecheggia per tutta l'abitazione. Gli altri poliziotti ci raggiungono e insieme controlliamo l'ultimo posto rimasto al piano terra. Aprono la porta, una delle poche ancora intatte, e sembra essere un vecchio stanzino. Non ci sono scaffali o altri mobili, proprio come il resto della casa, se non per un tappeto. Cosa ci fa un tappeto qui?
A quanto pare la domanda non sembra sorgere solo a me perché uno degli uomini, con cautela, lo solleva. Ci troviamo davanti una botola, la botola di un bunker.

I peggiori pensieri mi stanno assalendo in questo momento. E se fosse morta? No, no, lei è viva e sta bene. Tra poco la riavrò con me sana e salva.
Lo spero....

Sempre lo stesso uomo la apre e questa mostra una scala per scendere giù. Due agenti vanno avanti e poi, anche se gli altri e mio padre sono contrari, vado io. Di fretta e furia scendo e, una volta messi i piedi a terra, i miei occhi incrociano i suoi. Vado da lei e la abbraccio sollevandola. Si aggrappa a me mettendo le sue braccia dietro al mio collo e le gambe intorno ai miei fianchi.

Non sono mai stato così felice in vita mia! È di nuovo con me, è di nuovo tra le mie braccia.

I nostri visi sono ad un centimetro di distanza, i nostri respiri si uniscono e, non resistendo un secondo di più, faccio unire anche le nostre labbra. Quanto mi era mancata!

Ci stacchiamo e la rimetto in piedi davanti a me. Continuiamo a guardarci negli occhi, proprio quelli che sono diventati una calamita per me.
Veniamo interrotti da un verso che proviene dalla mia destra. Mi giro in quella direzione e noto l'uomo che odio con tutto me stesso steso a terra.
Come ci è finito lì?
È circondato da pezzi di legno, credo pezzi di una sedia. Sembra essere svenuto, così i poliziotti approfittano di questo momento per prenderlo e mettergli le manette. Sento Viola fare un respiro di sollievo che viene seguito da uno mio.
Mi giro a guardarla: ha gli occhi rossi, probabilmente ha pianto, grandi occhiaie, i capelli scompigliati e gli stessi vestiti dell'ultima volta che l'ho vista. È stravolta ed esausta, ma nonostante ciò, è bellissima lo stesso per me. È salva ed è questo che conta.

Usciamo dal bunker e dalla casa, e ci dirigiamo verso la macchina. Le cammino accanto, anzi attaccato, ho un braccio intorno alla sua vita e la stringo a me. Si ferma di colpo.

'Che succede piccola?' domando mentre lei fissa un punto per terra
'M-mi gira la test-' non finisce la frase che perde i sensi. Fortunatamente, con i miei riflessi pronti, la prendo in braccio a modi sposa per non farla cadere
'È SVENUTA' urlo mentre vado in auto a passo svelto
'Portatela in ospedale' -dice un agente- 'Due dei nostri vi seguiranno'

Con le sirene dell'auto della polizia, arriviamo in ospedale e prendono subito Viola per visitarla.
20 minuti dopo mi fanno entrare nella sua stanza dove  è allungata su un lettino, ancora incosciente.

'Sta bene?' domando al medico che mi ha portato da lei
'È semplicemente svenuta, non è nulla di grave. Ha subito un trauma e il suo corpo ha reagito così. Sta tranquillo, tra poco si sveglierà' mi sorride per rassicurarmi e poi esce.
Prendo una sedia e mi metto accanto a lei. Ho la sua mano intrecciata con la mia mentre, con l'altra, le accarezzo i capelli.

Cosa mi hai fatto Viola Woods? Hai abbattuto ogni mia difesa, ogni mio scudo, ed ora eccomi qui, completamente e follemente innamorato di te. D'ora in poi saremo tu ed io, nessun altro ci separerà, te lo prometto.

*spazio autrice*
Ragazzi e ragazze eccomi qui! Innanzitutto mi dispiace per non aver pubblicato questo fine settimana ma non ho avuto molto tempo.
Questo capitolo e quello successivo  sono molto difficile da scrivere per me perché voglio farli al meglio.

Comunque, che ne pensate? Cosa succederà ora? Ditemi un po' le vostre opinioni...

Come sempre vi chiedo di lasciare una stellina 🌟 e un commento ✍🏻 e...
Ci si vede al prossimo capitolo! 👋🏻

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