La fine di una vita

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POV'EDOARDO

Lasciai Clara all'aeroporto. La vidi correre incontro ad un bel ragazzo, al quale si illuminarono gli occhi di gioia appena la vide. Il loro era veramente vero amore ed ero sicuro che con lui, lontano da qui, avrebbe ricominciato a vivere.

Mi incamminai sotto la pioggerellina di fine aprile... ormai erano le sei del pomeriggio e il buio stava arrivando. Per qualcuno quella vista poteva essere romantica e pacifica, ma per me segnava solo l'arrivo delle tenebre e di tutti i miei incubi. 

Mi si avvicinò il solito pusher... avevo deciso di smetterla una volta per tutte, ma si sa... da una dipendenza non se ne esce mai completamente.

Dopo due ore ero completamente fatto e non ero più in grado di intendere e di volere. Però una cosa ero ancora capace di farla...continuavano a passarmi davanti quei giorni in cui ancora io e  Rosalba non ci eravamo avvicinati, ma in cui io già la amavo.

 Anzi non ho mai smesso di amarla. La mia Ross, l'amore della mia vita, la bimba che a otto anni mi faceva imbarazzare e alla quale facevo i dispetti; la ragazzina che ho visto crescere e uscire con i ragazzi che le facevano la fila; la ragazza che io ho amato, amo e amerò per sempre. Ho detto tante cazz*ate nella vita; ma quando dissi quella frase a lei... beh non c'era niente di più vero.

Non mi passarono solo quei momenti, ma anche tutti i ricordi con il mio migliore amico, mio fratello. Mia madre prima di abbandonarmi, togliendosi la vita, mi ripeteva sempre che gli amici sono la famiglia che ci scegliamo e sono la base di tutto. Poi mio padre se ne è andato, scappato, dileguato, fuggito.

E lei, l'unica donna che amerò a parte Rosalba, si è gettata da un palazzo. Ora sono qui, nello stesso posto in cui la vita di mia madre si è interrotta, ad osservare l'orizzonte di Roma. Non mi sono nemmeno reso conto di quanto io stia piangendo...oppure è la pioggia? Non ne sono sicuro. 

Però so che dopo un anno di sofferenze mi sono stancato. La mia vita è caduta nel baratro. Sono in un limbo da cui non riesco ad uscire. Ed ora che anche la mia ultima amica mi ha abbandonato. La mia vita non ha più senso. 

Questa è la fine di una vita.

Sono lì, in lacrime, in piedi sul bordo. Guardo giù e vedo delle persone spaventarsi, qualcuno magari sta chiamando la polizia. Mi avevano già beccato tante volte e avranno sicuramente la mia cartellina contenente tutti i miei contatti stretti, di cui fanno parte anche loro.

Al pensiero dei loro volti delusi e rigati dalle lacrime dopo tutto quello che ho fatto mi sento morire, e mi convinco che questa sia la cosa giusta da fare.

Le urla sotto di me sono sempre più forti e appena mi decido a saltare qualcosa mi ferma. Un urlo disperato. Gli effetti della droga ormai stanno sparendo, ma credo ci essere ancora fatto quando in quella voce, riconosco la dolcezza e la paura del mio amore. 

Dopo tutto il male che le ho fatto lei non tornerebbe da me. Sento qualcuno che mi afferra da dietro e trascinarmi con se. Vedo un angelo con i capelli neri e gli occhi color nocciola che mi parla. Ma io ormai non sento più niente.

Poi, il buio.

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