Ritorno al passato...

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POV CARMELA:

*due anni prima"

"lassatm, nun vogij vnì"

"Carmè o stamm facenn p tè"

sento dire da mio padre, ma non lo ascolto penso solo a dimenarmi tra le braccia di questi due paramedici che sono venuti a prendermi

" ij t schif, t schif chiù ra vita mij"

dico queste parole senza pensare, vedo che mio padre mi guarda con le lacrime agli occhi, succede tutti in una frazione di secondi

Sento un ago scontrarsi violentemente sul mio collo, in pochi secondi sento la testa diventare più leggera, il corpo che si solleva, l'ultima cosa che vedo è mio padre, so che l'ha fatto per me, ma questo non è il modo giusto

Mi sveglio in una stanza tutta bianca, cerco di collegare le cose tra loro, ma non capisco più niente, giro lo sguardo da destra a sinistra, arrivo al mio corpo, la parte più brutta di me.

Non ho mai creduto in me stessa, mentre scruto attentamente il mio corpo arrivo al braccio, tutto rosso con le vene che fuoriescono tutto bucato

Cerco di capire ancora qualcosa quando però vedo entrare un dottore dentro la stanza

"Carmela De Rosa, giusto?"

io annuisco soltanto, non ho il coraggio di parlare ho sempre avuto la fobia dei camici bianchi (cosa reale ma shh)

"d-dove mi t-trovo?"

" sei in una clinica di disintossicazione, ti abbiamo fatto delle analisi"

Vedo che si avvicina di più al lettino, mentre io indietreggio istintivamente

"non avere paura, siamo qui per aiutarti"

Il dottore si siede del lettino prende la sua cartella per poi continuare a parlare

" Carmela, te lo dico così senza troppi giri di parole, la tua situazione è molto critica, abbiamo trovato delle tracce di cocaina, sul tuo corpo ci sono non so quanti buchi, i tuoi polmoni sono rovinati, sono mischiate varie sostanze, tra cui erba, appunto cocaina, amnesia, tabacco è altre."

Appena il dottore smette di parlare lo guardo sconvolta, non sapevo di aver assunto così tante sostanza

"per quanto tempo rimarrò qui?"

domando speranzosa di una risposta positiva

" se tutto va bene 1 anno, se non di più"

Sento il mondo cadermi addosso, come faccio a stare un anno qui dentro, già mi manca la famiglia, i miei amici, mio padre anche se è stato lui a mandarmi qui dentro, ma so che l'ha fatto solo per il mio bene

Mi sveglio di scatto tutta sudata, con le coperte avvolte tra i piedi, il cuscino per terra è il mio volto rigato dalle lacrime

Vedo che in camera sono da sola, quando però vedo Ciro seguito da mio cugino entrare di corsa in cella con il fiatone

"c cazz sta succrenn ca' dind"

sento dire da Ciro

" pccrè nata vot?"

sento dire da Edoardo, io annuisco lasciando cadere le ultime lacrime

"vien cà"

apre le braccia, io mi ci fiondo dentro mettendo la testa dell'incavo del suo collo

"shh bast ja, è frnutt sto cà"

Lo stringo ancora più forte, tra le sue braccia sto bene, ma ho bisogno di trovare altre braccia che mi facciano sentire a casa

c'è un Mare Fuori// Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora