*dopo una settimana*
POV CARMELA:
Dopo una straziante settimana qui in isolamento posso uscire, però diciamo che sono stata bene qui dentro
La mattina mi svegliavo senza le urla di Lino o di Gennaro, mi portavano la colazione, il pranzo e pure la cena, poi la cosa più bella, la solitudine, molte volte ho bisogno di stare un po' di tempo da sola a pensare, a pensare alla mia vita passata ma anche alla mia vita futura
Sono però arrivata a una conclusione, quando sarò madre mio figlio o mia figlia non farà mai parte di questa vita, starà a loro scegliere se vogliono o no far parte della camorra, ma io non li obbligherò a niente, come mio padre ha fatto con me, ho scelto io di far parte di questa vita non sono mai stata obbligata.
Ora sono le 10:30 di mattina sono stesa beatamente sul mio letto a fumare una canna, si in questa settimana qui dentro mi sono sfogata molto nel fumo, comunque stavo beata nel mio letto quando sento una voce familiare seguita dal rumore di chiavi
"pccrèè forzaa, si torna dagli altri"
Eccolo qui, Massimo il mio salvatore se così vogliamo dire
"ja Comandà posso stare qui un altra settimana"
Chiedo prima di scoppiare a ridere seguita dal comandante
" forza Nennè che oggi arriva un altra ragazza, così potrai passare nel femminile"
Tutta contenta esco dalla cella di isolamento per poi tornare in cortile, dove trovo tutti i ragazzi giocare a calcio
"SO TURNAT AMORIII"
dico urlando, vedo che tutto il mio gruppo di giro per poi avvicinarsi alla rete
" ue ammor mijj finalmente"
sento dire da Totò
"ciù ciù"
quella voce, quella dannata voce che mi ha fottuto il cervello in meno di 2 settimane, non posso dire di essermi innamorata, dato che l'amore è solo per i deboli, ma non posso dire che c'è un piccolo sentimento
"ue boss"
Mi siedo vicino a lui sulla nostra solita panchina
"nennè a direttric è stat cattiv eh"
"ja ma pcchè, anzi so stat proprij bon la dint"
sento che gli altri alla mia affermazione ridono, continuiamo a parlare tra di noi quando però sento che Ciro mi dice qualcosa all'orecchio
"ciù ciù jamm rind o laboratorij, ij e te ammà parla"
annuisco in risposta, così entrambi ci alziamo per poi andare vicino a Lino in modo che ci possa coprire
"Linù jamm n'attim rind o laboratorij, già saij"
sento dire da Ciro, Lino in tutta risposta annuisco un po' impaurito, la cosa che mi sorprende è che con me Ciro è un altra persona, solo quando non si incazza ma con gli altri, cambia totalmente.
Appena arriviamo nel laboratorio entriamo mettendoci vicino a un tavolo che c'è lì
" mo m' ricr pcchè t si vattut cu Viola"
Chiede un po' incazzato
"mhh, pcchè nun m ric tu chell c faciv cu Viola"
vedo che sul suo volto compare un piccolo ghigno
"cre ciù ciù si gelos"
non posso dargliela vinta, non così
"mo cuo sapè troppi cos Cirù"
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c'è un Mare Fuori// Ciro Ricci
RomanceCiro Ricci, 17 anni figlio del più potente boss di Napoli, abituato già dalla tenera età alle regole della camorra, Ciro è un ragazzo menefreghista, arrogante e senza emozioni. Chiuso ormai da più di due anni all'IPM di Nisida, odia poche cose ma l...