I due Principi (Parte 3)

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Mi siedo sul suo trono lasciando la spada nel suo petto. Con un cenno della mano indico ai servitori di Onchas, che hanno assistito allibiti a tutta la scena, di suonare le campane per richiamare l'esercito degli orchi.

Dopo qualche minuto si schierano difronte a me, migliaia di soldati armati, centinai di strutture da guerra e decine di orchi sugli Agor. Una scena impressionante. Rimango a bocca aperta... Tossisco per schiarirmi la voce «Orchi!» dico con voce imponente. «Da oggi sarò il vostro nuovo Re!» Tutto tace per pochi istanti e all'improvviso fanno un urlo di guerra in segno di rispetto. Cos'altro mi posso aspettare da queste bestiacce.

Da quando ho saputo del mio imminente futuro al castello degli Alti, ho deciso di fuggire via. Portando con me solamente la mia arma, e la mia armatura come equipaggiamento, un'armatura di pelle rivestita da catene, con sotto pezzi di stoffa in protezione della pelle. Per il resto ho deciso di affidarmi alla sorte, non più dei miei superiori ma quella della mia anima. Che sento sempre più cupa. Mi sarei addentrato nei Colli Fioriti fino a raggiungere il castello dei Grigi. Solo loro hanno quello che mi serve per la mia ascesa al trono. Solo loro hanno la magia oscura che bramo. Io? Certo so governare la magia di luce, l'unico erede a riuscire a utilizzarla dopo secoli. Ma questo non basta se voglio essere il primo dei capi e governare per sempre su Elogard!

È l'alba. E il mio animo è già mostruosamente ansioso di arrivare verso la meta! Si dice che chiunque si inoltri verso i Colli Fioriti, non abbia fatto più ritorno... Ma io non devo far ritorno verso chi ha paura delle mie capacità. Del mio potere. Avrei attraversato quei Colli e nessuno me lo avrebbe impedito. Nemmeno i Colli stessi! Un luogo maestoso, pieno di piante lunghe il doppio di un elfo Alto. Piante carnivore pronte a divorare ogni minima traccia sopra il loro cammino. Pura vegetazione, trasformata così dal Lago Benedetto che gli sfocia accanto. Un lago che conserva tanti misteri. Tanti segreti e leggende. Un lago che però ha aiutato la mia stirpe a abbeverarsi della sua fonte. Ci ha reso longevi, alti e potenti oltre ogni immaginazione. La stessa forza che avrei usato contro il mio padrone! Il Re Maother!

Io sono uno spirito libero, lo sono sempre stato. E non avrei lasciato che mi avrebbe incatenato per paura che avrei fatto del male ai suoi tesori. Il suo regno. Da sempre nascondo rabbia e rancore verso quell'uomo che mi ha sempre impedito di utilizzare la magia nel castello.

Oggi mi sarei addentrato nei Colli Fioriti. Tutto attorno a me sembra d'un tratto smisurato. So che non sarebbe stato facile arrivare dall'altra parte. Ma io sono Otharon. Nessuno può nulla contro di me! Contro la furia che tengo nascosta dentro al mio cuore.

Le piante sono così fitte che a stento riesco a vedere ad un palmo della mia mano. Mi faccio strada tagliando le erbacce che si intromettono nel mio cammino. Verso il mio futuro nascosto. Quello che nessuno si aspetterebbe. Sarei stato il nuovo regnante.

All'improvviso sento sotto ai miei piedi muoversi qualcosa. Credo sia solo la mia immaginazione. Questo posto è in grado di trasformare l'animo di chiunque si addentra. Lo fa mutare in qualunque cosa lui voglia. Seguendo il piacere di madre natura. La madre Gaia. Che cerca inesorabilmente di farsi spazio su Elogard. Che cerca di vivere nonostante l'aria inquinata dal Mar Ametista... La stessa aria che ha reso tutto il nostro mondo un posto pericoloso per chiunque lascia il proprio castello.

«C... Cosa?!» Ma questo è il castello degli Alti! È impossibile che sto girando in tondo da ore... Questo luogo benedetto dalle maledizioni dei Grigi mi ha condotto verso casa mia. Verso quel castello che ormai non sento più mio.

Decido di utilizzare la magia per orientarmi... «Kow berqboeli.» Per realizzare una bussola di luce che mi avrebbe indicato sempre il sud. Sempre la dimora dei Grigi!

Ricomincio da capo il mio cammino, stavolta consapevole di dove sto andando. Sembra che sto camminando da un'eternità. Eppure ancora non ho raggiunto il loro castello. Quando dal nulla sbucano da sotto al terreno delle radici d'albero gigantesche che si avvicinano sempre più a me, formando una cupola sempre più stretta. Mi stritoleranno se non farò nulla per impedirlo.

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