Da all'ora ogni notte mi trovavo in quel quartiere malfamato per cercare qualcuno da uccidere. Dovevo allenare i miei poteri, dovevo renderli capaci di uccidere con lo sguardo in pochi secondi. Ricordavo quella volta che vedendo la mia frequente presenza in quel posto mi accerchiarono due ragazzi e una ragazza, tutti incappucciati, tranne uno che indossava una benda, probabilmente per nascondere qualche tatuaggio di una gang. In quel momento provavo solo terrore, paura per la mia vita. Non avrei mai pensato di sentire una sensazione del genere, pensavo che fossi io l'artefice di tale sentimento. Uno di loro mi chiese: "Cosa ci fa un signorino come te da queste parti?".
«Signorino? Per chi mi hai preso?» replicai ad alta voce, ero travolto dall'adrenalina.
«Si sente da miglia di distanza la tua puzza.» aggiunse quello con la benda e la ragazza concluse con: "Sei un lurido figlio di papà!". Non sapevo esattamente se nascondere da dove provenivo o no, ma tanto sarebbero morti. Li guardai attentamente negli occhi uno dopo l'altro e gli confessai di chiamarmi Aleho. Mentii, non era quello il mio nome ma non potevo rischiare nel caso non fossero morti... poi aggiunsi: "Io non sono di queste parti, sono qui solo per uccidervi." e in risposta ricevetti solo delle risate.
«Tu? Uccidere noi?» rispose la ragazza, mentre il ragazzo incappucciato con una felpa rossa tirava da dietro la tasca del pantalone un coltellino: "Ora vedremo chi morirà." disse grugnendo i denti.
Io non sapevo cosa fare, ero occupato a fissarli negli occhi, sapevo che sarebbero morti, ma se non fossi scappato non sarei uscito vivo da lì. All'improvviso mi accasciai per terra con un forte dolore agli occhi, la paura di morire era insormontabile. Quando alzai il volto verso di loro, impauriti, indietreggiarono.
«I... i suoi occhi!» pronunciò a stento il ragazzo lasciando cadere il coltellino e scappando via lasciando i suoi amici nelle mie mani.
Mi alzai con fatica appoggiando una mano sul ginocchio per aiutarmi. Gli altri due impietriti non riuscivano a lasciare il mio sguardo. Erano loro stavolta ad aver paura... paura di me: "Adesso morirete tutti!" urlai a squarcia gola, stranamente vedevo tutto di un intenso rosso sangue e piombai sulla ragazza spingendo l'altro per terra, adesso erano in balia del mio potere. Ero sopra di lei e appoggiai i palmi delle mie mani ai lati della sua tempia e la fissai negli occhi. Inalai il suo ultimo respiro, prima di fare la stessa cosa con l'altro. Infine mi alzai in piedi e alzai il volto, sull'angolo di un negozio abbandonato c'era una telecamera che mi stava riprendendo, fu in quel momento che mi strinsi gli occhi con le mani cercando di far cessare quella visione ombrata di rosso e scappai più in fretta possibile verso casa mia facendo strade secondarie per non essere rintracciato, l'adrenalina man mano si stava spegnendo e iniziai a sentire la fatica in ogni mio muscolo. Volevo solo che tutto finisse.
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Di quella sera non ricordo come sono ritornato a casa... so solo che mi sono svegliato la mattina seguente sul mio letto, con uno strano ricordo di quel che è successo la notte prima. Sono stato veramente io a fare tutto quello? Me lo conferma il telegiornale del giorno seguente. Dice: "Chiunque abbia visto quest'uomo, sappiate che è un pericoloso serial killer." seguito dal video di me sopra le mie due vittime e il punto in cui ho fissato la telecamera. I miei occhi emettevano un'intensa luce rossa che ha nascosto il mio volto, oscurato dalla notte. Io ci rido su, pensando: "Io un serial killer?" Mia mamma non è in casa, così mi lascio in una fragorosa risata. Vogliono cercarmi? Ma se non sanno nemmeno il mio volto!
Quest'oggi stesso ricevo un'altra telefonata dalla stessa donna del parco. Mi dice che dovevo stare più attento nell'usare i miei poteri, e che ci sarebbero state delle conseguenze da ora in poi. In più si congratula con me per esser riuscito a sbloccare il vero potere in così poco tempo. Poi riattacca senza che io riuscissi a dire nulla.
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ELOGARD: Il Ciondolo.
FantasíaUn protagonista, tantissime storie create da un ciondolo magico. Zalea, il creatore di mondi, ha lasciato libero arbitrio alle sue creature, creando così vere esperienze e sentimenti nei loro animi. Tanti racconti in uno solo, che sprigiona la fant...