L'Etere (Parte 1)

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Zalea


Oggi si terrà la finale del Torneo dei Re nel castello degli Alti e io sono pronto a tifare per loro. Sono quattro partecipanti che lottano per risalire alla Regina nei giochi olimpici dell'anno. Il bello è che dopo averli creati non sapevo bene cosa farne e ho lasciato crescessero secondo ciò che vogliono loro.

Dopo la morte del principe Otharon e di suo fratello Fyrio si sono aggiunte altre due discipline ai tornei: la caccia al fantasma e la lotta per il trono. E oggi si terranno appunto queste due arti, e il sentiero di rose spinate che conduce al castello è zeppo di creature. Dagli orchi, ai miei figli: i Gaia. Io e loro siamo molto simili e l'unica cosa che ci divide è questo ciondolo. Il mio popolo ne è a conoscenza insieme a molte altre creature, mentre altri ne hanno solo sentito parlare. Per molti sono una leggenda, per altri un Dio. Io mi ritengo semplicemente la mente di tutto questo. Senza troppi paroloni o segreti.

C'è tantissima folla, con tante creature diverse. Alcune a groppa dei cinghiali senza pelo. Gli orchi sopra gli Agor: sono draghi ben addestrati da loro. Prima erano gli unici a saperli dominare. E infine c'è chi ha un modesto cervo zebrato... Mentre aspetto che la fila diminuisca vedo uno sgabello e mi ci siedo sopra, quando all'improvviso sento «Ehi! Per chi mi hai preso?» Io subito mi alzo e chiedo scusa.

«Devi essere un Basso.» gli dico puntando la sua enorme barba castano chiaro che gli arriva fino a sotto i piedi e ridacchiando per la figuraccia. Probabilmente si è chinato per allacciarsi gli stivali. Non so perché ma lui balbetta qualcosa e scappa. Eppure mi sono travestito alla perfezione per entrare nel castello senza farmi riconoscere. Sicuramente avrà avuto qualche impegno ricordato all'ultimo minuto... penso.

Passano due clessidre e finalmente mi posso sedere sugli spalti dell'arena a gustarmi questo torneo tra i mille odori e profumi che si sentono tra le postazioni. Vedo gente molto eccitata per questa finale. Una in particolare mi colpisce, ha le sembianze di una giovane Cantadia, solo senza ali, e sembra la più elettrizzata di tutti là dentro. Non che gli altri facessero scena muta. Anzi, molti scommettono per il vincitore. Quando finisce anche questa sfida alla caccia al fantasma e sta per iniziare la finalissima mi si avvicina un Basso, e noto che è lo stesso che ho usato come sgabello nell'attesa del torneo. Inizia a parlarmi ma gli faccio segno di non sentirlo. Allora mi afferra il braccio con la sua mano cicciosa e mi porta fuori dall'arena. Non so cosa vuole, ma forse è importante, così lo seguo fino a quando le urla dei tifosi sugli spalti non diventano solo un bisbiglio.

«Lei è Zalea, vero?!» chiede con aria preoccupata puntandomi il dito.

«Chi lo vuole sapere?» mi impunto come un Re altezzoso, per poi scoppiare a ridere. «Sì, sono io. Ma come mi hai riconosciuto?»

«Indossare un cappuccio con quegli occhiali da sole non si a dice a un'atmosfera come quest'epoca.» Mi dice, grattandosi la testa, un po' per l'imbarazzo e un po' per fare il modesto per avermi scoperto. Poi continua dicendo «Ho bisogno del vostro aiuto.» e mi mostra una lettera stropicciata.

Le do un'occhiata e spiega chiaramente che nel castello dei Bassi sta padroneggiando l'oscurità per mancanza d'etere. Così chiedo al Basso qual'è il suo nome. E lui risponde con una stretta di mano «Orb. Allora, ci aiuterai?»

«Sì, tanto avrebbe vinto Lyrvan il torneo.» Dico ridacchiando. Sembra il più preparato tra tutti. Lui mi fa l'occhiolino dandomi ragione. «Andiamo al buffet prima che si riempia di gente?» chiedo, strofinandomi la pancia.

«Come desidera.» Fa un leggerò inchino facendo toccare la sua barba al terreno.

«Su smettila, non sono nessuno per meritarmi queste attenzioni.» gli spiego che se tutto questo esiste è merito suo e delle creature che dimorano Elogard. Lui mi sorride capendo cosa volessi dire.

ELOGARD: Il Ciondolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora