La Semi-Fata (Parte 3)

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È ancora presto per l'ora di pranzo, così mi porta a vedere il burattinaio migliore del castello. Tutto attorno si sono perlopiù bambini e questo mi fa sentire un po' a disagio ma allo stesso tempo non resisto alla gioia che porta quel racconta storie. Mi rende felice vedere quei burattini recitare. Ogni giorno si è inventato una storia diversa. E da quando sono qua non me ne sono persa nemmeno una. Lyrvan riesce a farmi distrarre dai miei pensieri come se sapesse quel che sto passando.

Arrivati a casa iniziamo a cucinare la carne, io non la so ancora fare bene così gli chiedo se può farlo lui. E mentre la arrostisce con varie spezie io preparo l'insalata. Poi ci sediamo a tavola e mangiamo.

«E' venuto buono, non è vero?» mi fa uno dei suoi soliti occhiolini, per ringraziarmi.

«Si la carne è ottima.» gli rispondo, mentre prendo un altro boccone. Un pezzo di carne molto più grande della mia bocca.

«Già. Ho imparato a cucinare con gli anni, riuscirai anche tu.» mi dice per consolarmi, puntandomi la posata che teneva in mano.

«Speriamo...» Cerco di non parlare con la bocca piena... Quando finiamo di mangiare mi scappa uno sbadiglio per la stanchezza.

«Sei stanca?» È preoccupato che io non abbia dormito.

«Un po'.» mi rattristo in volto, pensando che se mi fossi messa sul letto avrei ricominciato a piangere.

«Qualcosa non va?» mi chiede notandomi seria in volto.

«No, tutto bene.» gli sorrido.

«Vuoi che mi fermo da te?» Non capisco come faccia a capirmi tutte le volte, anche se non dico niente.

«Se puoi...» gli rispondo stringendomi nelle spalle.

«Certo!» mi sorride.

Così dopo aver sparecchiato vado in camera mia e mi sdraio sul letto. Lui mi segue portandosi una sedia con se. E mi guarda chiudere gli occhi.

Al risveglio lo sento sdraiato dietro di me ad abbracciarmi. Tiene una mano sul mio ventre. Io arrossisco e facendomi minuscola esco fuori dal letto. Lui rimane a dormire per qualche secondo prima di accorgersi della mia assenza. Lo guardo aprire gli occhi di colpo, come se non avrebbe voluto sdraiarsi sul letto con me.

«Scusa non volevo spaventarti.» mi chiede perdono almeno tre volte.

«Tranquillo, è solo che non immaginavo...» arrossisco ancora di più.

«Lo so ma la sedia era così scomoda e stavo prendendo sonno, poi sei bellissima quando dormi, e mi è venuta voglia di sdraiarmi accanto a te.» mi svela, sono sicura che sono diventata un pomodoro.

«G... grazie.» gli dico. Lui ridacchia.

«Hai riposato bene?» mi chiede, stiracchiandosi.

«Si, il tuo corpo mi ha tenuto al calduccio.» Lui ride di nuovo e mi ringrazia.

«Ti va di fare un giro?» mi chiede per ultimo.

«Certo! Dove andiamo?» dico sprezzante di gioia. Tra gli allenamenti e il mio lavoro abbiamo poco tempo per stare insieme, ma quest'oggi non devo lavorare, e lui si è preso una pausa dagli allenamenti.

«E' una sorpresa.» mi svela.

«Come al solito.» ridacchio.

«Mi conosci ormai.» e mi segue a ridere.

Oltrepassiamo il sentiero di rose e scendiamo ancora più giù. Ci inoltriamo in una foresta molto illuminata fino a raggiungere un lago, che è la fonte di quella luce.

ELOGARD: Il Ciondolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora