Capitolo 13

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<<Ma sei sicuro di non aver mangiato niente di avariato ieri sera?>>.

Un nuovo giorno di scuola è iniziato, e devo dire non nel migliore dei modi. Solo che io mi riferisco al compito di biologia che ho tra cinque minuti, Scott invece al sogno che ha fatto stanotte.

<<Non sei di aiuto>> mi scocca un'occhiataccia il mio amico lupo.

Io alzo le mani in segno di resa, continuando a camminare per il corridoio.

Curiosi di sapere di questo sogno? Beh, è presto detto.

Scott ed Allison insieme su un pullman della scuola, di notte. Scott ed Allison iniziano a copulare come conigli. Scott perde il controllo. Scott prende per le caviglie Allison. Scott uccide Allison. Fine.

Divertente, no?

<<È stato orribile, mi sono svegliato completamente sudato. E non riuscivo a respirare. Non mi era mai successo!>> continua Scott.

<<Davvero? A me sì, anche se il finale è diverso>> esclama Stiles.

Io gli lancio un'occhiata confusa. E questo che vorrebbe dire? Ma lui mi liquida con gesto della mano.

<<Primo: non avevo mai fatto un sogno così reale. E secondo: non provare a raccontarmi i dettagli!>>.

<<Sono d'accordo con te Scott!>>. Mi rivolgo seria verso Stiles: <<Non provare a raccontarci i dettagli>>.

Il ragazzo dagli occhi nocciola sospira: <<Ok, ma fatemi indovinare->>.

<<Credi che questo sogno sia dovuto al fatto che oggi, il Romeo qui presente, ha un appuntamento con Allison>> lo interrompo.

<<E che magari potrei perdere il controllo>> conclude Scott.

Stiles ci guarda come se avessimo detto un assurdità, infatti poi se ne esce con un: <<No, certo che no...>>.

Io e Scott gli lanciamo un'occhiata eloquente, e lui alza gli occhi al cielo: <<Sì, in effetti sì>> si corregge <<Dai, andrà bene! Credo che tu stia gestendo la cosa in modo eccezionale!>>.

Io alzo un sopracciglio: <<Davvero? Beh, allora sono curiosa di vedere quando la geste da schifo. Perché sono abbastanza sicura che non ci sia nessuna differenza!>>.

<<Oh andiamo Moon, non ti ci mettere pure tu a distruggere le sue speranze!>>.

Sentendo come mi ha chiamata, quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. Moon. Dio, da quanto tempo non sento questo soprannome. Me lo diede lui quando eravamo piccoli. Ricordo che mi chiese cosa significasse il mio nome in italiano, poiché lui non lo conosceva. Io gli risposi che il nome "Noemi" era una distorsione della parola greca ναόμι* che significa "luna piena", e che mio padre me lo aveva dato perché per lui e la mamma ero come la luna: forte e lucente. Da quel giorno Stiles incominciò a chiamarmi Moon. Luna in inglese.

Pensando a questo, sorrido, ma poi mi riprendo subito, rispondendo a Stiles: <<Ma io non sto facendo niente! Dopotutto, non esiste una scuola per lupi mannari alle prime armi che ti dica come comportarti!>>.

<<Una scuola forse no, ma un maestro...>> inizia Scott.

Io e Stiles spalanchiamo gli occhi: <<Ma chi, Derek?!>> esclama il ragazzo dagli occhi nocciola.

<<Ma sei idiota?!>> continuo io, mentre Stiles gli tira uno scappellotto sul collo <<Lo abbiamo fatto mandare in prigione!>>.

𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐋𝐔𝐏𝐎, stiles stilinski¹ ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora