Capitolo 26

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Il bacio è stato anche più divertente del previsto.

Devo dire che come nelle serie TV, gli uffici appartati sono sempre i posti migliori per un po' di divertimento. Sono certa che al Coach non importerà.

Avere un posto in prima fila per assistervi mi è piaciuto. È stato esilarante osservare tutto lo scambio tra i due piccioncini. E devo di dire che ci sono anche andati giù pesante.

La luna piena sta decisamente dando alla testa a Scott. I lupi sono degli animali molto territoriali, non mi sorprende che in una relazione del genere possa essere così passionale. Ma non è un problema mio. Almeno non più. Adesso se la dovranno vedere Allison e Jackson.

La giornata di scuola è giunta al termine, ed è arrivato il momento di tornare a casa. Aspetterò in santa pace le conseguenze del mio bel piano.

Sono distrutta. Programmare tutta questa situazione è stato sfiancante, non vedo l'ora di farmi una doccia. Marina e le gemelle permettendo.

Casa è più silenziosa del solito. Letteralmente, non si sente volare un mosca. Strano.

Vado in cucina per bere un po' d'acqua, trovando sul frigorifero un bigliettino che dice: "Gaia e Lucia sono a casa di amiche. Io e Matteo siamo ad una cena con dei miei colleghi. Vedi di non mandare a fuoco la casa, e lava i piatti dopo mangiato! "

Tutto qui. Non un "ti voglio bene" o "spero sia andata bene la giornata". Niente di niente.

Dovrei esserci abituata, e in realtà lo sono, ma non posso non fare comunque una smorfia. È troppo chiedere un po' di affetto materno da questa donna? Che una volta tanto mi dica qualcosa di dolce, o di almeno lontanamente gentile? Qualcosa che non sia un ordine? A volte penso di capire come si senta Cenerentola.

Sto per appallotolare il foglietto per gettarlo nella spazzatura, quando un suono proveniente dal piano di sopra mi fa drizzare la schiena.

Era bello forte. Come di qualcosa che si spaccava sul pavimento. Non c'è nessuno in casa, a meno che un piccione sia entrato da una finestra aperta. Ma lo trovo altamente improbabile.

E se fosse...

Tiro fuori un kunai da una delle mie tasche, stringendolo forte. Tenendo il braccio alzato in posizione d'attacco, mi dirigo lentamente verso le scale.

Arrivata al primo piano, mi guardo intorno. Spalanco gli occhi quando sento una voce femminile parlare tra sé e sé.

<<Davvero ottimo lavoro, Phoebe. Davvero un ottimo lavoro>>.

Aggrotto le sopracciglia. Chi diavolo è Phoebe?

La voce proveniva dalla mia stanza. Giuro che se è una qualche ladra di biancheria intima, Stilinski oggi si troverà con un omicidio tra le mani!

A passo felpato mi avvicino sempre di più alla stanza, stando rasente al muro.

Ma quando vedo la porta aprirsi, mi congelo sul posto.

Senza aspettare un secondo di più, mi getto sulla ragazza che ne esce un secondo dopo.

Lei lancia subito un urlo, cercando di spostarsi all'indietro, ma la fermo prendendola per un braccio. E dopo averla fatta cadere di schiena a terra con uno sgambetto, si ritrova la lama del mio kunai puntata alla gola.

<<Chi sei? Cosa ci fai in casa mia? E come diavolo sei entrata?>>.

Lei sembra stia andando in inperventilazione. I suoi occhioni blu sono spalancati, mentre i capelli nero pece sono sparsi sul pavimento. Il suo petto continua ad alzarsi ed abbassarsi furiosamente, mentre deglutisce.

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