3.

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Appoggio la borsa della spesa sul tavolo della cucina. Mi scappa l'occhio dentro. Dov'è il sale? Non ci posso credere! Ero andata apposta perché non ne avevo più e non l'ho nemmeno preso. Non mi sembra il caso di tornare giù a comprarlo, ma la pasta senza sale fa veramente schifo! Mi siedo con un tonfo sulla sedia e appoggio la testa sul tavolo. Sbuffo rumorosamente. Questa giornata sembra interminabile. Mi alzo controvoglia. Metto i bastoncini di pesce in frigo, ormai sono scongelati del tutto e devo per forza cuocerli. Non mi piacciono nemmeno i bastoncini di pesce! Prendo la borsa, mi assicuro di avere dietro le chiavi ed esco nuovamente. Spero solo di non incrociarlo. Raggiungo senza problemi il reparto giusto e cerco il sale grosso. Com'è possibile che non lo vedo da nessuna parte? Alzo lo sguardo ed è lì, sullo scaffale in alto. Troppo in alto per il mio metro e sessanta scarso. Guardo meglio in giro, magari c'è un pacchetto a portata di mano e non l'ho visto. Niente da fare. Guardo il sale lì in alto con le mani sui fianchi. Magari riesco a spostarlo con la forza del pensiero. Va bene, soluzione non plausibile, però era comunque da prendere in considerazione. Una cosa è certa, anche se continuo a fissarlo, non verrà mai da me. Non sono la sola ad essere arrivata a quella conclusione. -Non credo funzioni in questo modo- Tom è accanto a me e fissa anche lui i pacchetti di sale.
-Scusi?-
-Anche se li fissa per un giorno intero, dubito che riuscirebbe comunque a prenderli- Di nuovo quel sorriso. Il sorriso più bello mi sia mai capitato di vedere.
-Credevo che pensando intensamente ad una cosa, sarebbe successa- arriccio le labbra. Continuo a fissare lo scaffale e mi sta venendo il torcicollo.
-A quanto pare non sta funzionando per quel sale- commenta lui. Sembriamo due cretini che fissano delle scatole.
-Devo aver perso tutto il mio fascino- borbotto..Smetto di guardare in alto e mi massaggio il collo dolorante. Mi guarda intensamente.
-Le assicuro che quello ne ha da vendere- lo dice senza staccare gli occhi dai miei. Credo di essere diventata rossa come un pomodoro bello maturo, il viso in fiamme.
-La aiuto io. Quale le serve?- chiede.
Continua a guardarmi in quel modo, e le gambe mi sono diventate di gelatina.
-Quello grosso, grazie- gli rispondo.
Mi guarda divertito e me lo prende senza nessuna fatica.
-Ecco a lei-
Mi passa il pacchetto di sale, lo prendo con mani tremanti. Sto facendo di nuovo la figura dell'idiota. Sapevo che era meglio starsene chiusi in casa.
-Le preparo uno scaffale più in basso, così la prossima volta avrà meno difficoltà-
Mi sorride.
-Così potrà usare tutto il suo fascino per altri scopi- aggiunge.
Non riesco a dire niente, non mi esce nemmeno un suono dalla bocca.
-È stato un piacere rivederla Evelyn-
Mi prende la mano e la bacia di nuovo. Mi sento come una statua di marmo. Non riesco a muovere nemmeno un muscolo. Ho bisogno di una doccia fredda! Prendo un grosso respiro e vado alla cassa. Pago il mio pacchetto di sale. Il supermercato sta per chiudere, e hanno tutti fretta di andarsene a casa. Ho molta fretta anch'io, devo rinchiudermi e non uscire più.
-Evelyn!- Qualcuno urla il mio nome e mi sta raggiungendo di corsa. Mi giro e Tom è a due passi da me, la mia borsa appesa al braccio.
Mi copro il viso con le mani. Non posso essere davvero così idiota. Non posso, non posso, non posso. Mi scopro gli occhi, ma tengo coperta la bocca. -Ho come l'impressione che dovrò correrle dietro spesso- Mi porge la borsa ridendo e la prendo con una mano. Il viso in fiamme.
-Giuro che non sono sempre così- borbotto cercando di difendermi.
-È un peccato allora- dice lui.
Lo guardo confusa. Mi strizza l'occhio e se ne va. Che cosa voleva dire con quell'affermazione? Mah, non l'ho capita. Torno in casa e mi butto sul divano, ripenso al suo sorriso, il cuore comincia a battermi fortissimo.

Ecco perché ti amo - Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora