2.

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Vado alla cassa e pago le due cose che ho preso. Esco in fretta e raggiungo la porta di casa. Frugo nella borsa in cerca delle chiavi. Dove diavolo sono finite? Appoggio la borsa sul corrimano per cercare meglio. Niente da fare, sono scomparse. Le avrò lasciate in casa? Cavolo, non lo ricordo proprio. Appoggio la testa sul corrimano sconsolata. E ora come faccio ad entrare in casa? -Stava forse cercando queste?- Il fascinoso commesso fa tintinnare il mio mazzo di chiavi -Le aveva lasciate alla cassa- m'informa.
-Grazie mille. Chissà dove avevo la testa- borbotto nervosa.
Mi porge il mazzo, ma non si muove da lì. Ho qualcosa che non va? Continua a fissarmi i capelli divertito. Allunga una mano e mi toglie qualcosa. -Aveva questa tra i capelli- Mi mostra una foglia prima di lasciarla cadere a terra. Credo di essere arrossita di nuovo e credo anche di aver farfugliato qualcosa senza senso. Riprenditi Evelyn! Cavolo! Sembri una scema!
-Grazie, soprattutto per queste- Faccio tintinnare le chiavi.
-Si figuri. Sono sempre a sua disposizione-
Di nuovo quel sorriso. Devo dileguarmi o svengo qui sui gradini. Cerco di sorridergli e mi precipito alla porta. Sono talmente agitata che mi scivolano le chiavi e cadono a terra rumorosamente.
-Le do una mano- dice lui gentilmente. Raccoglie il mazzo e me lo porge nuovamente. Da questa distanza riesco a sentire il profumo del suo dopobarba.
-Se vuole la aiuto anche ad aprire la porta- mi canzona. Si sta davvero divertendo a prendermi in giro. Che figura del cavolo!
-Penso di potercela fare anche da sola. Grazie lo stesso- Cerco di darmi un po' di contegno, ma le mani non collaborano. Perché sono così nervosa? Ci rinuncio! Gli passo il mazzo di chiavi. Lui si trattiene dal scoppiare a ridere e apre la porta senza alcuna difficoltà.
-Vuole che le porti anche la borsa della spesa?- domanda con un certo divertimento nel tono della sua voce. Tiene la porta spalancata per lasciarmi entrare.
-Non si disturbi, la parte più difficile era questa- balbetto. Come vorrei smaterializzarmi in questo momento.
-Se ha bisogno di qualsiasi altra cosa, sa dove trovarmi- continua a guardarmi intensamente con le labbra curvate in un sorriso meraviglioso.
Annuisco.
-Grazie- Lo saluto con un cenno della mano e mi chiudo la porta alle spalle. Resto appoggiata alla porta, mi porto una mano alla fronte, mi sento accaldata. Chi me lo ha fatto fare ad andare al supermercato oggi?! Sento bussare alle mie spalle. Mi volto, e lui mi sta guardando. Cazzo! La porta è in vetro e si vede tutto da fuori! Come posso essere così stupida?! Apro la porta. Ha l'aria così divertita che mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi! -Ho dimenticato ancora qualcosa?- chiedo stizzita. -Sì, si è dimenticata di dirmi il suo nome- Lo guardo confusa. Perché mai dovrebbe voler sapere il mio nome? -Io sono Tom- Mi porge la mano. Che cosa dovrei fare ora? Non vorrei sembrare scortese. Decidi in fretta! Gli stringo la mano.
-Mi chiamo Evelyn- dico infine.
-Piacere di averla conosciuta Evelyn-
Mi bacia la mano e si allontana. Si volta a guardarmi prima di svoltare l'angolo e mi sorride.
Rimango imbambolata sulla porta per non so quanto tempo. Torno alla realtà soltanto quando il mio vicino scorbutico deve uscire a portare a spasso il cane. Devo trovare un nuovo supermercato dove andare a fare la spesa. Non so se avrò il coraggio di tornare qui sotto dopo la figuraccia di oggi. Mi avrà preso per un'idiota di prima categoria. Mi chiuderò in casa e per un po' non uscirò più. In questo modo eviterò situazioni imbarazzanti. Penso sia la decisione giusta.

Ecco perché ti amo - Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora