5.

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Trova una confezione di ghiaccio secco nell'armadietto e me lo mette sulla fronte.
-Andava bene anche un pacco di surgelati- gli faccio notare.
-Si sarebbe scongelato nel giro di pochi minuti, e poi avrei dovuto pulire. Come ieri- mi guarda dritto negli occhi e sorride. È troppo vicino per i miei gusti. Riesco a sentire il calore del suo corpo. Oltre a un sedere da favola, ha anche dei muscoli niente male. Che cosa sta facendo? Lo becco a guardare dentro la scollatura del vestito.
-Le dona molto il rosa- dice dopo un attimo.
Oh mio Dio, mi sudano le mani e ho la tachicardia. Non va bene, non va affatto bene.
-Devo andare- mento.
Allontano la mano con la quale teneva fermo il ghiaccio e vado verso la porta.
-Grazie Tom- Lui ha ancora il braccio a mezz'aria e mi guarda confuso.
Scappo di corsa prima che si possa riprendere. Devo andare a cercare un lavoro e ora sono qui tutta sudata. Ci mancava solo lui a farmi andare fuori di testa. Credo che tornerò a casa a darmi una rinfrescata, non posso andare in giro in questo stato. -Dove stai andando?- chiede alle mie spalle.
Ma perché continua a seguirmi? Se facessi finta di non averlo sentito? Cerco le chiavi nella borsa. Lui nel frattempo è dietro di me.
-Perché sei scappata in quel modo?- domanda con il fiato corto. Siamo passati a darci del tu ora?
-Dovevo darmi una rinfrescata. Non posso trovare lavoro in queste condizioni. E poi a lei che
interessa?- domando irritata.
Mi giro per guardarlo negli occhi.
-Non faresti una bella impressione con quel livido sulla fronte-
Mi sposta la frangia per osservarlo meglio. In effetti mi fa parecchio male.
-Tutta colpa sua- gli faccio notare incrociando le braccia al petto.
-E perché?- domanda lui guardandomi di traverso.
-Se non lasciava tutta quella roba in mezzo alla strada, io non ci sarei andata a sbattere- rispondo decisa. Lui ride di gusto. Lo guardo malissimo.
-Se tu guardassi avanti mentre cammini, non andresti a sbattere- ribatte giustamente.
In effetti non ha torto, ma di sicuro non gliela darò vinta.
-Non deve tornare a lavorare?- chiedo stizzita.
Mi sta facendo innervosire e mi sta venendo ancora più caldo.
-In effetti dovrei, ma non mi va- scrolla le spalle.
Mi sfiora la mano con la sua, non so se l'abbia fatto apposta o meno. Sinceramente non mi interessa.
-Beato lei che può fare quello che vuole- borbotto arricciando il naso.
Mi giro di nuovo verso la porta e cerco di infilare le chiavi.
-Ti va di uscire a cena con me stasera?- chiede a bruciapelo.
-Non mi conosce nemmeno e vuole invitarmi a cena?- inarco un sopracciglio per lo stupore.
Annuisce.
-Non mi sembra il caso- dico voltandogli ancora una volta le spalle.
-Come vuoi Evelyn. Ci vediamo più tardi-
Mi volto e lui è già sparito. Perché mai dovrei vederlo più tardi? Lasciamo perdere. Proprio non lo capisco questo tizio. Entro in casa e mi fiondo in bagno. Davanti allo specchio mi viene quasi un colpo. Come diavolo ho fatto a farmi quel livido enorme? Ha ragione, non posso farmi vedere in giro così. Mi sa che la caccia al lavoro è andata a monte. E se ci mettessi un po' di fondotinta? Potrebbe essere un'idea. Prendo la spugnetta e me la passo sul livido. Trattengo a stento un urlo di dolore. Okay, non è stata una brillante idea. Ci rinuncio. Ci mancava solo questo! E ora che cosa faccio? Avevo programmato la giornata in modo perfetto e ora non so come far passare il tempo. Sul tavolino in salotto c'è un libro che ho cominciato a leggere prima che Marco se ne andasse. Non ho più avuto il coraggio di prenderlo in mano, non so spiegarne il motivo. Forse è arrivato il momento di farlo. Mi immergo nella lettura e non mi rendo conto del passare delle ore. Mi accade spesso quando mi estraneo dal mondo che mi circonda, adoro entrare in contatto con i personaggi, la storia, l'ambientazione. Questo libro è così triste, e non riesco a trattenere le lacrime. Torno alla realtà con un sobbalzo, quando qualcuno suona il campanello. Controllo l'ora e sono le sette di sera. Cavolo, mi sono pure dimenticata di mangiare a pranzo! Mi alzo a fatica. Ho il sedere indolenzito. Prendo la cornetta del citofono. -Sì?-

Ecco perché ti amo - Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora