8.

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-Posso farti una domanda personale?- chiede guardandomi negli occhi.
Le nostre mani sul tavolo si sfiorano appena.
Annuisco.
-Come mai non hai un ragazzo?-
Eccoci alla domanda d'obbligo.
-Chi ti dice che io non ce l'abbia?- domando guardandolo di traverso.
-Non credo saresti uscita con me se ci fosse stato- risponde con una scrollata di spalle.
Okay, un punto a suo favore. Non ho voglia di parlarne, però penso sia giusto farlo. Sospiro.
-Ho convissuto per un anno con un uomo, e poi lui se ne è andato sbattendo la porta. È successo sei
mesi fa- dico.
-Mi dispiace Evelyn-
-Ormai mi è passata, anche se non capisco cosa sia successo- ammetto con una smorfia.
Mi guarda confuso.
-Non mi ha dato nessuna spiegazione. Ha detto solo che non ne poteva più di me- aggiungo sconsolata.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime, ma le ricaccio indietro, non ho intenzione di piangere davanti a lui.
-È una cosa orribile, che bastardo!- sbotta posando la mano sulla mia. Sembra davvero dispiaciuto.
-Tu invece?-
Voglio allontanare l'attenzione da me. Okay, più che altro sono curiosa di sapere della sua vita privata. -Non ho mai avuto storie lunghe. Al massimo sono resistito pochi mesi e solo con una persona- risponde guardando un punto indefinito del tavolo. -Come mai?- chiedo aggrottando la fronte.
-Credo di non aver mai trovato la persona giusta- risponde, il suo sguardo fisso sulle nostre mani ancora unite sopra al tavolo.
-Ti va di andare a prendere una boccata d'aria? Non riesco più a stare qua dentro- Sembra molto a disagio a parlare di queste cose.
-Certo- lo assecondo.
Va a pagare alla cassa, salutiamo Chris e ci incamminiamo lungo il viale alberato.
-Ti va un gelato?- mi chiede dopo lunghi minuti di silenzio.
Come si può dire di no a un gelato? Prendiamo due coni nella gelateria vicino a casa e ci sediamo a mangiarlo su una panchina nel parchetto lì accanto.
-La mia famiglia è preoccupata per me- dice a un certo punto.
-Come mai?- aggrotto la fronte.
Mi fissa la bocca e sorride. Lo guardo confusa. Si avvicina con la mano e mi pulisce l'angolo della bocca con il pollice. Ci mette un po' ad allontanare la mano dal mio viso, e non mi dispiace affatto.
-Pensavano avrei messo la testa a posto e mi sarei sposato- risponde arricciando le labbra.
-Non hai mai pensato di farlo?- evito il suo sguardo.
-Con chi avrei dovuto? Fin'ora ho sempre pensato solo a divertirmi- afferma tristemente. Sospira -Penso di aver sbagliato tutto in questi anni- aggiunge serio.
-Forse non eri pronto- provo a rassicurarlo.
-Forse- commenta.
Mi guarda così intensamente da farmi arrossire anche al buio. Distolgo lo sguardo.
-Si è fatto tardi- dico dopo un po'.
-Ti accompagno-
Si alza dalla panchina e mi offre la mano per aiutarmi ad alzarmi. Inciampo su un sasso malefico e finisco direttamente tra le sue braccia. Le nostre bocche quasi si sfiorano, sento il suo respiro. -Sei un disastro Evelyn- sussurra.
Lo dice con una tale dolcezza da farmi tremare le ginocchia. Mi lascia andare a malincuore. Nessuno dei due parla mentre raggiungiamo casa mia. Ci fermiamo davanti ai gradini. -Grazie per la bella serata, Tom-
-Grazie a te-
Non smette di guardarmi, e io non riesco a smettere di fissare la sua bocca.
-Non immagini che fatica sto facendo- dice guardandomi negli occhi.
-A fare cosa?- chiedo ingenuamente.
-Baciarti Evelyn. Muoio dalla voglia di baciarti...-
Mi sfiora le labbra con le dita.
-Buonanotte- mormora.
Mi bacia sulla guancia.
-Vorrei uscire di nuovo con te. Domani sera?- domanda.
Annuisco come un'ebete.
-A domani allora. Dormi bene-
Mi accarezza il viso e mi sorride felice. Lo guardo allontanarsi, porto la mano dove mi ha baciato. Sono rimasta talmente imbambolata, che non l'ho nemmeno salutato. Non mi sento così da... Cavolo, non mi sono mai sentita così! Marco non mi aveva mai fatto questo effetto. Che cosa mi sta succedendo?
Entro in casa trascinando le gambe, me le sento talmente deboli. Sarà stata la birra che ho bevuto con la pizza.

Ecco perché ti amo - Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora