Capitolo 1

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Era una delle prime mattine di Gennaio, un mese che per me sarebbe stato molto importante dato che tra pochi giorni avrei dovuto compiere diciotto anni e realizzare tanti progetti nella mia vita.
Ho sempre pensato che essere maggiorenne fosse un privilegio non molto difficile da raggiungere.

Durante i primi anni delle scuole elementari, ricordo che raccontavo a tutti che il giorno in cui sarei diventata una donna avrei fatto la poliziotta come mio nonno.
Mia madre era molto fiera di me e vedermi giocare per lei era come un sogno.

Purtroppo mio nonno morì in una missione per via di una trappola. Ma sfortunatamente per l'assassino che si era lasciato andare troppo dagli alcolici, o almeno così dissero i poliziotti, trovarono il corpo anche di esso a terra morto stecchito.
Ci furono tante vittime quella sera e vidi per la prima volta i miei genitori piangere.

Alle elementari scrissi molti temi e tanti di questi li ho ancora...

Parlavano solo di due cose:
di mio nonno e di una mia compagna di classe.

Ogni volta che li aprivo mi sentivo male perché lei cambió scuola e non la rividi più per il resto dei miei giorni.
Non ricordavo nemmeno il suo nome...non lo avevo mai scritto.

Dopo tanti anni ripensare a quei momenti era difficile...quasi impossibile, volevo trovare la forza di andare avanti, e così fu!

Sono sempre stata la migliore della classe e se prendevo anche solo un 8- la mia media scolastica iniziava a scendere.

Alle medie ebbi il piacere di conoscere Gioia, la mia migliore amica attuale, con cui passavo i pomeriggi più belli e le
sedate più emozionanti.

Alle superiori andammo nella stessa scuola ma in classi e indirizzi separati, mi sentivo fortunata ad avere lei a scuola, anche non essendo nella mia classe lei per me c'era sempre a pranzo, a ricreazione e infine al termine delle lezioni.

In cortile c'erano dei ragazzi che stavano da soli e io avevo paura di fare quella orrenda fine.

Gioia un giorno venne da me e mi presentò Federico, divenimmo subito grandi amici, anche se gli sguardi tra lui e la mia migliore amica erano molto bollenti.

———
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Alle 7 la mia sveglia iniziò a fare quel rumore fastidioso per svegliarmi.

Mi andai a fare una doccia rapida e feci colazione con mia madre in cucina.

Ho sempre vissuto da sola con lei negli ultimi 6 anni dato che mio padre e lei avevano divorziato per via di un possibile tradimento da parte di mio padre.
Non riuscivamo a guardarlo negli occhi...anche se io avevo i suoi occhi color cioccolato e mia madre degli occhi blu anche se con sfumature verdastre.
Era molto giovane quando mi concepii ed è sempre stata il mio punto di riferimento in tutto...tranne nell'argomento "fidanzati" di cui non parlavamo mai.

Non ne avevo mai capito il motivo ma non mi importava.

Dopo una lunga colazione salutai mia mamma e corsi in camera mia a vestirmi per uscire con i miei due amici e augurargli un buon anno.
Non sapevo cosa mettere e optai per la solita felpa grigia e dei jeans strappati.
Mi misi una collanina con un infinito che mi regalò mia nonna a natale insieme a un anello argentato che sarebbe andato su tutte le mie dita prima di trovare il suo posto.
Misi un cappotto bianco e mi legai i miei lunghi capelli castani in uno chignon, infilate le mie scarpe bianche e messo giusto un filo di mascara sulle ciglia andai dai miei amici.

Dopo poco meno di cinque minuti arrivai a casa di Gioia che mi aspettava fuori dalla porta da neanche pochi secondi.

"Amo sei in ritardo" disse lei con un tono quasi divertito e arrogante.
Aveva una camicia rossa quasi scollata sotto al giubbotto nero con alcune linee bianche. Aveva messo il suo profumo migliore e dei leggings che le facevano risaltare tutte le sue curve.
Si era fatta le trecce e i suoi elastici azzurri le facevano risaltare gli occhi anche in lontananza.

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