Quando la volpe non arriva all'uva brucia la vigna.

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Kol's POV.
Lei mi urlò dietro, con gli occhi rossi e pieni di lacrime.
Non volevo lasciarla, ma per me la nonna di Davina era stata da sempre come una madre, e la notizia che era morta, mi aveva sconvolto.
Capivo il dolore di Mary, di lei me ne ero completamente innamorato, ma dovevo dire addio a quella donna.

Uscii dalla stanza con un enorme senso di colpa nel cuore.
Uscii dall'hotel e mi diressi verso l'indirizzo che mi aveva mandato la mia ex Davina via whatsapp.
Arrivai e mi trovai in un vicolo ceco.
La chiamai al telefono, ma lei spuntò dietro le mie spalle.

D."Kol, amore mio ciao!"

Mi girai.
Era vestita con un vestitino corto, molto sopra le ginocchia, molto scollato e quasi trasparente, trucco esagerato come sempre e capelli sciolti.
Si avvicinò a me, e tentò di baciarmi, ma mi scostai.
K."Ma cosa fai?"

D."Perchè? Ti stavo salutando..."

La guardai male.

K."Tua nonna allora..."

Rise divertita.

D."Oh amore..."

Mi accarezzò la guancia.

D."Ti ho mentito.
Volevo solo che lasciassi quella sfigata della tua segretaria, e venissi da me..."

K

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K."TU HAI MENTITO SU TUA NONNA?!"

D."Dai amore..."

K."Non chiamarmi amoree! Io non ti amo più! Mi fai schifo!"

Il suo viso cambiò, feci per andarmene, ma le sentii dire:"Prendetelo!"

Neanche mi voltai, che mi vidi attivare dritto sulla faccia un pugno, poi un altro, e ancora, sullo stomaco, sulle gambe, caddi a terra, e vidi in modo sfuocato due ragazzi, vestiti di nero, ma non riuscii ad identificare i loro volti

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Neanche mi voltai, che mi vidi attivare dritto sulla faccia un pugno, poi un altro, e ancora, sullo stomaco, sulle gambe, caddi a terra, e vidi in modo sfuocato due ragazzi, vestiti di nero, ma non riuscii ad identificare i loro volti.

Neanche mi voltai, che mi vidi attivare dritto sulla faccia un pugno, poi un altro, e ancora, sullo stomaco, sulle gambe, caddi a terra, e vidi in modo sfuocato due ragazzi, vestiti di nero, ma non riuscii ad identificare i loro volti

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Mi presero a pedate, poi si fermarono, quando lei le disse:"Basta."
Sentivo il sangue caldo scendere su tutto il mio viso.
Davina si avvicinò a me e mi disse:"Così impari a sostituirmi."

Sentii i loro passi allontanarsi, poi rimasi qualche minuto lì a terra, coperto di sangue.
Mi alzai, zoppicando e mi diressi verso l'hotel, che per fortuna non era così lontano.
Appena la signora mi vide, corse verso di me.
X."Signore, signore..."

K."La prego, mi lasci salire in camera, sto bene."

Mi accompagnò davanti la mia stanza, avevo il cuore in gola, lei era ancora lì? O se n'era andata? Sperai con tutto me stesso che fosse ancora lì.
La signora aprì la porta con la chiave, e lei era lì, seduta sul letto, appena ci vide, mi corse incontro e mi prese e mi fece sdraiare sul letto.

M."Cos'è successo?!"

X."Non lo so, è arrivato così, e mi ha chiesto di portarlo qui!"

M."Chiamo un'ambulanza..."

Le presi la mano.
K."'No, ti prego..."

Mary guardò la signora e le disse:"Non si preoccupi, me ne occupo io ora, comunque la ringrazio.."

X."Se posso fare qualcosa, la qualunque cosa, mi chiami."

M."D'accordo grazie."

Sentii la porta sbattere e Mary mi guardò.

Amore a metà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora