Pov Helen
Mi svegliai dolorante, con la sensazione di qualcosa di pesante attorno alla vita.
Aprii gli occhi, confusa, non capendo dove fossi e come ci fossi arrivata; e mi ritrovai davanti il viso sereno di Daniel. Il sonno aveva tranquillizzato il suo cipiglio, che si era steso, riposandosi a sua volta. La bocca era schiusa, e il respiro usciva a sbuffi, che mi arrivavano sulla bocca, accarezzandomela.
Sorrisi dolcemente, perché non avevo mai visto una persona così bella in tutta la mia vita, e, nonostante tutti i problemi, stava diventando mia.
Mi stiracchiai, chiudendo gli occhi e assaporando la sensazione di languore ad averlo così vicino a me.
Appena cominciai a muovermi dovetti riaprirli di nuovo, perché Daniel aveva stretto la mia vita, che era sotto il suo braccio, avvicinandomi a sé, borbottando qualcosa.
Mi bloccai, temendo di averlo svegliato.
Ero accanto a lui, le braccia poggiate sul suo petto, i visi vicinissimi.
"Buongiorno..." Biascicò lui, regalandomi uno sguardo dolce, così raro da trovare in lui.
Sorrideva leggermente, stiracchiandosi.
L'avevo svegliato.
"Buongiorno" risposi timidamente, colta da un improvviso senso di pudore.
Si avvicinò a me, baciandomi la fronte.
"Hai dormito bene?" chiese, carezzandomi la schiena, irrigidita dal duro pavimento.
"Mmm... abbastanza" mentii.
Scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
"Mi dispiace di averti portata qui" si scusò, fattosi serio "a giudicare dalla luce non dovrebbe essere troppo tardi."
C'era una semioscurità che dava al suo volto una bellezza maggiore: nel buio i suoi occhi brillavano.
"Potrei tornare in camera" osservai, mettendomi a sedere "vestirmi e... magari..." tossicchiai, non sapendo che dire.
"Ti aspetto fuori."
Mi guardava negli occhi, avvicinandosi a me.
Mi prese il mento tra le dita, passando il pollice sul mio labbro inferiore, prima di posarci la bocca in un leggero bacio.
La giacca e la camicia erano abbandonate in un angolo.
Si passò una mano tra i capelli, sbadigliando, scompigliandoli ancor di più, e alcuni riccioli gli caddero sulla fronte.
Mi alzai in piedi a mia volta, sempre imbarazzata per ciò che indossavo, avvicinandomi a lui.
Timidamente gli scostai quelle ciocche ribelli, abbozzando un sorriso.
"Potremmo passare questa giornata insieme. Magari in terza classe" propose.
Una morsa fastidiosa mi attanagliò lo stomaco. Ovvio che non volesse farsi vedere dagli altri nobili con me.
Mi voltai velocemente, evitando così di farmi vedere in viso.
"Arrivo subito" sussurrai, cercando di mantenere un tono spensierato.
Socchiusi la porta dello sgabuzzino, infilando la testa nello stretto spazio, per controllare che non ci fosse nessuno.
Una volta appurata l'assenza di testimoni sgusciai fuori dalla piccola stanzetta, vedendo con la coda dell'occhio che Daniel aveva raccolto la camicia da terra e la stava indossando.
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Underwater
ChickLit1912. Il Titanic salpa il 10 Aprile. Lei: Helen Corr, passeggera di terza classe. Sogna di poter andare in America per trovare lavoro e aiutare i suoi genitori, semplici contadini irlandesi. Lui: Daniel Marvin, prima classe. E' di ritorno da un vi...